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Piante fluorescenti

Ricercatori di Cambridge (UK) hanno sviluppato una tecnica innovativa per misurare e mappare l'attività cellulare in piante vive. Mentre approcci similari sono "quasi" routine per lo studio della fisiologia animale, il regno vegetale è stato in parte trascurato per una serie di motivi. In primis motivazioni economici, visto che gli investimenti per la ricerca hanno principalmente finalità bio-farmaceutiche. Infine per ragioni oggettive dovute alle differenze strutturali e di crescita rispetto ad i modelli animali.
La tecnica sviluppata dal laboratorio di Jim Haseloff, descritta in dettaglio su Nature Methods di aprile, sfrutta la tecnologia del DNA ricombinante per produrre proteine fluorescenti in cellule (o in regioni specifiche della cellula) pre-definite. Le proteine fluorescenti sono proteine naturali, presenti nei coralli e nelle meduse, che emettono luce di particolare lunghezza d'onda in seguito alla illuminazione con una altrettanto specifica lunghezza d'onda.
Un esempio delle immagini ottenute è sotto esemplificato.

Credit: Fernan Federici from the Haseloff lab
 Il particolare di questa immagine mostra una porzione delle radici di Arabidopsis thaliana in cui il verde deriva dalla GFP (green fluorescent protein) espressa solo sulle membrane cellulari mentre il viola deriva dalla RFP (red fluorescent protein) fatta localizzare solo nei nuclei.

 L'espressione di queste proteine crea di fatto una mappa cellulare che seguita nel tempo, ed elaborata con speciali algoritmi, ha permesso ad i ricercatori di ottenere informazioni sulla dinamica cellulare.

Il vantaggio di questa di tecnica è la possibilità di studiare le caratteristiche cellulari di una pianta intatta e vitale, e di esportare i dati (intensità del segnale, localizzazione, etc) in modalità digitale per permettere al computer di elaborare modelli.

Altre immagini dall'articolo, qui.

(Sullo stesso argomento: progetto piante luminescenti; batteri al neon)



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