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criptocromi e magnetopercezione

I criptocromi sono dei fotorecettori, presenti nelle piante, sensibili a lunghezze d'onda corrispondenti al blu.
Proteine appartenenti a questa famiglia, coinvolta in complessi processi regolativi che spaziano dal ritmo circadiano allo sviluppo, sono state tuttavia trovate anche in insetti, animali e, in base ad omologia, anche in un gene batterico, la fotoliasi.
In un recente articolo apparso su PNAS, Maeda ha scoperto che (senza entrare in eccessivi tecnicismi) l'interazione con il cofattore flavin adenine dinucleotide (FAD) trasforma queste proteine in magnetorecettori. 
In breve, mediante studi spettrofotometrici condotti su batteri e piante, si è visto che la luce causa un trasferimento elettronico da un aminoacido, il triptofano, al FAD trasformandolo in un radicale anionico (cioè reattivo e carico negativamente). Sottoponendo le cellule ad un campo magnetico appena superiore a quello terrestre viene favorito il processo inverso. In modo visivamente semplificato variazioni del campo magnetico, percepibili variando la propria posizione, possono essere sentite molecolarmente.
Il dilemma del perfetto senso d'orientamento degli uccelli



Gli autori consapevoli che i modelli testati non sono ideali (piante e batteri non sono noti in quanto a capacità connesse alla percezione del campo magnetico) si apprestano a testare questa loro osservazione, cioè la scoperta di un meccanismo molecolare per percepire la variazione del campo magnetico terrestre, sugli uccelli.






Rimaniamo in attesa di ulteriori dati.

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