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Il momento in cui i mammiferi divennero a “sangue caldo”.

La conquista dell’eterotermia fu indubbiamente un momento evolutivo chiave per il successo dei mammiferi anche se di per sé non sufficiente a soppiantare i “cugini” rettili che continuarono a dominare il pianeta a lungo
Una considerazione che tiene conto del fatto che molto probabilmente anche i dinosauri  avevano evoluto, per vie indipendenti, una qualche forma di controllo della temperatura simile a quella degli uccelli e che le specie tra loro che rimasero a sangue freddo (ad es. triceratopo) lo erano "ridiventate".
L'attuale datazione colloca l’evento a circa 233 milioni di anni fa, aggiornando di quasi 20 milioni di anni la precedente stima. La conclusione viene da uno studio appena pubblicato sulla rivista Nature, in cui i ricercatori hanno fatto una analisi comparativa tra diverse specie usando la struttura dell’orecchio interno come biomarcatore per inferire la temperatura corporea.
Prima di questo studio, l’ipotesi migliore collocava l’origine del “sangue caldo” ai discendenti dei cinodonti,  un gruppo di lucertole squamose del tardo Permiano grandi come un coniglio (i primi mammiferi erano più piccoli, meno di 10 cm) che si ritiene possedessero una qualche forma di termoregolazione.
Credit: Luzia Soares
La parte dell'orecchio interno che interessa qui sono i canali semicircolari, lo strumento con cui il nostro cervello recupera informazioni sulla nostra "posizione spaziale" e che ci permette di rimanere in equilibrio e deambulare senza problemi.
In caso di suo malfunzionamento (labirintite o anche intossicazione da alcol) abbiamo seri problemi di equilibrio e vediamo “il mondo girare” intorno a noi. 
Questo sistema sfrutta l’interazione tra otoliti, cellule ciliate e l’endolinfa, il liquido all’interno dei canali.
L’endolinfa ha caratteristiche di viscosità adatte affinché possa espletare la sua funzione “muovendo” gli otoliti sulle cellule ciliate a seconda della nostra "inclinazione". La flessione delle ciglia induce a cascata un segnale nervoso che il cervello elabora agendo istantaneamente sulla posizione e andatura.

Per tale ragione finora le vestigia fossili dei canali semicircolari erano utilizzate per dedurre la caratteristiche legate al movimento degli organismi fossili. Il punto di svolta (alla base di questo studio) fu quando analizzandone le caratteristiche biomeccaniche e la comparazione fossile, i ricercatori intuirono che la loro forma poteva fornire anche informazioni sulla temperatura corporea di questi organismi.
Come alcuni fluidi tipo il miele, l'endolinfa diventa più fluida quanto più è calda, richiedendo ai canali semicircolari di cambiare forma perché il fluido possa svolgere il suo lavoro. Negli animali ectotermici, (a sangue freddo) questo liquido è più freddo ed assume una consistenza più simile alla melassa e come tale necessita di spazi più ampi in cui fluire. Al contrario negli animali endotermici, o a sangue caldo, il fluido è meno viscoso e bastano piccoli spazi.
La differenza strutturale e dimensionale dei canali semicircolari in organismi a sangue freddo e caldo. Gli antenati dei mammiferi a sangue caldo chiamati mammiferimorfi (illustrati, a sinistra) che vissero nel tardo Triassico avevano condotti uditivi interni più piccoli e più curvi rispetto a quello dei predecessori sinapsidi a sangue freddo, che vissero durante il periodo Permiano
Image credit: sciencenews.org
Questa proprietà che è funzione della temperatura rende i minuscoli canali semicircolari uno strumento perfetto per valutare nei fossili la comparsa di caratteristiche "sangue caldo".

In breve, l’analisi è stata condotta analizzando tre campioni della regioni di interesse da ciascuno dei resti di 341 animali (243 da specie ancora viventi e 64 da specie estinte). I risultati sui 54 mammiferi estinti hanno permesso la datazione evolutiva della endotermia a 233 milioni di anni fa.

Il passaggio a questa nuova forma di termoregolazione si pensa essere avvenuto in tempi rapidi (evolutivamente parlando), stimati in meno di 1 milione di anni. Un periodo che pare coincidere con lo sviluppo nei mammiferi dei  baffi sensoriali (vibrisse) e la comparsa della pelliccia. Modificazioni che spinsero alla selezione di adattamenti metabolici idonei molto utili per organismi di piccola taglia (più a rischio di perdere calore).

Nuovi studi dovranno confermare questa scoperta

Fonte
- Inner ear biomechanics reveals a Late Triassic origin for mammalian endothermy
Ricardo Araújo et al, Nature (22/07/2022)



Il telescopio spaziale James Webb è ufficialmente operativo

Aggiornamento Novembre 2022
Il JWST ha identificato due galassie incredibilmente antiche (in arancione nella foto) risalenti a soli 350 milioni di anni dopo il Big Bang

Fonti
- Castellano, M. et al. Astrophys. J. Lett. 938, L15 (2022)
- Naidu, R. P. et al. Astrophys. J. Lett. 940, L14 (2022)


Articolo successivo sul tema JWST: Le migliori foto (finora).

 
Aggiornamento luglio 2022
Ecco la prima foto che dà il via ufficiale all'operatività del telescopio
Ripresa all'infrarosso della "nursery" di stelle NGC 3324 nella nebulosa Carina.
Image credit: NASA

Aggiornamento gennaio 2022
Circa un mese dopo il lancio (25 dicembre) dalla Guyana francese, il telescopio è giunto a destinazione nel punto di Lagrange L2, attorno a cui orbiterà.
Credit: Arianespace, ESA, NASA, CSA, CNES (CC BY 2.0)

Per seguire in tempo reale la sua attività e il posizionamento vi rimando alla pagina dedicata della NASA --> wst.nasa.gov/... 

***
Il 2021 è l'anno del lancio dl telescopio spaziale James Webb, erede designato del glorioso Hubble e al top come strumentazione con il suo 10 miliardi di dollari di investimento
Il JW telescope prossimo (®CBS)
Un lavoro di preparazione che, memore dei difetti negli specchi di Hubble (riparati grazie a missioni dell'altrettanto glorioso Space Shuttle) procede con controlli pignoli e test ripetuti.
Nella foto ingegneri della NASA durante il collegamento delle due metà del telescopio, successivo all'espletamento di test sul supporto su cui verrà  poi montato lo specchio secondario.

Credit: NASA/Chris Gunn

 In 50" di clip un lavoro di ore
(video full-screen --> youtube) ®NASA

Per avere una idea della risoluzione di cui è capace il nuovo telescopio rispetto al glorioso Hubble, ecco un confronto:






Alla ricerca delle prime stelle dopo il Big Bang (credit: nature)


Altra grafica della missione (credit: nature)


I punti di Lagrange che corrispondono alle zone di equilibrio gravitazionale
Per dare una idea della distanza dalla Terra

Il telescopio andrà a posizionarsi nel punto di Lagrange 2, ideale come stabilità orbitale e minimo consumo carburante (credit: Nature). Altro vantaggio di tale posizione è il non avere alcun ostacolo (come ad esempio la Terra) nella sua osservazione dello spazio profondo. 


Il freddo dello spazio non è un problema per il telescopio Webb. La sua strumentazione è stata progettata per funzionare in modo ottimale ad una temperatura di -233°C, solo 40 gradi sopra lo zero assoluto. 




***

Modellini per veri Nerd




L'Ediacarano, il periodo che preparò il terreno alla Esplosione Cambriana

Il periodo Ediacarano è geologicamente (e temporalmente) collocabile all'interno del precambriano, in un intervallo di tempo tra 635 a 540 milioni di anni fa. Segna la fine dell'eone Proterozoico e l'inizio del Fanerozoico, a cui appartiene anche l'epoca in corso.
Il tempo geologico è diviso in quattro eoni che segnano i principali cambiamenti geologici nella storia della Terra dal momento della sua formazione 4,5 miliardi di anni fa. Questi sono ulteriormente divisi in ere, periodi, epoche, (...) in base ad intervalli temporali via via più piccoli. 
Image Credit: Ray Troll
Ciò che rende interessante l'Ediacarano è il suo coincidere con la comparsa di forme di vita complesse, e macroscopiche, un vero e proprio spartiacque evolutivo che, arrivati al Cambriano, sarebbe esploso con una diversificazione biologica senza precedenti (da cui il termine esplosione cambriana)
Gli organismi allora presenti, il "biota ediacarano", ci appaiono oggi veramente strani, ancora più di quelli osservati durante l'esplosione cambriana, tanto da rendere a volte difficile classificarne i fossili.
I fossili dell'epoca ci sono arrivati come "negativi", cioè come impronte sui sedimenti di arenaria, lasciati dai resti dilavati dal tempo.
La scoperta di resti fossili risalenti a quest'epoca fu per molti scienziati una sorpresa, dato che nessuno si aspettava di trovare reperti così antichi. Il motivo è che le rocce più antiche sono state sottoposte a profondi rimaneggiamenti (alte temperature, pressione, ...) causati dallo rimodernamento della crosta terrestre.
Un calcolo rende meglio l'idea di tante parole. Ipotizzando che si fossero "depositati" allora i resti dell'intera  popolazione USA (330M), sarebbero giunti fino a noi una cinquantina di ossa in totale.
Tuttavia il "miracolo" si è verificato, con il rinvenimento di fossili di animali, alghe e batteri in rocce risalenti all'Ediacarano distribuite in varie località del mondo, in particolare alcune colline australiane (da cui deriva il nome del periodo geologico), l'isola di Terranova in Canada, la Namibia e il Mar Bianco in Russia.

Dallo studio di queste rocce, i geologi sono riusciti a ricostruire gli eventi di questa particolare epoca  nella storia della Terra. Caratteristica principale dell'epoca è la "rapida" (su tempi geologici) ritirata dei ghiacciai e delle calotte glaciali che, dall'epoca della Snowball Earth (periodo criogeniano) avevano ricoperto quasi tutto il pianeta, portandolo la vita ad un concreto rischio di estinzione.
Le analisi sembrano anche indicare che in questo periodo si sia verificato un rapido incremento del livello di ossigeno atmosferico (evento da non confondere con "il grande evento ossidativo" o catastrofe dell'ossigeno, verificatasi all'inizio del Proterozoico, 2,45 miliardi di anni fa che portò alla decimazione degli organismi anaerobi).
Secondo alcuni studiosi questo incremento sarebbe osservabile dal calo degli isotopi di carbonio nei sedimenti marini dell'epoca a causa della maggiore ossidazione delle acque oceaniche.
L'Ediacarano è stato anche caratterizzato da una rilevante attività tettonica che portò alla formazione di un supercontinente, Pannotia, posizionato vicino al polo sud, che rimase tale fino a circa 550 milioni di anni fa, quando iniziò a frammentarsi. 

I fossili rinvenuti nelle rocce di questo periodo sono la testimonianza di forme di vita pluricellulare complessa, in cui si osserva specializzazione cellulare all'interno di un organismo.
I primi organismi pluricellulari furono verosimilmente le spugne il cui reperto più antico è datato intorno a 600 milioni di anni fa. 
credit: Johns Hopkins newsletter

Una varietà di forme che rivaleggia e forse supera per stranezza quella osservata nel Cambriano (il cui esempio classico è la Hallucigenia), di cui ho trattato in un precedente articolo
Articolo --> "L'esplosione cambriana..."

Ad indicare l'importanza della vita nell'Ediacarano basti dire che qui, in un mondo di "esseri gelatinosi", compaiono i precursori delle strutture scheletriche.


Di seguito alcuni degli organismi pluricellulari che popolavano le basse acque costiere dove gran parte della vita si concentrava (siamo ancora lontani dalla colonizzazione della terraferma i cui fossili più antichi, piante, risalgono a circa 420 milioni di anni fa, preceduti 100 milioni di anni prima da microbi, alghe e funghi).

Tra gli organismi più enigmatici del periodo spicca il "negativo" dell'impronta del suo corpo. Ricorda i moderni echinodermi che forse potrebbero essere lontani parenti. I dubbi classificatori vengono dall'ignorare come fosse la sua struttura interna.
Dimensioni reali tra 3 e 10 mm.
Image credit: Domenic Pennetta/Wikimedia Commons

È così strano che ad oggi i paleontologi non sanno come rapportarlo con i successivi organismi viventi. 
Per comodità è stato catalogato come membro di una categoria estinta, creata ad hoc, dal nome trilobozoa.
Credit: Aleksey Nagovitsyn/Wikimedia Commons
Credit: Apokryltaros/Wikimedia Commons
Dotato di una curiosa (e unica) simmetria tri-radiale (da cui il nome del gruppo), si ipotizza avessero forma emisferica.
La parte centrale del fossile ha tre creste, o braccia, agganciate e i suoi lobi sono attorcigliati.
La dimensione dei reperti varia tra 3 e 40 mm.


Enigmatico organismo fossile che richiama l'immagine di una piuma grande poco più di 3 cm.
Credit: Verisimilus/Wikimedia Commons
Credit: Matteo De Stefano/MUSEQ
Tra le caratteristiche più importanti, una simmetria bilaterale e quella che, sembra, una parte anteriore corazzata e una parte inferiore coperta da due serie di placche strettamente interconnesse. Per alcuni studiosi ha le caratteristiche di un predatore. La forma potrebbe richiamare alla lontana quella delle trilobiti ma è molto probabile che si tratti di un caso di evoluzione convergente. Altri lo ritengono un antenato degli anellidi.

Doveva essere molto abbondate visto che è stato trovato in tutte le formazioni rocciose risalenti all'Ediacarano. Anche in questo caso è un famiglia estinta di cui non è certa la parentela (sempre che esista) con gli organismi vissuti in seguito.
Credit: Verismilus/Wikimedia Commons
Image: Dotted Zebra via hakaimagazine
I fossili hanno tutti forme ovali bilateralmente simmetriche, a coste, ma oltre a questo è difficile desumere altre informazioni strutturali. Ad aggiungere complessità l'ampia banda di dimensioni dei fossili che vanno dal millimetro fino a 1,4 metri, e uno spessore nell'ordine dei millimetri.
La confusione in merito è tale che secondo alcuni era imparentato con i funghi mentre altri pensano ad un regno oggi non più esistente. La presenza di molecole di colesterolo nei fossili fa propendere però per il regno animale in una delle sue prime ramificazioni.

Altro esempio di organismi con simmetria bilaterale ma da molto estinti, inizialmente associato alle lumache marine. La presenza dei fossili in prossimità di rocce con graffi ha fatto pensare che siano il risultato della attività masticatoria della bocca che ne "puliva" la superficie rocciosa assorbendo i microorganismi.
Credit: Verismilus/Wikimedia Commons
Credit: Nobu Tamura/Wikimedia Commons
Si tratta di un organismo chiave (da cui l'importanza di riuscire a classificarlo) per meglio comprendere gli organismi comparsi durante l'esplosione cambriana. Qualora fosse stato un proto-mollusco (dotato quindi di un protosoma) questo sarebbe l'indicazione che le linee dei protostomi e dei deuterostomi si siano separate prima di 555 milioni di anni fa.
La distinzione tra questi due linee evolutive si basa su quale apertura dell'organismo dell'animale si forma prima durante lo sviluppo, la bocca (protostoma) o l'ano (deuterostoma).
Tra i primi organismi complessi del precambriano, è caratterizzato da esasimmetria radiale che richiama più una pianta come le felci che un animale (per alcune caratteristiche richiama la forma delle penne di mare, cioè al Phylum degli Cnidari).
Credit: Retallack/Wikimedia Commons
Credit: avancna

Vivevano in ambienti simili ai rangeiformi di cui sopra, e si pensa che trascorressero la vita stando  parzialmente sommersi nei fondali sabbiosi come gli attuali filtratori (sebbene non siano rimaste tracce di sue appendici filtranti)
Non si conoscono "parenti" tra gli organismi oggi viventi ma potrebbe essere lontanamente correlato ai coralli.
Ernietta plateauensis.
Credit: Wikimedia Commons

Francobollo della Namibia che celebra il suo reperto fossile e mostra come doveva apparire in vita.


***


Non per tutti i palati ma una "divertente" cavalcata nella notte dei tempi


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