Vi è un gruppo di malattie molto comuni e ad alto impatto umano e sociale conosciuto come i killer silenziosi. o usando un termine più tecnico ma ugualmente efficace non-communicable diseases (NCDs). Sebbene non si tratti infatti di malattie trasmissibili in senso stretto vi è in realtà un certo grado di trasmissione dovuta alla emulazione di comportamenti potenzialmente dannosi.
Fra le patologie che rientrano in questo gruppo abbiamo il diabete, malattie cardiovascolari e respiratorie croniche, il cancro (escludendo quelli in cui il coinvolgimento di un virus è noto) e le malattie mentali. I mandanti di queste malattie sono diversi e si chiamano alcool, tabacco, alimentazione, ... .
Le NCDs rappresentano la principale causa di morte (63%) ed al suo interno le malattie cardiovascolari, seguite da quelle respiratorie croniche, sono quelle numericamente più importanti. Il dato è ancora più interessante se si considera che la frequenza è maggiore nelle fasce a basso reddito. A tal proposito un articolo di Nick Wareham - direttore sia al Medical Research Council che al Epidemiology Unit and Cambridge’s Centre for Diet and Activity Research (CEDAR) - evidenzia due dati interessanti riguardo ad i comportamenti alimentari dannosi:
- La percentuale di obesità fra gli homeless non è come si potrebbe pensare inferiore rispetto alla popolazione standard ma uguale se non superiore. Questo farebbe pensare al fatto che l'alimentazione è, avendo possibilità di scelta, fortemente squilibrata verso i cibi spazzatura.
- Tuttavia nello studio si è osservato che anche fornendo in modo continuativo e senza sostanziali limitazioni attraverso enti appositi la possibilità di scegliere il tipo di cibo, la maggior parte dei soggetti si orientava verso cibo più saporito (quindi grasso) e non cibo sano ed ugualmente sostanzioso.
Questi dati sono sostanzialmente gli stessi quando il campione analizzato è formato da famiglie a reddito e cultura medio-bassi. Il che indica come la componente culturale e formativa abbia un ruolo fondamentale nella genesi di comportamenti - non solo - alimentari il cui impatto economico negativo è stimato in 47 mila miliardi di dollari nei paesi occidentali. Il problema è che le stime indicano una crescita delle morti dovute a NCDs nel 2030 quasi doppia dell'attuale, per una combinazione nefasta che lega la crisi economica da una parte (legame fra stress e comportamenti non salutari) e l'aumentato accesso a cibo in eccesso da parte di quei popoli la cui dieta era fino ad oggi limitata
In conclusione, il comportamento è anche esso un fattore di rischio per le NCDs, spesso in associazione con fattori biologici, comportamentali e sociali. Ma a differenza di questi ultimi può essere influenzato in positivo attraverso i giusti incentivi, un ambiente di sostegno ed una maggiore consapevolezza degli effetti positivi di un atteggiamento pro-attivo (dieta, attività fisica, ...). Trasferire questa concetto alle persone è la vera sfida dei prossimi anni.
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