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Aspirina e tumore della prostata

Se mai dovessero istituire un premio per il farmaco più eclettico, uno dei candidati, anzi il vincitore, sarebbe l'aspirina.
Fra le tante proprietà del prodotto estratto originariamente dal salice (Salix alba) abbiamo l'attività anti-infiammatoria, anti-aggregante, anti-dolorifica e quella anti-tumorale.
Ma se fino ad ora le sue proprietà anti-tumorali sembravano indirizzate prevalentemente al tumore del colon, ora un nuovo studio pubblicato sul British Journal of Cancer (Shebl et al) fa pensare che la sua azione possa essere estesa al tumore della prostata.
I dati derivano da un imponente studio epidemiologico sul rischio del tumore alla prostata che ha coinvolto 29450 uomini di età fra 55-74 anni, reclutati per lo studio nel periodo fra il 1993 e il 2001.
I soggetti sono stati seguiti dal primo screening fino al dicembre 2009 e durante questo periodo i casi di cancro identificati sono stati 3575. Dopo avere ripulito adeguatamente i dati statistici dai fattori cosidetti confondenti, è stato calcolato il fattore di rischio per quegli individui che prendevano meno o almeno una aspirina al giorno. Il rischio relativo è risultato inferiore in modo significativo per i soggetti di età superiore ad i 65 anni che prendevano almeno una aspirina al giorno, una dose giustificata da patologie concomitanti di tipo cardiovascolare o artritico.
Lo stesso tipo di analisi non ha trovato invece alcun effetto protettivo per un altro anti-infiammatorio ampiamente usato, l'ibuprofene. Chiara indicazione che non è la terapia anti-infiammatoria in se ad essere efficace ma il principio attivo, o meglio la combinazione fra il salicilato ed i vari eccipienti presenti, presente nell'aspirina.

Quali altre piacevoli sorprese ci riserverà in futuro questo farmaco oramai centenario?



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