Il tè verde fa bene. E questo si sa da molto tempo. Quanto faccia bene e come agisca è già più complicato da valutare viste le numerose variabili in gioco. Variabili che sono sia personali (genetica e alimentazione, quantità ingerita e da quanto tempo lo si beve) che esterne (ambiente in cui si vive, etc).
(image credit: University of Michigan) |
Ora i ricercatori della università del Michigan hanno scoperto (e pubblicato su PNAS) che l'estratto di tè verde intereferisce con la formazione delle placche amiloidi, il processo alla base (non la causa prima) della degenerazione neuronale che porta all'Alzheimer.
Per essere più precisi, senza però entrare in tecnicismi, l'estratto agisce prevenendo la denaturazione di alcune proteine chiave (le metal-associated amyloids) del cervello. Prevenire la denaturazione vuol dire in primo luogo evitare che le proteine denaturate si aggreghino fra loro (fenomeno spontaneo dovuto alla esposizione dei residui idrofobici che tendono ad interagire fra loro); in secondo luogo si evita che gli aggregati formatisi all'interno dei neuroni si accumulino alterando irreversibilmente la fisiologia cellulare.
Identificare il principio attivo dell'estratto è stato il secondo passaggio. Gli autori hanno associato tale principio nella epigallocatechin-3-gallate (abbreviata in EGCG), una molecola già nota e con interessanti proprietà anti-tumorali (ora in fase di validazione clinica). La EGCG, in test di laboratorio, non solo impedisce la formazione degli aggregati amiloidi ma rompe anche quelli esistenti. Una azione di pulizia e prevenzione.
Sarà interessante seguire attentamente il progredire di questa ricerca vista anche la crescente importanza delle molecole antiossidanti, come i flavonoidi, nella terapia delle malattie neurodegenerative.
Fonti
- Insights into antiamyloidogenic properties of the green tea extract (−)-epigallocatechin-3-gallate toward metal-associated amyloid-β species
Suk-Joon Hyung et al, PNAS February 20, 2013
- University of Michigan, area news
- Sulle proprietà del tè verde vedi il sito del NIH, qui.
- Articolo precedente sul blog riguardo nuovi approcci per contrastare l'Alzheimer
Farmaco anticancro...
Nessun commento:
Posta un commento