Che il tè verde faccia bene è un dato di fatto scientifico, e questo pareggia i conti con un sapore non proprio eccelso se paragonato a miscele di tè nero più corpose.
Più complicato è comprendere "quanto" bene faccia e come eserciti la sua azione benefica.
Tra le ultime osservazioni sul tema, vi è la scoperta che un composto trovato nel tè verde può attivare una serie di eventi che portano alla morte di eventuali cellule neoplastiche presenti nel cavo orale lasciando inalterate le cellule sane. La ricerca, condotta dal team guidato da Joshua Lambert della Penn State University, potrebbe portare a trattamenti per i tumori del cavo orale, una malattia che uccide circa 8 mila persone negli USA ogni anno.
Tutto nasce da studi precedenti che avevano identificato nella EGCG (epigallocatechina-3-gallato) la molecola presente nel tè verde in grado di uccidere selettivamente, in coltura, le cellule neoplastiche. Lo studio di Lambert ne ha indagato il meccanismo di azione dimostrando che la selettività dipende da una diversa risposta mitocondriale. Nelle cellule tumorali la EGCG, a causa di un metabolismo mitocondriale alterato, favorisce l'accumulo dei radicali liberi (specie reattive dell'ossigeno), che se non eliminati provocano la morte del mitocondrio prima e della cellula poi. Il mitocondrio funziona infatti non solo come centrale energetica della cellula ma anche come detossificante grazie all'attività di proteine antiossidanti da questo prodotte. Se il numero di mitocondri cala, cala sia la efficienza energetica della cellula che la capacità della stessa di gestire molecole altamente tossiche come l'ossigeno e i suoi derivati. Il risultato inevitabile è un aumento "a catena" dei danni ossidativi nella cellula che portano alla sua morte diretta o al "suicidio" (vedi -->apoptosi).
La domanda ovvia è cosa abbiano le cellule normali di diverso per essere più resistenti alla azione stressogena del EGCG. In termini più semplici, perché il prodotto fa male solo alle cellule tumorali?
L'analisi comparativa della risposta cellulare allo stressogeno è stata condotta in colture cellulari, a concentrazioni del principio attivo paragonabili a quelle presenti nella saliva quando si mastica una gomma a base di tè verde.
Ecco allora che il fatto che la EGCG sia in grado di influenzare in modo selettivo l'attività di SIRT3 in modo opposto nei due tipi di cellule assume una valenza chiave: nelle cellule tumorali SIRT3 viene inattivato mentre nelle cellule normali la sua attività aumenta (e così l'azione protettiva).
Il dato è stato confermato non solo in linee cellulari tumorali del cavo orale ottenute da pazienti tra loro non correlati ma anche da tumori di altri distretti corporei.
Quale sarà il prossimo passaggio? Confermare prima di tutto l'azione protettiva in animali e, se i dati saranno confermati e non ci saranno controindicazioni (safety) si potrà procedere con i test su essere umano.
Altri vantaggi?
L'utilizzo di estratti di tè verde potrebbe contribuire a mitigare alcuni degli effetti collaterali associati ai farmaci chemioterapici, per loro stessa natura tossici in quanto colpiscono le cellule in rapida divisione. Il problema implicito a questi farmaci è che le cellule tumorali non sono le uniche cellule mitoticamente attive nell'adulto (follicoli piliferi, cellule epiteliali - in particolare quelle intestinali -, cellule midollari e ovviamente le cellule germinali) e quindi gli effetti collaterali sono spesso inevitabili.
E' vero chei farmaci di nuova generazione grazie alla specificità dell'azione (o al modo di somministrazione) hanno un impatto minore sulle cellule normali, ma è altrettanto indubbio che minori sono gli effetti collaterali maggiore sarà la "qualità di vita" e a cascata la compliance del paziente.
La EGCG ha il vantaggio di non presentare effetti collaterali noti.
Non si tratta, è bene sottolinearlo, di una molecola risolutiva ma potrebbe fornire, previa validazione dei dati, un valido compendio preventivo.
Fonte
- Differential prooxidative effects of the green tea polyphenol, (-)-epigallocatechin-3-gallate, in normal and oral cancer cells are related to differences in sirtuin 3 signaling.
Ling Tao et al, Molecular Nutrition & Food Research, 2014; DOI: 10.1002/mnfr.201400485
Più complicato è comprendere "quanto" bene faccia e come eserciti la sua azione benefica.
Piantagioni di tè verde (by ~Mers) |
Tutto nasce da studi precedenti che avevano identificato nella EGCG (epigallocatechina-3-gallato) la molecola presente nel tè verde in grado di uccidere selettivamente, in coltura, le cellule neoplastiche. Lo studio di Lambert ne ha indagato il meccanismo di azione dimostrando che la selettività dipende da una diversa risposta mitocondriale. Nelle cellule tumorali la EGCG, a causa di un metabolismo mitocondriale alterato, favorisce l'accumulo dei radicali liberi (specie reattive dell'ossigeno), che se non eliminati provocano la morte del mitocondrio prima e della cellula poi. Il mitocondrio funziona infatti non solo come centrale energetica della cellula ma anche come detossificante grazie all'attività di proteine antiossidanti da questo prodotte. Se il numero di mitocondri cala, cala sia la efficienza energetica della cellula che la capacità della stessa di gestire molecole altamente tossiche come l'ossigeno e i suoi derivati. Il risultato inevitabile è un aumento "a catena" dei danni ossidativi nella cellula che portano alla sua morte diretta o al "suicidio" (vedi -->apoptosi).
EGCG (wikimedia) |
L'analisi comparativa della risposta cellulare allo stressogeno è stata condotta in colture cellulari, a concentrazioni del principio attivo paragonabili a quelle presenti nella saliva quando si mastica una gomma a base di tè verde.
Nota. Utilizzare una gomma da masticare a base di estratti del tè verde permette di massimizzare il tempo di esposizione delle cellule del cavo orale ai principi attivi. E' evidente che il tempo di permanenza ha un ruolo non irrilevante e che tale tempo è nettamente inferiore durante il consumo della bevanda che - di solito - transita velocemente nel cavo orale.A tempi diversi, i ricercatori hanno raccolto le cellule trattate per monitorarne lo stress ossidativo. Qui entra in gioco una proteina chiave, la sirtuin 3 (SIRT3) che svolge un ruolo chiave nella attività mitocondriale e nella risposta anti-ossidante. Per capirci parliamo di un membro di una famiglia di proteine, le sirtuine, note da anni come determinanti della longevità in diversi modelli animali.
Ecco allora che il fatto che la EGCG sia in grado di influenzare in modo selettivo l'attività di SIRT3 in modo opposto nei due tipi di cellule assume una valenza chiave: nelle cellule tumorali SIRT3 viene inattivato mentre nelle cellule normali la sua attività aumenta (e così l'azione protettiva).
Il dato è stato confermato non solo in linee cellulari tumorali del cavo orale ottenute da pazienti tra loro non correlati ma anche da tumori di altri distretti corporei.
Quale sarà il prossimo passaggio? Confermare prima di tutto l'azione protettiva in animali e, se i dati saranno confermati e non ci saranno controindicazioni (safety) si potrà procedere con i test su essere umano.
Altri vantaggi?
L'utilizzo di estratti di tè verde potrebbe contribuire a mitigare alcuni degli effetti collaterali associati ai farmaci chemioterapici, per loro stessa natura tossici in quanto colpiscono le cellule in rapida divisione. Il problema implicito a questi farmaci è che le cellule tumorali non sono le uniche cellule mitoticamente attive nell'adulto (follicoli piliferi, cellule epiteliali - in particolare quelle intestinali -, cellule midollari e ovviamente le cellule germinali) e quindi gli effetti collaterali sono spesso inevitabili.
E' vero chei farmaci di nuova generazione grazie alla specificità dell'azione (o al modo di somministrazione) hanno un impatto minore sulle cellule normali, ma è altrettanto indubbio che minori sono gli effetti collaterali maggiore sarà la "qualità di vita" e a cascata la compliance del paziente.
La EGCG ha il vantaggio di non presentare effetti collaterali noti.
Non si tratta, è bene sottolinearlo, di una molecola risolutiva ma potrebbe fornire, previa validazione dei dati, un valido compendio preventivo.
Articoli precedenti su tè verde e potenziali effetti protettivi contro Alzheimer e patologie della prostata.
Fonte
- Differential prooxidative effects of the green tea polyphenol, (-)-epigallocatechin-3-gallate, in normal and oral cancer cells are related to differences in sirtuin 3 signaling.
Ling Tao et al, Molecular Nutrition & Food Research, 2014; DOI: 10.1002/mnfr.201400485
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