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Il "pillolo" per il maschio: una nuova molecola in arrivo?

 Da un po di tempo si parla del pillolo, un neologismo per indicare la pillola contraccettiva per lui. Una soluzione ideale sia per i maschi ansiosi, che potrebbero così evitare paternità indesiderate o operazioni chirurgiche preventive (vasectomia), sia per quelle donne per le quali l'uso della pillola è sconsigliato.
 Fino ad oggi tuttavia questa soluzione è rimasta sul tappeto delle possibilità sia per motivi culturali che per mancanza di un trattamento sicuro ed affidabile.
Ma forse qualche novità all'orizzonte c'è.
Secondo quanto riportato in un lavoro pubblicato su Cell da James Bradner del Dana-Farber Cancer Institute a Boston, topi maschi trattati con la pillola divenivano completamente sterili senza alterare la libido o la funzionalità degli organi preposti. Fatto ancora più importante, la sterilità indotta, dovuta ad una riduzione del numero e della mobilità degli spermatozoi, è completamente reversibile: rimuovi il trattamento e recuperi la fertilità.

Ma l'aspetto più interessante deve ancora venire.
Come ben sa chi si occupa di scienza sperimentale la maggior parte delle scoperte viene dalla capacità dei ricercatori di comprendere eventi inattesi, e usarli, invece di nasconderli "sotto il tappeto" in quanto anomali. Uno dei motivi questo (come la scoperta del VIAGRA, della PCR, e di tanto altro) che spiega perché sia assolutamente controproducente finanziare solo quei campi della ricerca scientifica definiti come ricerca "applicata".
Perché questo pistolotto introduttivo? Semplice. La molecola ora sotto esame è un inibitore della proteina BRD4 ed il suo utilizzo era stato pensato per tutte altre finalità, cioè come anti-tumorale. Durante lo studio si scoprì che tale inibitore interagiva inaspettatamente con una proteina espressa principalmente nei testicoli, BRDT, il cui ruolo  è chiave nel processo di maturazione degli spermatozoi. Un dato questo inatteso e non particolarmente gradito data la capacità della molecola di traversare la barriera emato-testicolare; una barriera, come quella ematoencefalica, a maglie molto strette necessaria per assicurare la migliore protezione possibile a cellule estremamente sensibili e critiche. Scoprire che il farmaco era in grado di raggiungere un'area "offlimits" non fu fonte di gioia nei ricercatori.
Tuttavia, dopo avere compreso meglio la modalità di azione della molecola si capì che tale evento indesiderato poteva, se usato in contesti diversi, essere molto prezioso. 
 
Prossimo passaggio: test su uomo.


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