E' molto probabile, anzi certo, che ci sia "qualcosa" ai confini del sistema solare ma forse quel qualcosa non è un pianeta ma una miriade di ammassi rocciosi di dimensioni variabili tra un asteroide e un planetoide, come Cerere o Sedna.
L'ipotetico Pianeta 9 (credit: wiki) |
L'orbita di alcuni corpi rocciosi nella estrema periferia del sistema solare è da tempo fonte di perplessità tra gli studiosi in quanto si scosta dall'orbita teorica "facilmente" calcolabile data la massa e distanza dal Sole e dai pianeti appartenenti al nostro sistema. Il modo più semplice per spiegare questa discrepanza è che vi sia un qualche pianeta, di massa rilevante, non ancora identificato, sito tra Plutone (che non è più considerato un pianeta) e la nube di Oort.
Questo fantomatico pianeta perso nell'oscurità dello spazio (quindi molto difficile da rilevare con i telescopi) è stato chiamato Pianeta 9 (vedi anche l'articolo precedente --> 1 e --> 2). In verità per spiegare le anomalie orbitali non è obbligatorio ipotizzare l'esistenza di un pianeta ma è sufficiente che vi siano una moltitudine di asteroidi di varie dimensioni (come la Fascia Principale, sita tra Marte e Giove) o perfino di piccole lune, per ottenere la massa complessiva necessaria per spiegare la perturbazione gravitazionale. Se questo fosse il caso si spiegherebbe il fallimento delle ricerche finora condotte e "l'invisibilità" della massa mancante.
L'ipotesi Pianeta 9 serve per spiegare le orbite anomale di altri planetoidi solari (credit: Quora) |
Finora, gli astronomi hanno individuato con certezza solo una manciata di questi oggetti; se ce ne fossero altri, il mistero del Pianeta 9 potrebbe essere considerato risolto.
Tra i planetoidi scoperti (corpi non necessariamente sferici, di dimensioni paragonabili ad una piccola luna) un esempio interessante è Sedna. Di dimensioni pari a circa 2/3 quella di Plutone, Sedna è un "oggetto transnettuniano" che nella parte più interna dell'orbita dista dal Sole più del doppio della distanza Sole-Nettuno; potrebbe quindi essere anche definito l'oggetto a noi più prossimo della nube di Oort. Ben poco si sa sull'origine di questi corpi; l'ipotesi più accreditata è che si siano formati nella parte interna del disco di gas e detriti che avrebbe originato prima il Sole e poi i pianeti (da qui il loro essere fatti di roccia e non di gas come Giove) e siano poi stati sbalzati ai confini del sistema per ragioni ignote (probabile l'urto con altri corpi come in una sorta di flipper planetario).
L'ipotesi Pianeta 9 raggiunse il suo apice nel 2016 quando gli astronomi Michael Brown e Konstantin Batygin del CalTech dimostrarono come l'esistenza di una massa planetaria sita ad una distanza di circa 200 UA (1 UA= distanza Terra Sole) fosse sufficiente a spiegare il posizionamento di Sedna alla estrema periferia del sistema solare.
Le ultime ricerche fatte mediante simulazioni ai supercomputer di fatto non smentiscono l'ipotesi di Brown-Batygin ma dicono che si può ottenere lo stesso risultato ipotizzando una moltitudine di corpi rocciosi che vagano nell'area nota come fascia di Kuiper. I nuovi risultati potrebbero anche spiegare altri misteri del sistema solare come l'oggetto 2015 BP519 dotato di un orbita quasi perpendicolare rispetto all'asse dei pianeti solari, spiegandolo come il risultato di una collisione tra vari corpi come in un immenso flipper le cui palline sono parte di un unico sistema eliocentrico.
L'orbita di 2015 BP519 rispetto a quella degli altri pianeti del sistema solare (credit: David Gerdes @dAArkEnergy) |
Articolo successivo sul tema --> Il pianeta Goblin e (gli ultimi due della serie) --> "Pianeta 9 o buco nero primordiale?", -->" un pianeta distante 300 anni luce spiega perché il Pianeta 9 è possibile"
Fonte
- Tiny, far-flung worlds could explain outer Solar System’s strange geometry
Nature (2018)
- Tiny, far-flung worlds could explain outer Solar System’s strange geometry
Nature (2018)
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