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Un planetoide di nome Goblin ai confini del sistema solare

Gli astronomi hanno scoperto un nuovo piccolo mondo alle porte del nostro Sistema Solare. Il nome ufficiale 2015 TG387 è stato presto accantonato in favore del più simpatico "The Goblin", un soprannome che nasce dal suo essere stato osservato la prima volta nel 2015 durante la notte di Halloween.
L'oggetto è molto meno di un pianeta date le sue dimensioni di soli 300 km, e più di un semplice asteroide, quindi un planetoide. 
Non si avvicina al Sole mai a meno di 65 UA (1 UA è la distanza Terra-Sole) il che equivale a dire a circa il doppio della distanza attuale tra Plutone e il sole. Nella sua ampia orbita ellittica The Goblin arriva a toccare le 2300 UA cioè 70 volte la distanza Sole - Plutone.
Credit: Carnegie Institution for Science
La scoperta del planetoide è stata frutto di una serie di coincidenze fortunate visto che sia per le dimensioni che per la traiettoria è di fatto invisibile per il 99% della sua orbita. La scoperta è avvenuta mentre si trovava in fase di avvicinamento al Sole, grazie al telescopio Subaru sito nelle Hawaii, dotato di uno specchio di ben 8 metri.
L'identificazione di The Goblin
(all credit to: Scott Sheppard et al. via carnegiescience.edu)

Goblin si aggiunge così al piccolo gruppo di oggetti del sistema solare esterno le cui orbite anomale, ma ben al di là dell'azione gravitazionale di Urano e Nettuno, hanno fatto ipotizzare l'esistenza di un fantomatico pianeta gigante (noto come Planet Nine) nascosto ai margini del sistema solare. Una ipotesi che nasce dal fatto che le orbite di questi oggetti non sembrano del tutto "spontanee", ma potrebbero essere in qualche modo guidate da un corpo di grande massa (o forse da una moltitudine di planetoidi ed asteroidi). Vedi articolo precedente sul tema --> Planet 9 o molti pianeti?
In altre parole l'orbita di The Goblin è coerente con, ma non dimostra, l'esistenza di un grande pianeta esterno.

Tra i planetoidi trans-plutioniani, Sedna è quello che più di altri fornisce l'esempio di orbita anomala, quasi perpendicolare rispetto alle orbite di tutti i corpi del sistema solare.
La prima ipotesi circostanziata dell'esistenza del Planet 9 fu avanzata nel 2016 da Michael E. Brown e Konstantin Batygin del California Institute of Technology, i quali fecero una previsione dell'effetto che avrebbe avuto un pianeta di dimensioni intermedie tra la Terra e Nettuno sull'orbita dei planetoidi esterni. La simulazione si dimostrò capace di spiegare orbite altrimenti anomale. Successivamente Ann-Marie Madigan, dell'Università del Colorado, ipotizzò che lo stesso effetto poteva essere ottenuto da un anello enorme, ma a noi invisibile date le distanze, di piccoli corpi posti ben oltre la fascia di Kuiper (la "nursery" delle comete).

Fonti
-  New extremely distant Solar System object found during hunt for Planet X
Carnegie Institution for Science / news

- A New High Perihelion Inner Oort Cloud Object
Scott Sheppard et al, (2018) arXiv:1810.00013


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