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Neanderthal. Cugini non così primitivi

L'immagine di un Neanderthal basata sui resti ossei e corretta con le informazioni derivate dal DNA

Immagine classica
(®Neanderthal Museum)

 I Neanderthal, il ramo ominide distinto da quello del sapiens ed estintosi (a meno che i vari Yeti esistano) fra 20 e 30 mila anni fa, sono nostri lontani e, apparentemente, di gran lunga meno evoluti cugini con cui l'Homo sapiens ha condiviso territori. Poco si sa delle loro abilità anche se alcune pitture rupestri sono state attribuite a loro (vedi qui).
Come vivevano? Fino ad ora l'assunto generale è che fossero dei cacciatori-raccoglitori che nel clima freddo dell'epoca e delle regioni che popolavano imponeva loro due caratteristiche: continuo movimento alla ricerca di cibo; protezione dal freddo mediante pelli.
Condizioni diverse da quelle legate alla stanzialità e all'agricoltura/allevamento che i sapiens svilupparono sempre più e che determinò il loro successo evolutivo.
Dei cugini tuttavia sufficientemente prossimi a noi da essere riproduttivamente compatibili (vedi definizione di specie) e con cui in effetti uno scambio genetico sembra proprio essere avvenuto, soprattutto nelle popolazioni non-africane (vedi articolo precedente). Una ipotesi tuttavia messa in dubbio in un articolo di pochi mesi fa su PNAS).
Albero genealogico degli ominidi
 Questo quadro nebuloso dovuto alla carenza di reperti fossili si arricchisce di nuovi elementi grazie a nuovi risultati derivanti dall'analisi ossea. Dei dettagli che rendono il cugino meno primitivo di quanto ipotizzato. I nuovi dati da due articoli pubblicati su "PLoS ONE" e "Naturwissenschaften - The Science of Nature" (TSN), entrambi prodotti da team della Università di Sidney.
Riassumendo tutto in una riga i dati indicano che i Neandertal cucinavano il cibo, utilizzavano erbe medicinali e inoltre usavano le braccia anche per scopi manifatturieri. Non erano quindi semplici cacciatori.

Nell'articolo su TSN l'analisi è stata condotta sui resti trovati in Spagna, in particolare nel materiale intrappolato nei denti e quello derivante dalla inalazione di fumi e oli da combustione. L'analisi gas cromatografica indica che il cibo era cotto e che i residui di piante erano principalmente del tipo piante officinali, piante a scarso potere nutritivo ma utilizzabili come medicamenti. Un dato quest'ultimo interessante ma noto anche in alcuni primati non ominidi.

Il secondo dato (PLoS ONE) risulta dall'analisi dei pochi resti scheletrici disponibili che indicano un diverso sviluppo delle ossa delle braccia. La densità ossea del braccio destro indica una forza superiore del 50% rispetto al braccio sinistro. Negli esseri umani moderni questa asimmetria è solo del 5-15% e raggiunge livelli quasi paragonabili a quelli del Neanderthal solo in alcuni sportivi professionisti.
L'ipotesi corrente spiega tale sviluppo differenziale come associato alle abitudini di caccia è contestata dagli australiani  come indicatrice di attività quotidiane e più casalinghe. La diversa forza è compatibile con l'utilizzo continuo, giorno dopo giorno, del braccio nelle attività di preparazione delle pelli del vestiario. Una attività tutto fuorchè che trascurabile visto sia il clima freddo dell'epoca e del tempo necessario alla preparazione di una singola pelle (stimata in almeno 8 ore di lavoro continuo).
Questa nuova ipotesi deriva sia dall'analisi al computer della forza trasmessa all'omero che da esperimenti in cui si è chiesto a volontari di fare una attività simile a quella di lavorare la pelle con un sasso in modo costante. I soggetti sono stati alla fine analizzati con una tecnica nota come elettromiografia e quindi si è valutato l'impatto dell'attività muscolare sull'omero. Esperimenti analoghi mimanti l'utilizzo di lance o bastoni hanno mostrato un rafforzamento anche nel braccio sinistro, a causa del diverso modo nel brandire lo strumento in modo efficace.
Questo dato si basa a sua volta su un paradigma dimostrato, senza il quale l'analisi del "braccio preferito" non avrebbe senso: anche nei primati non umani esiste una prevalenza destrorsa. Se esiste questa preferenza nei primati attuali (uomo compreso) non vi è ragione per dubitare che esistesse anche nel cugino Neanderthal. 
Lo sviluppo differenziale nella forza del braccio destro non è quindi compatibile con la sola attività di caccia.

(articolo successivo in questo blog sui legami tra neanderthal e sapiens --> qui)


Articoli di riferimento
-  The complete genome sequence of a Neanderthal from the Altai Mountains
  (Nature, settembre 2013)
- Neanderthals cooked veggies and used plants for medicine
(Yale University e TSN)
- Unique Neandertal arm morphology due to scraping, not spearing: study
(Yale University e PLoS ONE)

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