L'amore è un sentimento poco etereo e molto biologico. Pervade ogni aspetto della nostra vita e ha ispirato innumerevoli opere d'arte. L'amore ha anche un profondo effetto sul nostro stato fisico e sul benessere mentale. Un 'cuore spezzato' o un lutto possono avere un effetto disastroso per il benessere psicofisico. Senza relazioni affettive gli esseri umani non riescono a fiorire, anche se tutte le loro altre necessità di base sono soddisfatte.
L'importanza di questi aspetti nell'essere umano si evidenzia nella mole di attività artistiche prodotte in suo nome; attività che sono in parte un tentativo del genere homo (visto che nasce con la capacità rappresentativa dei primi ominidi) di canalizzare i turbamenti emotivi interiori. Sarebbe un errore tuttavia considerare il fenomeno, nei suoi aspetti più caratterizzanti, come una esclusiva dell'essere umano; animali così diversi come i primati e gli insetti hanno nella socialità il cardine della loro vita.
In quanto tale l'amore non è chiaramente solo un emozione ma è un processo biologico dinamico e bidirezionale. Le interazioni sociali possono innescare processi cognitivi e fisiologici che influenzano stati emotivi e mentali che a loro volta condizionano la socialità.
Analogamente mantenere la capacità di amare richiede un feedback costante attraverso i sistemi sensoriali e cognitivi. Il corpo cerca l'amore e risponde costantemente alla sua presenza o assenza.
Solo di recente la scienza ha cominciato a disporre di strumenti idonei (vale a dire analitici e non meramente descrittivi) per tentare di fornire una spiegazione fisiologica al perché interruzioni di legami sociali abbiano conseguenze così pervasive nella vita di un dato essere vivente. Una risposta che deve essere cercata in campi quali la genomica e le neuroscienze e supportati da nozioni di socio-biologia.
La tematica che affronterò in questa serie di articoli a tema la "biochimica dell'amore" è trattata in maniera egregia ed esaustiva nella recente review di Carter e Porges pubblicata su EMBO (vedi le note bibliografiche). Qui io ne riassumerò i tratti essenziali, semplificandoli e compendiandoli con materiale da altre fonti. Fonti, come mia abitudine, sempre e solo di natura scientifica e pubblicate su riviste peer-rewieved. Non opinioni.
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