(...) Fra i tanti esempi abbiamo robot a forma di pesce o di
serpente (a scopo ambientale, sorveglianza o soccorso) oppure piccoli droni ispirati alle api (vedi in prossimo i prossimi articoli).
Le robo-api (robobees in inglese) hanno obiettivi ambiziosi:
Le robo-api (robobees in inglese) hanno obiettivi ambiziosi:
- impollinazione
- ricerca e soccorso (come strumento di monitoraggio dopo disastri naturali)
- esplorazione di ambienti pericolosi e/o difficili da raggiungere.
- sorveglianza militare
- mappaggio meteorologico e climatico ad alta risoluzione
- monitoraggio del traffico
Il bello è che non si tratta di progetti ambiziosi orientati ad un lontano futuro, ma sono in fase avanzata di sviluppo o di collaudo.
L'immagine sopra mostra un dettaglio della parte progettuale di una roboape (nome originale RoboBee) i cui primi voli risalgono al 2007, ed il cui progetto è largamente basato sugli sforzi del laboratorio di microrobotica, coordinato dal Robert Wood, ad Harvard
Viene da se che la parte più complessa è quella quella "neurale" per il controllo dei diversi sensori di cui il robo-insetto è dotato.
Non basta. Il
progetto è ancora più ambizioso. L'obiettivo finale è quello di emulare il comportamento
sofisticato dei veri insetti attraverso l'interazione a scopo comunicativo fra le
diverse macchine volanti. Tutto questo mediante l'utilizzo di algoritmi
specificamente creati.
Per un tale lavoro ci vogliono le menti migliori e fondi idonei. Non illimitati. Semplicemente disponibili, meritocratici ed ovviamente privati.
Il posto in cui questo progetto sta divenendo realtà è la Harvard’s School of Engineering and Applied Sciences (nel ruolo di coordinatore) in collaborazione con il Department of Organismic and Evolutionary Biology Harvard, la Northeastern University, la Centeye (azienda di microelettronica a Washington, D.C. specializzata in sensori) e per finire ricercatori del Wyss Institute for Biologically Inspired Engineering (già il nome è una garanzia ...).
Link al sito del laboratorio --> qui.
(nei prossimi giorni seguiranno altri articoli sul tema. Stay tuned!)
Articoli precedenti su temi analoghi che potrebbero interessarvi:
--> "Il DNA origami e i nanorobot"
--> "Bio-robot e chip per la memoria umana ..."
--> "Un articolo su Anirban Bandyopadhyay: nanorobot e cervello"
Per un tale lavoro ci vogliono le menti migliori e fondi idonei. Non illimitati. Semplicemente disponibili, meritocratici ed ovviamente privati.
Il posto in cui questo progetto sta divenendo realtà è la Harvard’s School of Engineering and Applied Sciences (nel ruolo di coordinatore) in collaborazione con il Department of Organismic and Evolutionary Biology Harvard, la Northeastern University, la Centeye (azienda di microelettronica a Washington, D.C. specializzata in sensori) e per finire ricercatori del Wyss Institute for Biologically Inspired Engineering (già il nome è una garanzia ...).
Link al sito del laboratorio --> qui.
(nei prossimi giorni seguiranno altri articoli sul tema. Stay tuned!)
Articoli precedenti su temi analoghi che potrebbero interessarvi:
--> "Il DNA origami e i nanorobot"
--> "Bio-robot e chip per la memoria umana ..."
--> "Un articolo su Anirban Bandyopadhyay: nanorobot e cervello"
Nessun commento:
Posta un commento