Nell'articolo precedente sul tema "medicina alternativa e uso responsabile" (QUI) ho voluto sottolineare alcuni dei criteri che ogni persona dovrebbe usare prima di fruire di tali trattamenti. Infatti se da un lato è vero che alcuni degli approcci appartenenti al variegato mondo della medicina alternativa si sono dimostrati con il tempo indubbiamente utili è anche vero che il motivo del loro successo è spiegabile scientificamente. L'esempio fatto in precedenza delle proprietà della corteccia del salice è illuminante: non si tratta di proprietà taumaturgiche di natura trascendentale ma della presenza di principi attivi che, una volta isolati, hanno reso possibile ottenere lo stesso effetto, ma in modo più semplice e riproducibile, con una pastiglia di aspirina o derivati. Per motivi simili il non conoscere esattamente le molecole presenti in un infuso derivato da una o più erbe espone al rischio concreto di effetti non caratterizzati e quindi non soppesabili per il rapporto rischio/beneficio.
A posteriori mi sono accorto che in quell'articolo mancava una parte che riassumesse anche solo brevemente gli studi scientifici volti a valutare, e nel caso validare, l'efficacia di tali trattamenti. Ancora una volta, mi riferisco a solo a branche "serie" della medicina alternativa e non a pratiche cialtronesche. Rimedio con questo articolo.
Sulla omeopatia non mi esprimo ulteriormente in quanto condivido in pieno la posizione di Silvio Garattini, una persona che ha fatto del rigore scientifico e della lotta alle fandonie il perno della sua attività di farmacologo (vedi la sua lotta con l'ignominia del metodo Stamina, vedi qui). Potete quindi dare uno sguardo all'articolo di Garattini "Ma è mai possibile curare i malati con il "nulla"?" citato a fondo pagina.
Agopuntura
In favore dell'agopuntura ci sono i risultati di numerosi studi clinici che dimostrano il suo funzionare meglio di un trattamento placebo (consistente nel fittizio inserimento di aghi che il paziente non vede) nel trattamento del dolore cronico. Un dato positivo oscurato tuttavia dal fatto che il sollievo provato era indipendente dal punto in cui gli aghi venivano inseriti!
Nel caso del trattamento del dolore cronico tuttavia la componente fisiologica è fortemente legata alla componente "percettiva" (personale) del dolore; va da se che questo è uno dei casi in cui, come abbiamo visto in precedenza, l'effetto placebo amplifica i suoi effetti. Questo per dire che se anche il trattamento ha una efficacia teorica non totalmente spiegabile con un effetto fisiologico, la componente di soddisfazione personale (lenimento del dolore) diviene centrale. Se quindi il paziente in piena autonomia di giudizio ritiene di provare maggiore beneficio con questo trattamento rispetto a quando utilizza un anti-dolorifico, non vedo grossi problemi. E in effetti questi trattamenti non hanno mai la pretesa di sostituirsi a trattamenti salva-vita consolidati.
Erboristeria
Nel caso dei prodotti erboristici il discorso è molto più complesso date le indubbie proprietà farmacologiche associate a molte piante. Il problema in questi casi è stato (ed è ancora oggi) identificare, nel caso di un effetto "reale", quali e quante fossero le molecole associabili al principio attivo.
Lavoro complicato dalla necessità di valutare in primis la sicurezza del trattamento, la tolleranza sul breve-medio periodo (reazioni allergiche e durata dell'effetto nel tempo) ed infine la identificazione delle specifiche della malattia da trattare. Quest'ultimo fatto potrà sembrare ovvio ma per i trattamenti, anche funzionanti, della tradizione popolare non è immediato; pensiamo come esempio ad un unguento contro l'irritazione cutanea indotta da una pianta. L'azione lenitiva potrebbe essere specifica per la tossina rilasciata dalla pianta (magari presente esclusivamente in Amazzonia) o magari agire come anti-infiammatorio locale. La differenza tra i due casi ci dice se la sua azione è generale o estremamente specifica, e quindi non utile a chi cerca un rimedio contro l'irritazione da ortica.
Ad oggi pochi farmaci prettamente botanici (quindi NON il solo principio attivo) hanno effettivamente ottenuto l'approvazione, anche se molti sono oramai in una fase avanzata della sperimentazione clinica. Tra questi abbiamo:
- l'anti-reumatico PMI-001 è un estratto derivato dalla Tripterygium wilfordi, della famiglia delle Celastraceae (principalmente piante rampicanti), usato in Cina per secoli per curare febbri, come contraccettivo maschile e più recentemente per malattie infiammatorie e autoimmuni. Nella sua corteccia esterna sono stati identificati circa 400 composti alcuni dei quali dotati di attività anti-infiammatoria, con bersaglio l'attività trascrizionale di geni pro-infiammatori come IL- 2, TNF, iNOS e COX-2. (PRNewswire)
- Miele di Manuka. Ricavato da piante (nulla ha a che fare con le api) è dotato di una interessante attività antibiotica ad ampio spettro che gli è valsa la recente approvazione per uso medico. Piccole concentrazioni di questo estratto uccidono in solo due ore l'85 % della popolazione batterica presente in un biofilm. Tra questi, il batterio Streptococcus pyogenes, il batterio responsabile delle problematiche connesse alla lenta guarigione delle ferite, soprattutto tra i pazienti immunocompromessi. Mai nome (miele) si è rivelato più adatto allo scopo dato il momento attuale in cui la carenza di antibiotici funzionanti rende "dolce" questa scoperta.
Fitness e meditazione
Tra i vari rimedi appartenenti alla medicina alternativa vale la pena considerare anche l'esercizio fisico e la meditazione. Tra i molteplici studi condotti sull'uno o sull'altro approccio cito uno studio americano condotto su entrambi contemporaneamente. Nel lavoro condotto da David Nieman e pubblicato nell'agosto del 2012, sono state studiate 149 persone divise in tre gruppi a cui è stato chiesto di dedicarsi a sessioni quotidiane di 45 minuti (per un totale di 2,5 ore alla settimana) di esercizio fisico, meditazione (del tipo "di consapevolezza") o a fare quello che fanno di solito. I tre gruppi sono stati poi confrontati tra loro valutando su base annua l'incidenza e l'intensità di affezioni comuni come raffreddore o influenza
Tra i vari rimedi appartenenti alla medicina alternativa vale la pena considerare anche l'esercizio fisico e la meditazione. Tra i molteplici studi condotti sull'uno o sull'altro approccio cito uno studio americano condotto su entrambi contemporaneamente. Nel lavoro condotto da David Nieman e pubblicato nell'agosto del 2012, sono state studiate 149 persone divise in tre gruppi a cui è stato chiesto di dedicarsi a sessioni quotidiane di 45 minuti (per un totale di 2,5 ore alla settimana) di esercizio fisico, meditazione (del tipo "di consapevolezza") o a fare quello che fanno di solito. I tre gruppi sono stati poi confrontati tra loro valutando su base annua l'incidenza e l'intensità di affezioni comuni come raffreddore o influenza
Sia l'esercizio fisico che la meditazione hanno mostrato benefici significativi rispetto al controllo.
Mentre il gruppo di meditazione e quello impegnato in attività di esercizio fisico intenso hanno cumulato un totale di 257 e 241 giornate di assenza dal lavoro, rispettivamente, a causa di disturbi derivanti da raffreddori o influenza, il gruppo di controllo ha totalizzato 453 giorni di disturbi. Una riduzione pari al 50 %!
E' bene precisare che in un lavoro di poche settimane fa l'effetto "protettivo" è apparso maggiore nel gruppo di meditazione rispetto a quello "sportivo".
Comunque sia il dato è interessante anche se è ovvio che saranno necessarie casistiche più ampie e controllate prima di pronunciarsi in merito.
Lo studio di Nieman mostra come siano sufficienti 30-60 minuti di moderato esercizio cardiovascolare al giorno (jogging, camminata veloce o bicicletta) per raggiungere la massima protezione contro tutti i tipi di malattie comuni. Un valore per nulla difficile da raggiungere, con un po' di buona volontà, per l'adulto medio. Certamente più facile che chiedere alla stessa persona di meditare (NON oziare, cosa ben diversa) per 45 minuti ogni giorno.
Lo studio di Nieman mostra come siano sufficienti 30-60 minuti di moderato esercizio cardiovascolare al giorno (jogging, camminata veloce o bicicletta) per raggiungere la massima protezione contro tutti i tipi di malattie comuni. Un valore per nulla difficile da raggiungere, con un po' di buona volontà, per l'adulto medio. Certamente più facile che chiedere alla stessa persona di meditare (NON oziare, cosa ben diversa) per 45 minuti ogni giorno.
Un libro interessante sull'argomento recentemente pubblicato:
"Do You Believe in Magic? The Sense and Nonsense of Alternative Medicine" di Paul A. Offit. Harper, 2013 hardcover, $26.99 ISBN: 006222296
Fonti
- Alternative medicine on trial
EMBO reports (2012), 11(12)
- Sham acupuncture may be as efficacious as true acupuncture: a systematic review of clinical trials.
Moffet HH (2009), J Altern Complement Med 15: 213–216
- Upper respiratory tract infection is reduced in physically fit and active adults.
Br J Sports Med (2011) 45: 987–992
EMBO reports (2012), 11(12)
- Sham acupuncture may be as efficacious as true acupuncture: a systematic review of clinical trials.
Moffet HH (2009), J Altern Complement Med 15: 213–216
- Upper respiratory tract infection is reduced in physically fit and active adults.
Br J Sports Med (2011) 45: 987–992
- Ma è mai possibile curare i malati con il "nulla"?
http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=101576
- Advantage Of Meditation Over Exercise In Reducing Cold And Flu Illness Is Related To Improved Function And Quality Of Life
Chidi N. Obasi, Influenza Other Respir Viruses. 2013 November; 7(6)
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