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Nella sfortuna l'unica speranza è che, come avvenuto per Michael J. Fox con il Parkinson, questo sia prodomico ad un sempre maggiore interesse nella ricerca e nella raccolta fondi e/o sensibilizzazione a tale scopo. Consiglio a tal proposito di leggere l'interessante Lucky Man di M.J.Fox e di dare uno sguardo al sito della sua fondazione, promotrice di molti progetti di ricerca ed un recente finanziamento da loro fornito.
Il caso Jack Osborne è tuttavia paradigmatico nella ricerca delle cause scatenanti la malattia. Negli anni diversi ipotesi sono state fatte e diversi virus sono stati indiziati fra i potenziali colpevoli indiretti. Tuttavia non sono state trascurati agenti chimici sia correlati all'inquinamento che a sostanze ad azione psicotropa il cui potenziale effetto epigenetico sulle cellule germinali non è da escludere e permetterebbe di correlare l'abuso di sostanze del padre (che a sua volta mostra dei chiari segni neurologici) con la malattia del figlio.
Questo è quello che si pensava fino ad ora. Tuttavia una ricerca appena pubblicata su Nature Review Neuroscience fa sorgere negli autori il dubbio se la malattia sia puramente autoimmune (ed infiammatoria) oppure se vi sia anche una componente degenerativa che precede la parte infiammatoria. Tale osservazione non è di secondaria importanza nell'approntare terapie adeguate.
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