Utilizzare il DNA come alternativa ai classici strumenti per immagazzinare memoria digitale non è una novità per quanto siamo solo agli albori delle sue potenzialità (vedi il precedente articolo --> DNA al posto della pendrive?).
Oggi riporto una sua curiosa applicazione sotto forma di una statuetta di un coniglio in poliestere creata con la stampante 3D che contiene al suo interno, sotto forma di DNA, le istruzioni per ricrearne copie a volontà.
(credit: ETH Zurich / Julian Koch) |
L'esperimento è frutto della collaborazione tra due team di ricerca, uno presso l'ETH (Istituto federale svizzero di tecnologia) e l'altro quello di una azienda israeliana attiva nello sviluppo di sistemi di storage delle informazioni sotto forma di DNA.
Più che la creazione in sé il dato rilevante è nel potenziale utilizzo del DNA per memorizzare le informazioni per la produzione di oggetti di uso quotidiano.
Il DNA contenente le informazioni (corrispondenti a circa 45 kilobyte) è stato inserito in microsfere di vetro e poi incorporato nella plastica con cui è stato costruito il coniglietto. Una volta ottenuta la statuetta si è messo alla prova l'accesso alle istruzioni rimuovendo un pezzetto di plastica dall'orecchio, isolandone le sferette con il loro carico di DNA che una volta sequenziato e tradotto il codice, ha fornito una stringa di informazioni sufficienti alla stampante 3D per riprodurre l'oggetto stesso, ivi compresa l'informazione dell'assemblaggio e decodifica dell'informazione nella stringa di DNA.
Il processo è stato ripetuto 4 volte partendo ogni volta dalla statuetta appena prodotta, l'ultima delle quali conservata per nove mesi per dimostrare la stabilità dell'informazione.
In un prossimo futuro la produzione di oggetti base per la casa o i pezzi di ricambio per vari macchinari verranno prodotti direttamente sul luogo minimizzando così la catena distributiva e il conseguente inquinamento ambientale. Va da sé che siamo ancora lontani da questi traguardi pratici.
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