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Nessuno è perfetto ... ci dice il nostro DNA

Il vecchio adagio "nessuno è perfetto" ha trovato una conferma scientifica grazie alla disponibilità di analisi genetiche sempre più approfondite e meno costose.
Che il Progetto Genoma prima ed il suo successore, 1000 genome project, fossero destinati ad essere una sorgente di informazioni era cosa attesa. Le scoperte che si stanno accumulando continuano a fornire spunti sempre nuovi e questo è fonte di entusiasmo sia per gli addetti ad i lavori che per il lettore amante la scienza. 
Prima di tornare alla ricerca citata nel primo paragrafo è bene fare un ulteriore premessa: la variabilità genetica fra noi esseri umani, sebbene assolutamente irrisoria come percentuale è tuttavia presente. La sua entità è facilmente desumibile ad esempio sia dalla difficoltà di trovare organi compatibili per i trapianti che dalle impronte genetiche che i vari laboratori CSI potrebbero usare per risalire a noi.
Oltre alle variazioni silenti che definiamo genericamente polimorfismi (localizzate fuori dalle zone codificanti e regolatore dei geni o quelle geniche che non causano variazione nel contenuto informativo) non mancano quelle che alterano l'informazione genetica. 
Ciascuno di noi è portatore di difetti genetici che rimangono latenti poiché hanno carattere recessivo (entrambe le copie del gene devono essere mutate). Queste mutazioni emergeranno, anche con frequenze dirompenti, qualora aumentasse la frequenza di accoppiamenti tra individui legati da certo grado di parentela (evento tipico nelle zone isolate dove tutti sono più o meno imparentati) o per pura sfortuna (nuova mutazione) con conseguente aumento della frequenza dei soggetti omozigoti.
Il caso delle mutazioni dominanti è in genere "meno importante" perché l'effetto della mutazione si manifesta subito anche nel portatore; se la mutazione è deleteria, è probabile che il portatore non riuscirà a raggiungere l'età riproduttiva (o se lo fa a riprodursi), per cui l'allele viene eliminato dal pool genico della popolazione.

Un risultato interessante viene da un studio di qualche tempo fa condotto congiuntamente dalla Yale University (USA) e dal Wellcome Trust Sanger Institute (UK). Il lavoro, pubblicato  sulla rivista Science, evidenzia che ciascuno di noi porta una "carica" di 100 mutazioni (del tipo CNV) geniche in grado di inattivare del tutto l'allele correlato. Un valore questo ben al di sopra di quanto previsto.
Ancora peggio, in media ogni individuo (per tutto il resto sano) ha 20 geni in cui entrambi gli alleli sono funzionalmente inattivi. In totale i geni coinvolti colpiti sono 253. Questo significa anche che visto che il numero di geni stimato è di poco superiore ad i 20000, lo spegnimento di circa l'1% dei geni è tollerato, cioè non provoca malattie, e anche questo è un dato inatteso se si considera che molte malattie genetiche sono causate da 1 singola mutazione.
Precisiamo subito. Si tratta di geni prima trascurati e, molto probabilmente, non coinvolti nei processi fondamentali della cellula e/o con funzioni ridondanti. 
Tuttavia è un risultato sorprendente non tanto per la mutazione in sé (ai polimorfismi noti SNP siamo oramai abituati) quanto al fatto che si tratta di null mutationcioè una mutazione in grado di disattivare funzionalmente un gene (il gene non produce alcuna proteina o ne produce una non funzionante).

Sarà interessante a questo punto studiare i circuiti regolatori di cui fanno parte e capirne la funzione.

***

Il crollo dei prezzi dell'analisi genetica ha reso disponibili una serie di test in cui è sufficiente inviare un campione di saliva (o uno striscio di cellule prelevate dalla bocca grazie ad un semplice cotton fioc) al laboratorio. Nel giro di qualche settimana ricevere i risultati dell'analisi con i geni analizzati e le probabilità di malattia di origine genetica, di intolleranza alimentare o anche solo il vostro albero genealogico inteso come popolazione di provenienza (direi inutile in Italia ma molto in voga negli USA per capire quanti quarti di irlandese, di tedesco, di ispanico o di nativo si possiede).
Alcuni dei test pubblicizzati sono pura fuffa mentre altri (in primis quelli dell'azienda storica 23andMe) sono ben fatti. Poi è chiaro che io preferisco avere informazioni dettagliate anche con dati grezzi da analizzare con i miei strumenti informatici, mentre un non addetto ai lavori necessiterà solo (di più sarebbe inutile e confondente) una lista dei risultati.
Nota. La FDA ha imposto, giustamente, norme severe riguardo la tipologia di informazioni divulgabili ai non addetti ai lavori per evitare il rischio di indurre timori di malattia magari ingiustificati. Nel senso che se per alcuni geni una mutazione può dare esito scontato (ad esempio talassemia o fibrosi cistica, nei soggetti omozigoti) nella maggior parte dei casi si tratta di probabilità e di una complessa serie di interazioni genetico-ambientali per cui solo al verificarsi di date condizioni la probabilità di ammalarsi diventa rilevante. Ma è sempre una analisi probabilistica, un concetto che molti potrebbero travisare.
 Questa la ragione per cui i dati ottenibili da questi kit commerciali sono generici.



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