Nel 1982 erano rimasti solo 22 esemplari di condor della California (Gymnogyps californianus).
Dalle cime della Sierra Nevada su fino allo Utah e poi nelle montagne rocciose canadesi, erano tutti spariti, vittime indirette del piombo dei fucili. Indirette perché il loro crollo demografico non era attribuibile all'essere stati impallinati ma all'avere ingurgitato i pallini di piombo insieme alle carcasse di uccelli uccisi, ma non recuperati, dai cacciatori (caduti ad esempio in zone impervie anche per i cani da riporto).
Risultato, un avvelenamento progressivo causato dall'accumulo di piombo nell'organismo.
Credit: National Park Service/AP via Washington Post |
22 esemplari è un numero che lasciava poche speranze di sopravvivenza della specie, sia per la difficoltà di incontrare il partner in un'area così ampia che per il ridotto pool genetico.
Ma non c'era scelta. Per questa ragione tutti e 22 i condor rimasti vennero catturati e inseriti all'interno di un programma di allevamento a fini riproduttivi.
Dopo 10 anni e l'ottenimento di un discreto numero di individui, i primi condor vennero reintrodotti nell'ambiente naturale.
Sono passati quasi 30 anni e il programma ha raggiunto un nuovo traguardo: il pulcino numero 1000. Il giovane è stato covato nelle terre selvagge dello Zion National Park nello Utah da due genitori allevati in cattività.
L'articolo completo è apparso qualche settimana fa sul Washington Post.
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