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Polvere di luna per creare le basi lunari e per respirare

Impolverarsi sulla Luna non solo è inevitabile ma anche rischioso, come abbiamo visto nel precedente articolo (--> "Il lato tossico della Luna").
La somma di bassa gravità e carica elettrostatica, e dell'alta abrasività delle particelle di polvere fanno si che la polvere entri in contatto prolungato con qualunque oggetto si muova sulla sua superficie ponendo quindi un serio rischio per l'integrità di macchinari, moduli abitativi e tute spaziali.


Ma visto che c'è, è abbondante e non eliminabile, tanto vale ingegnarsi in modo da usarla come materiale da costruzione. Questa polvere grigia, fine e ruvida è ovunque quindi non c'è nemmeno bisogno di estrarla da cave prima di sottoporla a procedimenti di triturazione, riscaldamento e compressione per ottenere blocchi solidi utili per costruire strade, piattaforme di lancio e muri protettivi. 
Un blocco dimostrativo da 1,5 tonnellate prodotto mediante stampa 3D del suolo lunare usando la polvere estratta dal terreno vicino a Colonia (credit: ESA)

Il suolo lunare è fatto di materiale basaltico ricco di silicati, una caratteristica questa comune ai corpi planetari con un passato vulcanico (gli ultimi episodi di vulcanismo lunare risalgono a circa 50 milioni di anni fa). Luna e Terra del resto condividono una storia geologica comune che va fatta risalire all'epoca dello scontro con l'ipotetico planetoide Theia, 
Nota. Non ci sono certezze circa l'origine della Luna. Le ipotesi principali sono quelle della fissione da una proto-Terra, della cattura di un planetoide vagante, dell'accrescimento simultaneo dallo stesso serbatoio di detriti orbitali e appunto quello della collisione. Le caratteristiche geologiche di Terra e Luna e il fatto che la Luna abbia caratteristiche che richiamano il mantello terrestre e le ridotte dimensioni del nucleo, hanno rafforzato negli ultimi l'ipotesi della collisione. I punti interrogativi tuttavia rimangono.
Progettare utilizzi ingegneristici della polvere lunare necessita però di averne a disposizione un quantitativo sufficiente oltre a quello finora usato nei test di laboratorio. 
Curiosamente non bisogna andare sulla Luna per trovare in abbondanza polvere di tipo lunare. C'è un'area che si presta allo scopo nelle vicinanze del EAC (Centro europeo per gli astronauti) di Colonia, frutto di eruzioni vulcaniche risalenti a circa 45 milioni di anni fa.

Il sostituto della polvere lunare made in Europe ha già un nome, che non brilla in verità di fantasia: EAC-1.
Ad occuparsi dei potenziali metodi di utilizzo della polvere lunare sono le ricerche condotte sotto l'egida della Spaceship EAC, tra i cui responsabili figura l'astronauta Samantha Cristoforetti.

Il suolo lunare ha un'altra caratteristica oltre l'abrasività della sua polvere ed è la ricchezza di ossigeno, la cui percentuale in peso arriva al 40%.
Non è così fantascientifico pensare a tecniche in grado di estrarre l'ossigeno atomico dalle particelle di polvere lunare per formare l'ossigeno necessario a rimpinguare le scorte di aria per assicurare la sopravvivenza dei futuri residenti.

Video by ESA. Se non vedi il video clicca --> youtube

La polvere lunare made in Europe sarà utile per testare nuovi metodi estrattivi e ingegneristici ma ha alcuni limiti importanti. Una delle caratteristiche della polvere lunare è la elettrostaticità causata dal bombardamento delle radiazioni cosmiche. La natura dettagliata di tale carica è ancora poco nota e i tentativi di ricrearla in laboratorio non hanno dato gli esiti sperati. 
Una ragione in più. sostengono i ricercatori, per pianificare nuove missioni sulla Luna finalizzate all'analisi in loco e all'importazione sulla Terra di suolo lunare.

Articolo successivo sul tema --> "Lunamoti"

Fonte
- Bricks from Moon dust
ESA / news (agosto 2018)

- How Do You Build on the Moon? Start with Lunar Dust 
space.com/news

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