Conosciamo tutti la differenza tra un tumore ed una infezione da parte di un parassita. Di natura endogena la prima (anche se in alcuni casi c'è il concorso virale) ed esogena la seconda. Altra differenza sostanziale è il fatto che nel caso dei tumori la malattia non è trasmissibile mentre l'infezione (in presenza di condizioni permissive) lo è.
L'eccezione degna di nota è quella dei tumori infettivi presente in alcuni cani e nel diavolo della Tasmania. Una infettività resa possibile dall'alta omogeneità genetica della popolazione che impedisce al sistema immunitario di distinguere tra le proprie cellule e quelle trasmesse (attraverso ferite, atti sessuali o altro) da un altro individuo della sua stessa specie. Per ulteriori notizie sul tema --> "diavolo della Tasmania" e "tumore infettivo dei cani".
Ricercatori americani del Centers for Disease Control (CDC) hanno descritto un caso clinico bizzarro (ma non senza precedenti) di un parassita "classico" come la tenia, che dopo avere infettato una persona ha cominciato a comportarsi più come un tumore aggressivo che come un parassita. Lo studio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista New England Journal of Medicine.
Il paziente, un colombiano di 41 anni positivo al virus HIV, si era rivolto nel 2013 a medici del suo paese a causa dei problemi connessi a complicanze tipiche della immunodeficienza acquisita; ricordo che uno dei problemi più seri a cui vanno incontro i sieropositivi in assenza di trattamento antivirale è la comparsa di infezioni opportuniste e di tumori altrimenti estremamente rari e asintomatici (in un individuo non sieropositivo).
Uova di H. nana |
Nello specifico, il paziente era stato infettato dalla Hymenolepis nana (un cestode parente della tenia responsabile del verme solitario, infezione associato al consumo di carne suina non trattata) e presentava piccole escrescenze tumorali sia nei polmoni che nei linfonodi. L'analisi al microscopio sulle biopsie evidenziò la presenza di piccole celle di forma irregolare e ben diverse da quelle normali, che come un cancro sembravano invadere i tessuti circostanti sani. Per comprenderne l'origine i medici decisero di inviare le biopsie al CDC di Atlanta, il centro di riferimento per le malattie infettive. Il referto fu che non si trattava di cellule umane; d'altro canto non sembrava nemmeno essere parte di un organismo multicellulare (e ben noto) come una tenia, casualmente migrata al di fuori della mucosa intestinale, loro bersaglio standard.
Nel frattempo il paziente era deceduto a causa di una insufficienza renale e questo spinse il CDC ad inviare in Colombia un team guidato dal patologo Atis Muehlenbachs per approfondire il caso. L'analisi del DNA delle nuove biopsie autoptiche dimostrò non solo che le cellule simil-tumorali appartenevano ad una tenia ma che tali cellule erano mutate in geni simili (cioè omologhi) a quelli tipicamente mutati nelle cellule tumorali umane.
La biopsia del tessuto con le cellule "aliene" Image credit: CDC |
In presenza di un sistema immunitario normale, tale invasione sarebbe stata immediatamente scoperta e distrutta, ma in quei pazienti il sistema di difesa e/o di rilevazione era compromesso e quindi il sistema di difesa inefficace.
Sebbene non ci siano evidenze che le cellule proliferanti di tenia possano essere trasmesse in modo orizzontale ad altri esseri umani, non è possibile escludere tale possibilità a priori qualora il ricevente si trovi in uno stato, anche solo temporaneo, di immunodepressione. Il che mi permette di riagganciarmi ad un articolo precedente sulla stupidità legata al rifiuto di fare vaccinare i propri figli contro il morbillo: il virus del morbillo è infatti uno dei più efficaci immunosoppressori esistenti tra gli organismi patogeni e apre la strada ad una miriade di complicanze, la vera causa della pericolosità di tali patogeno (vedi --> "Il ritorno del morbillo. La stupidità si paga").
Fonte
- Malignant Transformation of Hymenolepis nana in a Human Host
Atis Muehlenbachs et al, N Engl J Med 2015; 373:1845-1852
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