La conformità di un prodotto alle direttive comunitarie e nazionali è un importante elemento di tutela della nostra salute prima ancora che del nostro portafogli; una tutela tanto più necessaria quando il prodotto è utilizzato anche dai bambini. Verificare che i prodotti non contengano pezzi ingeribili dai più piccoli è importante ma non sufficiente quando parliamo di un materiale eterogeneo e multiuso come la plastica.
In un articolo di poche settimane fa (--> QUI) ho parlato dell'importanza della plastica (o meglio delle plastiche) nella nostra vita quotidiana, sottolineandone però le problematiche ecologiche legate al suo smaltimento, causa la scarsa o nulla biodegradabilità. Un altro aspetto con conseguenze molto più dirette sulla salute è direttamente legato al deterioramento di alcune componenti biologicamente non inerti.
Una molecola che riassume tali problematiche sanitarie è il bisfenolo-A (alias BPA), che se da una parte ha un ruolo chiave per conferire solidità e resistenza al materiale dall'altro si è scoperto possedere una azione estrogeno mimetica, i cui effetti comprendono pubertà precoce, aumento del volume seno o della prostata.
BPA |
Il BPA è stato bandito da alcuni anni fa e le aziende hanno investito notevoli cifre nella ricerca di un sostituto "affidabile".
Essendo il BPA una molecola fondamentale per conferire una tenuta ragionevole alla
plastica (credo che abbiate tutti presente la differenza tra plastiche
che non durano cinque minuti dall'uscita dal negozio e le bottiglie in
grado di resistere anche al calore o all'acido di una cola) eliminare in toto molecole con tali funzioni non era possibile. Bisognava trovare un sostituto
più stabile e non solubile; sostituto "ideale" identificato nel bisfenolo-S (BPS) e che ha permesso alle aziende di certificare come BPA-free i prodotti "sensibili" di nuova generazione, come bottigliette e giocattoli.
Tutto a posto quindi? Purtroppo no. Il diavolo si nasconde sempre "nei dettagli".
Una ricerca condotta da un team della UCLA suggerisce che per alcuni aspetti il BPS sia altrettanto dannoso del BPA, in grado di produrre effetti sul sistema riproduttivo, almeno in alcuni animali di laboratorio come il pesce zebrafish (modello di riferimento nell'embriogenesi grazie alla trasparenza degli embrioni).
Zebrafish durante lo sviluppo (Credit: Zebrafish Lab via sciencedaily) |
Il motivo di tale effetto sarebbe da ricercare nell'azione estrogeno-mimetica (effetto noto) e simil-tiroidea (attività non prevista) posseduta da entrambi i bisfenoli.
Altri studi sono ora necessari per comprendere se e quanto il BPS sia una alternativa effettivamente meno rischiosa del BPA.
Fonte
- Actions of Bisphenol A and Bisphenol S on the Reproductive Neuroendocrine System During Early Development in Zebrafish
Wenhui Qiu et al, (2016) Endocrinology, 157(2)
- Chemical used to replace BPA in plastic accelerates embryonic development, disrupts reproductive system
UCLA, news
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