Oggi è l'anniversario della morte di Giovanni Falcone e degli uomini della scorta. Falcone, una persona a cui tutti noi dobbiamo molto e che troppi dimenticano o semplicemente ignorano. Faccio quindi una eccezione (come la feci il giorno dell'attentato a Charlie Hebdo) al carattere monotematico, totalmente centrato sulla scienza, di questo blog per un post di omaggio ad un vero servitore dello stato, parola da intendersi nel senso più alto, come servitore e garante della comunità di onesti.
Giovanni Falcone (†23/5/92) e Paolo Borsellino (†19/7/92) |
Il nostro è un paese troppo propenso al
passare da critiche e denigrazioni in vita di persone impegnate nella
lotta a mafie e crimine, alla faciloneria celebrativa postuma che culmina
inevitabilmente nelle grida di "Santo subito". Non è un caso se
isolamento mediatico e minimizzazione del lavoro di queste persone
presso l'opinione pubblica precede la loro eliminazione.
Come tutte le persone che sostennero e seguirono sui giornali il suo lavoro in vita, oggi non posso esimermi dal ricordare la sua opera. Da quel giorno l'Italia non è stata più la stessa, ma non nel modo in cui gli attentatori speravano. La reazione c'è stata ed è stata forte. Non completa ma di entità inaspettata per i mandanti.
Onore a Giovanni Falcone e agli uomini della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
Chiudo questo articolo una tantum con una canzone scritta anni prima da Virgilio Savona (membro del sottovalutato Quartetto Cetra). Lo spunto per il testo della canzone venne dopo che gli furono riferite minacce velate affinché evitasse di occuparsi di "cose delicate".
Se pensate che questa canzone è stata scritta nel 1971 (quando ufficialmente certe faccende ... "non esistevano") non si può non togliersi il cappello di fronte ad un autore coraggioso. Una canzone di fronte alla quale le pseudo canzoni di denuncia di alcuni artisti odierni, appaiono come la satira da cortile, completamente innocua anche se venduta come trasgressiva.
"Sono cose delicate" di Virgilio Savona
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