Tra i vari primati che l'Italia può vantare, uno di cui faremmo volentieri a meno è quello dell'interventismo dei giudici su tematiche scientifiche. Una velleità ipergiudicante che non ha eguali nel mondo occidentale e che viene, giustamente, stigmatizzata da chi (in Italia e all'estero) si preoccupa per le conseguenze che tali interventi a gamba tesa possono avere sulla nostra società.
Questo non vuol dire che la scienza (o meglio chi si occupa di scienza) debba porsi al di là dei dettami della Legge, anzi, ma sarebbe auspicabile basare le contestazioni o le imposizioni su criteri logici senza pretendere di andare contro il consensus della comunità scientifica globale. Trascurare questo punto espone inevitabilmente a sconfessioni nei successivi gradi di giudizio e a una perdita di credibilità del sistema giudiziario (oltre a perdita di tempo, di soldi e del grado di affidabilità generale del sistema-Italia percepito all'estero).
L'ultimo caso in ordine di tempo viene dalla sentenza di condanna ai responsabili dell'allevamento noto come Green Hill, partita da capi d'accusa che hanno suscitato parecchi dubbi sulla stampa specializzata internazionale. L'articolo pubblicato pochi giorni fa su Nature segue quelli pubblicati nei mesi addietro dalla stessa rivista (la più letta da chi si occupa di scienza e spesso ripresa dai media classici) su tematiche che avevano in comune lo scontro tra la giustizia (o meglio alcuni giudici) italiana e la comunità scientifica: dalla imposizione di cure considerate illegittime dallo stesso ministero al giudizio sulla effettiva prevedibilità di ciò che è imprevedibile.
Come scritto sopra tutte le sentenze sono poi state ribaltate in appello ... ad indicare che forse prima di emettere una sentenza o anche solo aprire una istruttoria bisognerebbe essere sicuri di maneggiare la tematica che si vuole giudicare.
Riassumiamo in breve gli episodi più eclatanti:
- il caso di Bella. Per un riassunto vedi qui
- il caso Stamina. Alcuni magistrati vanno contro la decisione di ministero e di comunità scientifica permettendo terapie basate sul nulla. Scelta poi sconfessata dalla procura di Torino che chiude definitivamente il caso e porta a giudizio gli "inventori" (qui).
- il caso terremoto de l'Aquila. Condannati i sismologi che non avevano previsto ciò che nessuno al mondo è in grado di prevedere temporalmente, il terremoto. La sentenza è stata poi sconfessata in appello;
- il giudice che decide di indagare su vaccini e autismo ignaro del fatto che tale teoria è stata smantellata da anni (dettagli qui);
- caso Green Hill (qui)
A Milano si dice "Ofelè fa el to mestè ..."
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