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Indurre il movimento in un altro individuo con il solo pensiero? Tecnicamente fattibile

Ricercatori dell'Università di Washington hanno sviluppato il primo collegamento non invasivo tra i cervelli di due esseri umani.
In parole povere sono riusciti a fare si che l'output/ordine "cerebrale" connesso all'atto di muovere una mano proveniente dal soggetto A, registrato e trasmesso via internet, potesse essere captato e decodificato dal soggetto B che, con sorpresa, si trovava a muovere la propria mano.

Non preoccupatevi, non sono diventato improvvisamente un fan della parapsicologia e dell'arte di piegare i cucchiaini con il pensiero. La notizia si riferisce alle innovazioni, non meno strabilianti, che in futuro permetteranno di usare il pensiero per facilitare attività lavorative (ad esempio mediante il controllo di esostrutture) e/o per rendere più semplice la vita delle persone disabili.

L'esperimento è stato condotto presso la University of Washington a Seattle, dal duo Rajesh Rao (professore di ingegneria e informatica) e Andrea Stocco (professore associato), uno dei tanti italiani che hanno scoperto all'estero la possibilità di realizzare l'irrealizzabile in Italia.
Diagramma riassuntivo dell'esperimento (®Rajesh Rao, Un. of Washington)

La tecnologia alla base dell'esperimento si fonda su tecniche non invasive quali la registrazione della attività elettrica cerebrale nel soggetto A, seguita dalla trasmissione dei dati via web ed infine la "consegna", mediante stimolazione magnetica, dell'ordine impartito al soggetto B (Andrea Stocco) localizzato in un altro edificio del campus. Il tutto grazie ad una "cuffietta" dotata di sensori/trasduttori del segnale.
Risultato: in risposta al comando mentale del responsabile del progetto, Rajesh Rao. il dito (non un dito a caso) di Stocco inizia a muoversi sulla tastiera. 
Fossimo in Italia si potrebbe pensare ad un condizionamento psichico indotto dal ben noto rapporto barone/aiutante ma fortunatamente questo non è il caso. A parte le battute (tristi ma vere) non bisogna sottovalutare quello che ad un primo sguardo potrebbe apparire come un risultato banale: "muovere un dito".
Questo "semplice" risultato è la somma di una serie di eventi tutt'altro che semplici quali captare, codificare  trasportare e quindi "consegnare" l'ordine mentale (il pensiero di un movimento).
E' bene precisare che non si tratta di esperimenti del tutto nuovi visto che in precedenza i ricercatori della Duke University avevano dimostrato la fattibilità sperimentale nei ratti, mentre i ricercatori di Harvard avevano visto che era possibile "connettere" un umano e un ratto. Quello della Washington University è tuttavia il primo esperimento documentato di interfacciamento uomo-uomo.

Quello che segue è il video che documenta l'esperimento. Si tratta della versione "breve" per rendere il senso sperimentale. La descrizione completa dell'esperimento è visibile sul link riportato a fondo pagina.

Alcune note tecniche sull'esperimento.
Entrambi i ricercatori sono dotati di una cuffietta con elettrodi, ma con alcune differenze importanti. Mentre quella di Rao è stata progettata per rilevare i segnali elettrici (come in una elettroencefalografia), la cuffietta del ricevente è dotata di una bobina, posizionata sopra la corteccia motoria, necessaria per tradurre il segnale in una stimolazione transcranica. Il suo effetto (cioè quali neuroni vengono attivati) dipende da dove la bobina viene posizionata. Il posizionamento della bobina nell'emisfero sinistro indurrà una azione sul lato destro del corpo (e viceversa).
Nell'esperimento Rao guarda un videogioco e immagina (senza muovere le mani) di effettuare un movimento con la mano, tipo premere "enter".
Attenzione! Immagina solo di premere il tasto, quindi il nervo e i muscoli dedicati non vengono stimolati.
 In contemporanea a questo pensiero di azione, Stocco, posizionato in un altro edificio e isolato dal rumore ambientale, inizia a muovere il dito.
"La sensazione provata", afferma Stocco,"è simile a quella di un tic involontario, una azione su cui io non avevo controllo. Quasi come la "fusione mentale" di vulcaniana memoria".
Precisa Rao, " In un certo senso è stato eccitante e inquietante potere guardare un'azione immaginata dal mio cervello ma trasferita e tradotta in una azione reale da un altro cervello. Ovviamente non è nemmeno lontanamente paragonabile alla fusione mentale [di cui parla Stocco] visto che qui non sono i pensieri ad essere captati ma ordini legati al movimento. Ordini molto semplici e ben definiti".

Prospettive.
Il limite sperimentale intrinseco nell'esperimento è nella unidirezionalità del flusso. Il prossimo passo sarà quello di una interazione bidirezionale tra due individui (cervelli).
Un giorno si potrebbe addirittura arrivare ad interfacciarsi in caso di emergenza (e SEMPRE mediante strumentazioni apposite) al personale di volo non abilitato alla guida di un aereo per fare atterrare il velivolo per indisponibilità del pilota.
Fantascienza? Solo per ora.

(Articolo precedente nel blog sul tema "lettura" del pensiero, qui)


Fonti
- Direct Brain-to-Brain Communication in Humans: A Pilot Study
University of Washington, pagina di Rajesh Rao, qui 

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