Sono passati quasi 10 anni dall'articolo in cui stigmatizzavo il trend novax (e siamo ben prima del Covid) che aveva portato alla (ri)comparsa di estesi focolai di morbillo a causa del calo delle vaccinazioni. Ridotta protezione che nel caso di infezioni come quella di un virus altamente infettivo come il Paramyxovirus, basta che scenda sotto 85% della popolazione perché rimangano focolai pronti a colpire i più deboli (infanti, anziani o persone con sistema immunitario compromesso).
La soglia di "protetti" (vaccinati o immuni post malattia) necessaria perché non si abbia diffusione in ambienti frequentati da bambini in età prescolare è del 95%
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Il calo del numero di vaccinati in Texas (2025) |
Di seguito l'articolo del 2015 che preannunciava il rischio ora verificatosi (per gli articoli successivi usate il tag "morbillo" a fondo pagina)
*** Articolo di febbraio 2015***
Il ritorno del morbillo. La stupidità si paga
Il punto centrale dell'articolo odierno sottolinea
l'impresa (in senso negativo) dell'essere riusciti a trasformare il
morbillo, una malattia sotto controllo (in USA e Europa) da più di 15
anni con un numero di casi annuali meno che esiziale, a malattia che si
riaffaccia in comunità immunologicamente impreparate ad affrontarla.
E
questo non perché nel frattempo sia comparso un nuovo ceppo virale
particolarmente insidioso o sufficientemente diverso a livello
epitopico
da rendere meno efficaci le difese immunitarie. La causa è molto più
semplice e va ricercata nella sensibile diminuzione delle persone
vaccinate (in alcune aree con numeri percentuali a doppia cifra), che si
traduce in più persone sensibili all'infezione; maggiore il bacino di
infettabili, più probabile è la diffusione dell'epidemia al di fuori del
focolaio iniziale. Dato che la vaccinazione contro il morbillo
conferisce una protezione pluriennale, ne deriva che i soggetti
sensibili per definizione sono i giovani in età scolare o pre-scolare,
una età già di suo a maggior rischio a causa della promiscuità sociale a
scuola e nei campi gioco.
Paradossalmente
il virus del morbillo potrebbe ben figurare come l'esempio da copertina
di un virus contro cui il vaccino manifesta una massimizzazione di
utilità (durata e grado di protezione) ed efficacia (rapporto
rischio-beneficio) proprio per le caratteristiche del virus:
- altamente infettivo (valore dell'indice R0 maggiore di 10, tre volte
quello dell'influenza). Il virus rimane attivo e contagioso nell'aria o
su superfici contaminate per circa due ore dopo che è uscito dal corpo e
il periodo infettivo copre l'intervallo compreso tra 4 giorni
antecedenti e successivi la comparsa delle macchie cutanee. Sommando
questi dati si evince quanto sia facile per un bambino sensibile (cioè privo di anticorpi specifici) essere infettato. Per altre informazioni vedi i dati OMS.
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Malattie infettive a confronto. Morbillo (measles) batte Ebola in
quanto a numero di persone infettate da singolo individuo malato |
- La bassa variabilità virale permette di avere una immunità pluridecennale post-esposizione, dato
che il virus è sempre "lo stesso". Confrontate questa "staticità" con
l'estrema variabilità del virus influenzale (per cui è necessario ogni
anno una nuova vaccinazione); solo questo fatto dovrebbe togliere ogni
dubbio sull'importanza del vaccino contro il morbillo
Uno dei concetti chiave per comprendere come il rapporto tra soggetti
immuni (vaccinati o precedentemente esposti) e sensibili in una data
popolazione sia determinante per bloccare sul nascere la nascita di una
epidemia, è quello della
Herd Immunity (immunità
di gregge) Ad ogni malattia infettiva corrisponde un valore diverso di
"soglia di immuni" al di sopra della quale il patogeno non riesce a
innescare l'epidemia. Come evidenziato dalla figura sotto, il morbillo è
tra le malattie infettive comuni quello che è in grado di
automantenersi in una popolazione quando la soglia di immuni (vedi
sopra) scenda sotto il 90%. Bastano quindi relativamente poche persone
(tra quelle sensibili) che decidono di non vaccinarsi per trasformare
una popolazione
immune in un focolaio epidemico; un fenomeno che, per definizione, favorisce l'insorgere di ceppi virali più aggressivi
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La Comparazione tra l'infettività di malattie comuni (a sinistra) e la
copertura sulla popolazione conferita dal vaccino. Per ulteriori
dettagli su R0 e concetto di "Herd Immunity" vi invito a rileggere l'articolo precedente sul blog (QUI) e le referenze a fondo pagina. Per una descrizione più semplice di Herd Immunity -->QUI. |
E qui veniamo al punto dolente. Mai come stavolta si può affermare che più che la ragione potè la credulità popolare,
nell'impresa di ridare fiato ad una malattia prevenibile, grazie alle
dicerie sul presunto connubio tra vaccinazione e autismo. Un legame totalmente infondato, per vari motivi:
- eziopatogenesi. L'autismo oltre ad essere una malattia
eterogenea e quindi non correlabile ad un singolo e ben identificabile
evento (quindi dire che si conosce il nesso causale è un falso), non è nemmeno una malattia che insorge nell'infanzia ma è conseguente a problemi di sviluppo neurologico nella fase embrionale (vedi "Autismo: una patologia geneticamente eterogenea"
e articoli successivi per altri dettagli). Un dettaglio non secondario
in quanto rende di fatto impossibile teoricamente anche il solo
postulare una associazione tra problemi di sviluppo embrionale e
vaccinazione infantile: come possa un vaccino avere un effetto
retroattivo è un mistero che nessuno dei seguaci di tale ipotesi sembra
considerare.
- Lo studio responsabile di questa credenza venne pubblicato da
un medico inglese negli anni '90. Peccato che la teoria formulata, in
cui si ipotizzava il legame vaccino/autismo, non solo NON ha mai trovato riscontro in tanti altri studi condotti da allora ma nasce da dati falsi
che hanno portato alla ritrattazione dell'articolo da parte dello
stesso autore e alla successiva espulsione dello stesso dall'ordine dei
medici. ATTENZIONE: non si tratta di un errore di analisi o di dati poi
corretti in seguito a migliori tecniche sperimentali (questo è normale e
accettabile nella scienza) ma di dati falsificati come appurato da una
indagine successiva. Per altri dettagli vedi QUI.
Nonostante queste evidenze, il rifiuto del vaccino è diventato sempre una più una bandiera sotto la quale sono confluite persone e idee anche molto diverse tra loro, in particolare nei paesi anglosassoni. Ne riparlerò in chiusura di articolo.
Non
sorprende quindi che dal rischio di epidemie si sia passati alla realtà
di epidemie in pochi mesi, come egregiamente riassunto nei due articoli
pubblicati oggi sul New York Times (vedi link a fondo pagina).
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La conta dei casi di morbillo negli USA secondo i dati ufficiali diffusi dal Center for Disease Control (CDC). Articolo originale QUI. |
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Risultato simile prendendo in esame il trend in Australia. La freccia rossa indica l'inizio delle vaccinazioni di massa sui bambini
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La
figura parla chiaro. I casi di morbillo sono saliti l'anno scorso a
644, quasi quanto la somma di casi nell'ultimo decennio. E le
prospettive sono negative se si pensa che il numero di casi confermati
nel solo gennaio 2015 è già a quota 84, concentrati in solo 14 dei 48
stati continentali degli USA, ad indicare una diffusione ancora nelle
prime fasi. Non è nemmeno casuale che uno dei focolai dell'infezione sia
stato il parco divertimenti di Disneyland, un luogo "ovvio" in quanto
concentra in un'area ristretta e molto affollata quelli che sono i
soggetti sensibili per definizione (se non vaccinati): i bambini.
Soggetti che al loro rientro a casa e prima della comparsa dei segni
rivelatori del morbillo avranno tutte le occasioni per diffondere il
virus a scuola o durante le attività ricreative.
Nota.
Sebbene possa sembrare ovvio, vale la pena sottolineare che il motivo
per cui negli anni passati la frequentazione degli stessi luoghi non
abbia alterato sensibilmente il numero di casi di morbillo, a parità di
soggetti portatori sempre presenti nella popolazione, era legato
al superamento della soglia minima di individui resistenti che rendevano
molto difficile al virus trovare "terreni di coltura" adatti. E qui
torniamo al concetto di herd immunity che nel caso del morbillo
(vedi figura sopra) deve essere superiore al 85-90% dei membri della
popolazione in esame. Se prendiamo la popolazione complessiva è
probabile che il valore sia (di poco) ancora superiore; se prendiamo
però la sottopopolazione degli under-15 (quelli che compongono scuole e
campi gioco) tale valore cala drasticamente arrivando al 60%. Una vera
"manna" per il virus del morbillo.
Contrarre
una malattia così contagiosa come il morbillo ha immediate
ripercussioni sulle comunità colpite e i racconti forniti dal New York
Times sono emblematici; ne citerò di seguito alcuni.
Le scuole
hanno ad esempio cominciato con il vietare la frequentazione ai soggetti
non vaccinati (sia perché "a rischio" che per rallentare la diffusione
dell'epidemia). Stessa cosa per feste di compleanno e attività sportiva
dei ragazzi (attività molto più comuni che da noi).
Un
caso emblematico lo si è avuto nella contea di Riverside (a est di Los
Angeles), dove in seguito alla malattia di un dipendente della scuola si
è deciso per sicurezza di lasciare a casa 40 studenti non vaccinati
A
questo si aggiunge una crescente stigmatizzazione verso coloro ora
additati come "irresponsabili egoisti" che per una idea personale hanno
di fatto messo a rischio l'intera comunità; ricordiamoci infatti che
la vaccinazione è SOPRATTUTTO utile per tutelare coloro che per motivi sanitari (anziani, immunodepressi, bambini pre-vaccinazione)
non sono o non possono essere vaccinati. Si è quindi passati da una filosofia permissiva nelle piccole comunità basata sul "
se non credi nella vaccinazione, sei libero di non farla" ad esplicite accuse ai vicini per "
comportamento negligente e criminale che lede la mia sicurezza e non solo la tua".
Molti negozi hanno cominciato ad
affiggere avvisi sulle vetrine con inviti alle persone con famigliari
malati a indossare mascherine prima di entrare.
Nota.
Il problema principale associato al morbillo non è la "malattia in se"
ma le complicanze che ad essa possono associarsi. Il fattore rischio
aggiuntivo deriva da una capacità peculiare del virus del morbillo che è
quella di essere un efficiente immunosoppressore. Minore attività del
sistema immunitario si traduce in un aumentato rischio di sviluppare
malattie causate da patogeni opportunisti. I numeri sono ancora una
volta chiari: 1 bambino su 20 con morbillo contrarrà anche una polmonite
(causa principale di decesso nei più giovani); 1 su 1000 si ammalerà di
encefalite (causa di convulsioni e potenziale induttore di danni
permanenti come sordità o ritardo mentale); ogni 1000 bambini che si
ammalano di morbillo, 1-2 ne moriranno.
Numeri assolutamente inconcepibili e inaccettabili essendo il morbillo una malattia prevenibile.
Di
fronte al tradursi del morbillo da una minaccia ipotetica ad un evento
reale gli stessi attivisti del movimento anti-vaccino americano sono
passati da una posizione "militante" compatta ad una divisione tra
irriducibili ("
preferisco che i miei figli perdano anche un semestre a scuola piuttosto che consentire l'iniezione delle tossine del vaccino" [parole testuali]) e dubbiosi corsi dal medico per una vaccinazione
last minute
dopo aver soppesato i rischi teorici al morbillo reale. Tendenza in
aumento dopo che nuovi focolai di morbillo sono apparsi in Nebraska,
Minnesota, New York e in varie contee californiane.
Nota.
La corsa dell'ultimo minuto al vaccino è di suo indicativa di una certa
ignoranza sui meccanismi di immunizzazione. Una volta ricevuta la
vaccinazione sono necessarie circa 3 settimane perché la copertura
immunitaria sia evidente (i primi anticorpi cominciano a circolare circa
8 giorni dopo l'esposizione). Non si tratta di una pozione magica o di
una medicina che inizia ad esercitare l'effetto subito dopo l'assunzione
La Casa Bianca ha esortato i genitori ad ascoltare la scienza e non le dicerie prive di fondamento.
Un simile appello viene dai funzionari della sanità dello stato
dell'Arizona che hanno stimato in almeno un migliaio le persone ad
immediato rischio di morbillo, esortando chiunque mostrasse i sintomi a
contattare il proprio medico e a minimizzare i contatti con altre
persone. Un timore sostanziato dal fatto che domenica sera a Phoenix
(Arizona) ci sarà l'evento clou della stagione sportiva americana, il Super Bowl;
si vuole evitare che l'evento sportivo (aggregatore di pubblico)
diventi un nuovo trampolino di lancio per la diffusione del virus in
aree ancora non colpite.
Le
autorità del New Mexico, stato ancora "libero" da focolai, sono
consapevoli di essere a rischio sia per la vicinanza con California e
Arizona che per l'alto tasso di bambini non vaccinati, aumentati del 17
per cento nell'ultimo biennio.
Due
parole sulle caratteristiche degli appartenenti al movimento
anti-vaccino. Si tratta di una compagine alquanto eterogenea per censo,
istruzione e motivazioni: andiamo da persone che ancora credono alla
validità dell'articolo incriminato di cui sopra a movimenti religiosi
che rifiutano pratiche mediche moderne (ad esempio gli Amish) fino alla
sottocultura che incorpora idee post-new age e di salutismo
assoluto. Una sottocultura molto in voga tra famiglie benestanti e
istruite che vivono in quartieri esclusivi di Los Angeles e San
Francisco che fanno del motto "all-natural" un modus vivendi per
se e i propri figli (le interviste a divi hollywoodiani come Gwyneth
Paltrow et similia sono molto indicative).
Una compagine sempre più estesa che lascia sconfortati molti pediatri di base che lamentano di "sentirsi proiettati indietro negli anni '50" data la percentuale di bambini non vaccinati negli asili che oscilla tra il 20 e il 40 per cento. "Le motivazioni addotte dai genitori per non farli vaccinare sono sempre legate a convinzioni personali" continua il medico intervistato "E' molto frustrante vedere un bambino ammalarsi e soffrire per qualcosa del tutto evitabile".
Nota.
La protezione fornita dal vaccino trivalente è circa del 95%. Fate voi
due calcoli tra la certezza di infezione tra un non vaccinato esposto e
un vaccinato. Una differenza molto superiore a 95 volte dato che se
nella comunità la soglia dei "resistenti" è superiore al 90% (Herd Immunity) la probabilità di "incontrare il virus" diventa meno che decimale.
Paradossalmente la percentuale di bambini vaccinati è inversamente proporzionale al reddito medio della contea: la classe medio-bassa è più propensa a seguire i consigli dei medici di quelli a reddito elevato. Un caso che mostra come il quoziente intellettivo non va di pari passo con il reddito ...
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Un
esempio pratico di Herd Immunity. All'aumentare della percentuale di
vaccinati nella popolazione varia la velocità di diffusione di un virus.
Alcuni valori corrispondono alle percentuali di vaccinati "reali" in
alcune contee USA. Facile notare quanto la variazione al di pochi punti
percentuali (sotto il valore soglia) abbia un profondo impatto sulla
epidemia. La foto è una istantanea di un video flash disponibile sul sito del giornale inglese The Guardian. Clicca --> QUI per vedere la simulazione interattiva. |
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Se avete dubbi su quanto sia contagioso e pericoloso il morbillo, questo grafico ne evidenzia molto bene le caratteristiche (Credit:NYT) |
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Il problema però non riguarda solo il morbillo (ne ho discusso
QUI)
che pur con le complicazioni associate è meno distruttivo di altre
malattie per cui esistono dei vaccini. Un esempio eclatante viene dal
caso della contea di San Geronimo, California, una bella area rurale
sita 30 miglia a nord di San Francisco. Qui il 40 per cento degli
studenti della locale scuola elementare non sono vaccinati per il
morbillo e il 25 per cento non è stato nemmeno vaccinato contro il virus
della polio.
In totale il 58% dei bambini è carente per almeno una delle vaccinazioni standard.
Chiudo
con il citare una chicca tratta sempre dall'articolo del New York Times
che esemplifica al massimo il modo di pensare di alcuni che permangono
nelle loro convinzioni anti-vaccino.
La
signora McMenimen, una delle mamme che si trova con un bambino con il
morbillo, risponde così al giornalista che chiede il perché della scelta
di non vaccinare il figlio: "Tobias ha sopportato molto bene sia la
varicella che la pertosse, e quest'ultima è stata come un comune
raffreddore. Ho solo avuto la tentazione di fargli fare una antitetanica
dopo che il bambino si era tagliato con il filo di un recinto ma poi ci
ho ripensato. Ha un sistema immunitario così forte"
Credo non servano altri commenti
***
E l'Italia?
L'Italia
è stata richiamata ufficialmente dall'OMS a causa del calo del tasso
delle vaccinazioni obbligatorie. Sarebbe interessante confrontare i dati
e pesarli in base ad aree geografiche, censo, livello di istruzione e
origine delle famiglie inadempienti. Dati essenziali per capire come
correggere un trend inammissibile.
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Casi per milioni di abitanti: <1 (giallo); <10 (arancione); pois (>20) |
(Articolo precedente su morbillo
qui)
Fonti ulteriori oltre a quelle già citate nell'articolo
- Dal New York Times
- Vaccine critics turn defensive over measles (31/1/2015)
- As Measle Cases Spread in US, So Does Anxiety (31/1/2015)
- Reckless Rejection of the Measles Vaccine (3/2/2015)
-
Istituto Superiore di Sanità e
Ministero della Salute
-
Centers for Disease Control
-
Mayo Clinic
-
National Institutes of Health
***
Se volete affrontare l'argomento "quanto sono importanti i vaccini e perché" vi consiglio la lettura del libro scritto da
Alberto Mantovani,
uno che si occupa di scienza 365 giorni all'anno e che rappresenta un
fiore all'occhiello della ricerca italiana in ambito internazionale. Il
libro è scritto in modo semplice ma rigoroso, pensato apposta per
informare e spiegare senza dogmatismi o dietro false ideologie
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