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La stagionalità del morbillo ci spiega perché la vaccinazione è fondamentale

In tutto il mondo quasi 4 milioni di bambini sotto i 5 anni muoiono per malattie prevenibili con un "semplice" vaccino

 Morire per malattie contagiose non è la risultante di chissà quale fenomeno astrale, ma è una realtà da cui il mondo occidentale si è (o crede) affrancato faticosamente negli ulitmi 100 anni. Il tutto grazie ai vaccini (vedi prevenzione) e agli antibiotici (vedi terapia complicanze batteriche).
Credere di essersi definitivamente affrancati da queste malattie è un errore che troppi commettono, principalmente a causa di una errata comprensione delle dinamiche sottostanti una epidemia. Noi dipendiamo in tutto e per tutto da baluardi sanitari, indispensabili per potere vivere all'interno di aggregati umani ad alta densità. Alta densità equivale infatti a serbatoio di riproduzione di microbi, siano essi specificamente associati al genere umano (il morbillo) o sia il genere Homo un ospite secondario (malaria e influenza). 
Qualora venissero a mancare tali baluardi, sia a causa di un masochistico istinto suicida (come definire altrimenti le pulsioni anti vaccino che oggi si amplificano grazie alla rete?) che per oggettivi problemi di efficacia degli antibiotici legati alla diffusione di batteri multi-resistenti (anche questa una conseguenza della faciloneria medica della metà del secolo scorso), si tornerebbe rapidamente a tassi di mortalità pari a quelle che soltanto ieri (al tempo dei nostri nonni) erano una realtà quotidiana.

Basterebbe ricordare a questo proposito il tasso di mortalità infantile nei primi decenni del '900 pari a circa il 15% entro il primo anno di età e di poco inferiore nei primi quattro anni. Mortalità dovuta in larga parte a malattie infettive, tra cui spiccano, sorpresa-sorpresa, il morbillo, la tubercolosi e la difterite (per ulteriori dettagli vedi pdf in questo link).

Proprio il morbillo, una malattia sottovalutata, contro il cui vaccino esistono ancora in rete molte leggende sul suo legame (FALSO) con l'autismo. Vedi qui per dettagli ulteriori.

E' chiaro che le componenti alla base di una epidemia sono molteplici: dalla tipologia del microbo (il morbillo è tra i virus più infettivi in uomo) alla densità di popolazione; dalla scarsa alimentazione alle condizioni igieniche.
Tuttavia una cosa possiamo dire in totale sicurezza. Escludendo le malattie derivanti da contaminazioni oro-fecali su cui molto si può fare a livello preventivo, ben poco si può fare (in assenza di vaccini adeguati) contro altre epidemie a diffusione aerea. Come spiegato in un precedente articolo, perchè si passi da focolaio ad epidemia vera e propria è necessario che nella società ci siano un numero sufficienti di soggetti sensibili alla malattia. Per intenderci, di morbillo ci si ammala anche se si è ben nutriti (fungendo poi da serbatoio della malattia); nutrizione e cure adeguate servono principalmente ad evitare le complicanze associate. E' poco noto al di fuori degli addetti ai lavori, che il virus del morbillo ha una notevole attività immunosoppressiva, fatto che rende il malato facile preda di microbi opportunisti.
Per constrastare la malattia, soprattutto in quelle aree in cui la sanità e l'alimentazione corretta sono un lusso, è quindi fondamentale minimizzare il numero di soggetti sensibili.
Per fare questo l'unica strada è il vaccino. Non vaccinarsi è quindi un atto che danneggia non solo se stessi ma la società nel suo complesso.

Ribadiamo allora i due concetti chiave:
  • senza vaccini il rischio di esito fatale/complicanze gravi per la malattia è reale. Un azzardo poco sensato dato che esistono vaccini adeguati. Perfino il poco efficace vaccino anti-influenzale (a causa della estrema variabilità del virus) è fondamentale per certe categorie a rischio.
  • Se non si raggiunge un certo livello di copertura la possibilità di eradicare una  malattia infettiva diventa nulla. Non vaccinarsi mette a rischio se stessi, i soggetti deboli che non possono essere vaccinati (ad esempio gli immunodepressi) e si danneggiano le generazioni future impendendo la eradicazione di patogeni letali come il vaiolo. Un esempio quello del vaiolo non casuale dato che è l'esempio di un virus cancellato dalla faccia della Terra grazie ad un massiccio programma mondiale durato pochi decenni.
Proprio sul tema sopra riassunto si sono concentrati gli sforzi di due dottorandi, Micaela Martinez-Bakker e Kevin Bakker, della università del Michigan - Dipartimento di Ecologia e Biologia Evoluzionistica, il cui lavoro si è concentrato sui meccanismi di diffusione del morbillo nell'Africa centro-occidentale.
Il concetto base del loro lavoro è riassunto in questa frase, "se hai un sacco di erba secca la probabilità che da una piccola scintilla si generi un fuoco senza controllo, in grado di causare problemi anche alle zone umide, è molto elevata".
Questo paragone rappresenta bene la situazione del morbillo che riassume in se tre aspetti importanti:
  • ha picchi stagionali facilmente prevedibili, 
  • ha un altissima infettività 
  • esiste un vaccino perfettamente funzionante e in grado di garantire immunità duratura.
Poichè una volta guariti dal morbillo l'immunità dura tutta vita, gli unici soggetti sensibili sono i soggetti mai venuti in contatto con il virus. Nel caso di un virus così infettivo questi soggetti sono i bambini nati tra una epidemia e l'altra. Se nella zona in esame il numero di bambini suscettibili è sufficiente (e nel caso del morbillo vuol dire anche solo meno del 10% della popolazione), questi agiranno come la l'erba secca in grado di diffondere in un lampo l'epidemia.
La stagionalità della malattia è facilmente osservabile in Africa ed è legata alle migrazioni da e verso la campagna nelle diverse stagioni. Durante tali spostamenti i centri abitati subiscono una drastica variazione di densità: molto bassa durante la stagione della raccolta (stagione secca) e alta quando il ritorno dalle campagne (stagione delle pioggie) porta ad un accumulo di persone nei centri abitati, soprattutto nelle scuole che diventano così dei veri nuclei di combustione" da cui scaturisce la scintilla infettiva. Se a questo si associa il fatto che le nascite hanno un picco durante la stagione delle pioggie si capisce come da questo fenomeno sociale e dal rifiuto delle vaccinazioni che ha colpito anche queste zone, la possibilità che compaia una epidemia diviene praticamente una certezza.

I dati, estremizzati nei paesi subsahariani a causa di una serie di fattori aggravanti, sono validi anche per i paesi occidentali. Il lavoro dei due dottorandi si è focalizzato sull'incrocio dei dati epidemiologici degli ultimi 78 anni. Dall'analisi è risultato evidente l'impatto positivo del vaccino contro il morbillo con la riduzione dei casi da epidemie vere e proprie a focolai autolimitanti (vedi il PDF di cui sopra).
L'analisi al computer ha dimostrato che un semplice abbassamento del 10% dei vaccinati farebbe ricomparire epidemie annuali (come visto negli USA) i cui bersagli sarebbero principalmente le nuove generazioni (i soggetti sensibili in quanto non vaccinati ne esposti in precedenza al virus).

Il lavoro dei due dottorandi è utile in quanto ha fornito nuove informazioni per incentivare la massiccia campagna di vaccinazione promossa dall'OMS per morbillo e polio nei paesi a rischio.
Le campagne promosse dal WHO hanno dato risultati. Impediamo che venga tutto buttato nel cestino (©WHO)

E' importante inoltre ricordare che nuovi focolai per altre malattie si trovano proprio ai confini dell'Europa. Come descritto in un recente articolo su Nature, i casi di polio registrati in nord africa e nel medio oriente, zone da cui provengono i massicci flussi migratori odierni, hanno cominciato a ricomparire anche in Europa, in zone in cui queste malattie erano praticamente scomparse (altri dettagli qui).
Non è proprio il momento di abbassare la guardia. La salute non è un dato scontato.

(articolo successivo sul tema "epidemie di morbillo e prevenzione" QUI).

Fonti
- World Health Organization
  Morbillo (eng)
- Unvaccinated infants act as 'kindling' to fuel epidemics
University of Michigan, news

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