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Vi piace giocare al computer? Provate questi e farete del bene alla scienza

Se siete appassionati di gaming e a volte vi sentite dire che perdete il vostro tempo, fateli ricredere mostrando loro i risultati che avete contribuito ad ottenere partecipando a giochi scientifici.
Image credit: NASA
Non si tratta invero di prodotti nuovi (ho già scritto di Foldit nel 2012 e del simulatore evoluzionistico NICHE nel 2016 - cliccate sul nome per andare all'articolo) ma di un trend consolidato le cui ambizioni crescono con l'aumentata potenza dei processori e della platea di utenti potenziali.

La ricerca (biomedica o astronomica che sia) è sempre più dispendiosa in termini di tempo e risorse umane coinvolte e le domande che attendono una risposta sono più delle risorse disponibili. Uno dei vantaggi del connubio gaming e ricerca è che i "giocatori" accelerano, coadiuvando la IA, il processo di analisi (senza la necessità di avere un background scientifico specifico) e nello stesso tempo liberano parte della potenza computazionale disponibile in ambito accademico per affrontare altri temi.
Nota. Si tratta di attività e risorse diverse da quelle sfruttate dal Progetto SETI, che per analizzare una mole di dati altrimenti ingestibile, chiede in prestito la potenza di calcolo di PC in remoto da usarsi quando questi erano in standby (ad esempio di notte) e sempre nei limiti di non "stressare" la macchina in queste fasi (per capirci non come avviene nel caso del cryptomining dove l'utente scopre suo malgrado che le ventole partono al massimo anche solo aprendo una finestra nel browser). Del resto l'affidabilità ed eticità dell'approccio SETI è garantita da un ente, parte della prestigiosa università di Berkeley (per ulteriori informazioni -->"SETI@home, BOINC, and volunteer distributed computing" oppure la pagina ufficiale per chi volesse aderire).
Le attività di cui mi occupo oggi sono invece più simili al gaming con l'utente impegnato a risolvere (ad esempio) puzzle di immagini partendo da dati grezzi, una attività grazie alla quale oltre a "risolvere quesiti", istruisce la IA che impara in tempo reale. 
Lo si è visto sia in ambito astronomico con l'analisi delle immagini e la ricerca di dettagli specifici da immagini catturate dai telescopi, oppure in ambito biologico con il sopra menzionato Foldit, grazie al quale è stato possibile ricostruire la struttura 3D di varie proteine.

Tra i maggiori promotori (in tempi recenti) dello sviluppo di questi giochi bisogna menzionare Carla L. Brown (una microbiologa che ha fondato GAME DOCTOR LTD) e due ricercatori di Stanford (Rhiju Das e Ingmar Riedel-Kruse), persone che amano il gaming oltre la scienza, e si sono posti l'obiettivo di progettare giochi che siano accessibili anche a coloro che non ha mai fatto scienza, ma che possa, giocando, contribuire a risolvere quesiti scientifici.
  • R. Das, professore associato di biochimica, ha sviluppato Eterna, un gioco di puzzle online in cui i giocatori progettano molecole a base di RNA per scopi terapeutici. Eterna ha avuto un ottimo seguito, coinvolgendo più di 200 mila giocatori grazie al cui contributo il laboratorio di Das ha potuto iniziare a testare sperimentalmente, in modo mirato, le molecole "selezionate" dal gioco. Una soluzione win-win perché se da un lato i ricercatori hanno potuto portare avanti le loro ricerche, dall'altro i giocatori hanno ricevuto premi e la soddisfazione di avere fatto scienza giocando.
  • I. Riedel-Krus (oggi alla università dell'Arizona) si è invece concentrato su giochi educativi, tra i quali vanno segnalati i giochi biotici, nome derivato dal fatto che gli utenti possono interagire con le cellule, ad esempio facendole muovere (da o verso) una fonte di luce. Può sembrare "inutile" ma l'optogenetica si basa, anche, su questi test. 

In chiusura segnalo, a memoria alcuni di questi giochi, certo di dimenticarne molti.
  • Eterna: un gioco online in cui i giocatori progettano molecole di RNA ad uso medico, le "vincitrici" sono poi effettivamente testate sperimentalmente nei laboratori di Stanford.
  • Foldit: il pionieristico gioco desktop per modellare le strutture 3D delle proteine. La maggior parte degli esperti considera Foldit il primo gioco di scoperta scientifica. Questo puzzle game online, sviluppato dai ricercatori dell'Università di Washington nel 2008, sfida i giocatori a piegare le proteine ​​nel modo più perfetto possibile, date regole e strumenti specifici. Come spesso avviene in questi giochi, i giocatori lavorano fianco a fianco ad un supercomputer che esegue più puzzle contemporaneamente, ma impara dal giocatore le capacità di ragionamento sfumato e l'adattabilità degli umani. I ricercatori dietro Foldit analizzano poi le soluzioni con il punteggio più alto per vedere se i giocatori hanno prodotto strutture proteiche valide. Nel 2011, i giocatori hanno risolto per la prima volta la struttura di un enzima coinvolto nella riproduzione di un retrovirus simile all'HIV.
  • Zooniverse: una raccolta di progetti scientifici nell'ambito del cosiddetto Citizen Science, tra cui cito Galaxy Zoo (classificazione delle galassie) e Whale FM (usato per classificare i vari tipi di richiami delle orche e delle balene pilota).
  • NOVA Labs: SDG online didattici gestiti da spin off del Politecnico di Milano.
  • Phylo: puzzle di riconoscimento di schemi, utili nella ricerca sulle malattie genetiche.
  • EyeWire: un gioco di puzzle 3D per mappare i neuroni.
  • Project Discovery: un mini-gioco inserito dentro l'immenso gioco multiplayer per computer EVE online, che supporta diversi progetti di ricerca. 

Degli enormi vantaggi associati all'approccio gaming-science se ne è occupata anche la NASA, di cui vi allego il --> PDF






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