Sono passati anni da quando scrissi della sonda Philae (Missione Rosetta) lasciata, con batterie oramai esauste, a vagabondare nel sistema solare "a bordo" della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko.
Il lander Philae (Credit: ESA) |
Era il 15 novembre 2014. Dopo "l'addio" alcuni messaggi sporadici a fine 2015, poi nulla. Il 30 settembre 2016 anche la sonda madre Rosetta venne fatta adagiare (pardon, schiantare, letteralmente) sulla cometa, chiudendo di fatto la missione.
Per una panoramica dettagliata dei vari eventi e successi intermedi che hanno contrassegnato la missione tra la partenza e l’arrivo sulla cometa 10 anni dopo, vi rimando all’articolo precedente --> "La fine della missione Rosetta".
A sorpresa qualche giorno fa è arrivato via Twitter un messaggio "di Philae" che preannunciava per il giorno successivo alcune rivelazioni. Un messaggio certamente inatteso dato lo stato presunto di morte per assenza di energia.
There is something I would like to tell you… tomorrow at 17:00 CET.
— Philae Lander (@Philae2014) October 27, 2020
l’arrivo di dati, subito rilanciato come tweet dalla ESA, la responsabile della missione.
Facendo un passo indietro, l'accometaggio fu alquanto rude a causa di problemi al razzo posteriore e alle “ancore” di aggancio che finirono (vedi sotto) per lasciare Philae sbilenca tra un masso e una fessura. Nonostante tutto riuscì, prima di esaurire l'energia (non potè ricaricare le batterie perché era finita in una zona d'ombra) a fare alcune analisi che evidenziarono, nella tenuissima atmosfera della cometa, la presenza di molecole contenenti carbonio e idrogeno, e nel suolo di composti organici tra cui propionaldeide, acetamide, acetone e isocianato di metile.
Il giorno successivo al "primo contatto" ecco finalmente il nuovo tweet che (tradotto letteralmente) suona come “c'è ghiaccio di acqua pura e la superficie è più soffice della schiuma del cappuccino"
My second touchdown on Comet 67P made a great new discovery possible: a mixture of ice and dust fluffier than the froth on a cappuccino. Mmm 😋... read all about it: https://t.co/QckVUPIZ4t
— Philae Lander (@Philae2014) October 28, 2020
E' ovvio che il tweet è il frutto dell’ufficio stampa della ESA, l'organizzatrice della missione, che ha pensato di creare un hype sui media, per notizie che altrimenti avrebbero interessato solo gli addetti ai lavori e pochi nerd in giro per il mondo. Philae non ha più energia forse nemmeno per accendere un led e tutte le sue comunicazioni con la Terra erano mediate dalla sonda Rosetta in orbita intorno alla cometa ... prima che venisse fatta schiantare sulla sua superficie. Uno schianto non inutile ma che ha fornito, negli ultimi istanti, nuove informazioni sulle caratteristiche del terreno su cui andava ad impattare.
Torniamo ora al capitombolo quasi letale sperimentato da Philae nel suo tentativo di ancorarsi alla cometa. E' stato lo studio di questo che ha permesso di ricavare informazioni sulla cometa, finalizzate nel precedente tweet (e più seriamente in un articolo appena pubblicato su Nature).
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La ricostruzione del "capitombolo" sulla superficie della cometa (se non vedete il video --> QUI)
La mancata accensione del razzo posteriore provocò il mancato controllo delle fasi finali dell'attracco che ha sua volta resero meno efficace il tentativo di aggancio da parte degli arpioni. Risultato, dopo avere toccato rudemente la superficie, Philae rimbalzò verso lo spazio fino ad 1 km di quota prima di ricadere una seconda e una terza volta, definitiva, quando rimase incastrata a ridosso di un masso in zona d’ombra. Dal punto di osservazione di Rosetta i ricercatori riuscirono a mappare il primo impatto e quello finale. L'interesse era però soprattutto per il secondo punto di impatto perché l'analisi dei solchi lasciati dal trascinamento avrebbero potuto fornire informazioni sul terreno.
L'area venne identificata solo dopo un lavoro certosino delle immagini e, se vogliamo, anche grazie alla curiosa presenza di scie a forma di teschio
(Sull'interessante fenomeno della pareidolia, che spiega perché spesso noi vediamo immagini "evocative" dove in realtà ci sono solo forme casuali ne ho scritto in un lontano passato in un articolo dal titolo emblematico "C'è chi vede Elvis in una patatina").
Il teschio che si intravede è il risultato della pareidolia, un "effetto collaterale" di come il nostro cervello elabora il mondo esterno per dargli un senso. (image credit: ESA) |
Identificata l'area si procedette al recupero, dall'enorme quantità di dati catturata, dagli strumenti montati su Rosetta (la fotocamera OSIRIS e lo spettrometro VIRTIS) e da lì è stato solo un gioco di ricostruzione.
Gli strumenti confermarono che la causa della luminosità che "emanava" dai solchi scavati da Philae, era la presenza di ghiaccio d'acqua pura. La superficie della cometa risulta essere fatta da una miscela di ghiaccio e polvere, vecchi quanto il sistema solare (4,5 miliardi di anni assemblati a formare una struttura più soffice della schiuma (di un cappuccino, della schiuma da bagno o di quella delle onde nella risacca).
Credit: ESA |
In aggiunta alle informazioni ricavate dal rotolamento, altre informazioni sono venute dall'impatto con le rocce di cui sono state comprese le caratteristiche di base. Il 75% del loro interno è formato di "vuoti"; hanno quindi la consistenza del polistirolo, come fossero le rocce di scena posizionate in un set cinematografico.
Lo sfortunato accometaggio di Philae non è stato dunque invano e ha fornito risultati utili
Fonti
- ‘Like froth on a cappuccino’: spacecraft’s chaotic landing reveals comet’s softness
Nature (10/2020)
- The Philae lander reveals low-strength primitive ice inside cometary boulders
Laurence O’Rourke et al, Nature, 586, 697–701, (2020)
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