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Quando anche i dinosauri fuggirono dall'Europa

Si parla molto in questo periodo della fuga della "meglio gioventù" (intesa sia come preparazione universitaria che per capacità progettuale) italiana verso l'estero ma già nelle fasi iniziali del Cretaceo si assistette ad una migrazione di massa degli intellettualmente meno dotati (forse) dinosauri europei (o meglio eurasiatici) verso altri lidi, non rimpiazzati tuttavia da specie esogene.
Credit: University of Bath
Di certo il periodo che va dalla fine del Triassico all'Eocene fu particolarmente movimentato da un punto tettonico con la frammentazione della Laurasia in Eurasia  e Nord America nell'emisfero boreale e del Gondwana nei restanti continenti nell'emisfero australe.
La distribuzione geotemporale dei fossili nei cinque continenti ha reso possibile ricostruire in quali periodi la fauna/flora era sostanzialmente omogenea e quando la separazione geografica delle diverse specie ne innescò la progressiva differenziazione (e spesso estinzione locale).

La deriva dei continenti (Credit: Encyclopedia Britannica)
Dettaglio di terre emerse, zone poco profonde e altre invalicabili una volta chiusasi la "via di fuga" dall'Europa
(Credit: Encyclopedia Britannica)

I dati sull'esodo dei dinosauri europei (avvenuto circa 100-125 milioni di anni fa) sono una "quasi" novità riportata in auge da alcuni paleontologi inglesi dopo l'incrocio dei molteplici dati fossili con quelli geologici e la elaborazione all'interno della cosiddetta teoria delle reti (in verità più un modus di elaborazione che una teoria nell'accezione pura del termine)
Secondo questa modalità di visualizzazione dei dati la maggior parte degli eventi (ritrovamenti, dati, ipotesi formulate, ...) possono, e devono, essere considerati all'interno di un contesto globale grazie al quale diventa possibile visualizzare/ipotizzare correlazioni, altrimenti invisibili, tra diversi campi di studio.
Non è un refuso l'aver scritto "quasi novità" dato che i ritrovamenti fossili che facevano pensare ad una migrazione di massa erano certamente noti da tempo ma i paleontologi non sapevano bene come pesarli. Se da una parte tali indizi supportavano l'idea di un vero e proprio fenomeno migratorio, dall'altra non si poteva escludere che l'estrapolazione fosse in realtà un artefatto causato dalla limitatezza dei ritrovamenti, "viziata" da eventi geologici in grado di occultare i fossili "mancanti" (ad esempio sul fondo di un oceano e quindi irraggiungibili).

La ricerca pubblicata sul Journal of Biogeography interviene nella diatriba confermando la validità degli studi precedenti, disegnando così un quadro migratorio dei dinosauri iniziato ai tempi della Pangea e proseguito con il variare della geografia continentale.

Non si tratta beninteso di fenomeni improvvisi ma di una serie di eventi di intensità variabile che hanno portato, tra l'altro, alla variazione del livello del mare e alla formazione/scomparsa di "ponti di terra" poi assorbiti dagli oceani. Tali imponenti strutture - ad esempio quello da Indo-Madagascar all'Australia - sono difficili oggi da immaginare ma completamente ragionevoli sui tempi geologici (decine di milioni di anni).

Semplificando al massimo i risultati (per i quali vi rimando all'articolo originale) la migrazione ha avuto un picco nella prima parte del Cretaceo per poi ridimensionarsi progressivamente mano a mano che la deriva continentale creava distanze sempre maggiori (e/o tratti di mare profondi) tra aree prima unite.
Uno degli ultimi esempi di tali migrazioni di massa (in questo caso bidirezionali) è avvenuto con la "fusione" del Nordamerica al Sudamerica, circa 3,5 milioni di anni fa; migrazioni nella maggior parte dei casi caratterizzate dalla scomparsa della specie migrata o di quella stanziale (a seconda delle condizioni locali).
L'interesse per il lavoro dei ricercatori inglesi è soprattutto nella dimostrazione della potenza conoscitiva che l'incrocio tra diverse discipline, coadiuvato da banche dati multisettoriali, permette.

Per chi volesse approfondire l'argomento "geologia storica" vi rinvio a due brevi articoli in italiano sul sito del dipartimento di geoscienze dell'università di Trieste (clicca per aprire il PDF --> "parte 1" e --> "parte 2")

Fonte
- Dinosaur biogeographical structure and Mesozoic continental fragmentation: a network-based approach
Alexander M. Dunhill et al, (2016) Journal of Biogeography
- An analysis of dinosaurian biogeography: evidence for the existence of vicariance and dispersal patterns caused by geological events
P. Upchurch et al, (2002) Proc Biol Sci ;269(1491):613-21


Un saggio breve ma completo per introdurre chiunque alla biologia evoluzionista e allo stretto legame tra ambiente (e quindi migrazioni in ambienti diversi) e selezione. Scritto da Lisa Signorile, docente all'Imperial College e autrice di articoli apparsi su National Geographic.

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