Cosa vi viene in mente se dico scarabei stercorari? Facile, le palline di sterco che questi laboriosi coleotteri spingono indifferenti alle tante asperità del terreno. Una tale dedizione si spiega con la preziosità del trasporto da noi ingiustamente sottostimato; oltre ad essere una fonte di nutrimento (de gustibus…) e luogo di deposizione delle uova, lo sterco viene usato anche per difendersi dal clima torrido delle savane africane.
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Il povero insetto in effetti si trova a zampettare in un luogo alquanto inospitale dato il calore del terreno surriscaldato dal sole equatoriale. Le zampe e la testa ovviamente sono le prime aree a surriscaldarsi, e non è una esagerazione. Nelle giornate più calde le zampe a contatto con il terreno possono raggiungere i 60 gradi (!!).
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E qui viene il vantaggio offerto dalla pallina di sterco, che ha la grande proprietà di rimanere ad una temperatura intorno a 30 gradi centigradi. Ecco allora che il coleottero ne approfitta, usandola come luogo di sosta: si ferma, sale in cima alla pallina e comincia a toccarsi prima la testa con le zampe anteriori e infine mette la bocca a contatto con le zampe posteriori. Secondo Jochen Smolka, un etologo della università di Lund in Svezia e autore di un articolo a tal proposito apparso su Current Biology, il coleottero durante la sosta rigurgita anche del liquido con cui rinfrescarsi, "durante le ore più calde della giornata questi insetti salgono sulle palline fino a sette volte più frequentemente di quanto fanno i coleotteri che si muovono su un terreno fresco. Ogni volta rimangono in quella posizione per circa sei secondi prima di scendere e continuare a spingere la pallina".
Per verificare la correttezza dell'osservazione i ricercatori hanno ricoperto con silicone le zampe anteriori dello stercorario creando così a tutti gli effetti degli stivali isolanti. Dopo questo trattamento l'insetto non sentiva più il bisogno "urgente" di rinfrescarsi rifugiandosi in cima alla pallina di sterco.
Rimane da capire ora il contributo rinfrescante del liquido rigurgitato.
Fonti
- Dung beetles use their dung ball as a mobile thermal refuge.
J. Smolka et al, Curr Biol. 2012 Oct 23;22(20)
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