Uno degli assiomi del "comportamento intelligente" è la capacità di usare oggetti. Una capacità non esclusiva dell'essere umano come evidenziato dagli innumerevoli studi condotti sui primati (leggi qui), e chiaramente facilitata (anzi meglio dire evolutivamente associata) al disporre di arti prensili. Una visione forse troppo primatocentrica dato che esistono in natura casi ugualmente interessanti di capacità di utilizzare oggetti anche in assenza di arti prensili. Un esempio potrebbe essere quello degli elefanti che usano la proboscide per afferrare rami con cui grattarsi la schiena per liberarsi dai parassiti.
Uno studio recente ci illumina sulla capacità di usare oggetti da parte di animali ... inattesi. Un conto infatti è vedere queste abilità in animali come i mammiferi, dotati di un cervello evoluto, ed un altro è scoprire una capacità di pianificazione in rettili, affascinanti ed evolutivamente perfetti (nel senso di adattamento all'ambiente) quanto si vuole ma privi di una complessità cerebrale paragonabile.
Nota. Il nostro cervello riassume in se i tre stadi evolutivi che ci differenziano dall'antenato rettile: la parte più antica (gangli basali e talamo) è il cosiddetto R-complex (cervello rettiliano) deputato a tutti i compiti necessari alla sopravvivenza (caccia, accoppiamento, difesa o fuga, etc) ma distinti dalle funzioni fisiologiche fondamentali come la respirazione associate invece al tronco encefalico; il sistema limbico o cervello dei mammiferi è alla base del comportamento sociale e emozionale (pensate alla diversa complessità del comportamento sociale tra un cane e una iguana); infine la neocorteccia, una regione che compare nei primati ma è nell'essere umano che si sviluppa enormemente grazie ad una serie di mutazioni che vedremo in un prossimo articolo. La corteccia è alla base delle relazioni sociali complesse, della pianificazione (ancora una volta confrontate la diversa complessità relazionale in un branco di cani e in uno di scimpanzé) e, nell'uomo, del linguaggio.Tutte le nostre reazioni "spontanee" sono da ricercare nel nostro cervello primitivo rettiliano, una regione in cui non ci saremmo mai aspettati di trovare capacità di pianificazione.
Da rettili ai mammiferi "evoluti", come è cambiato il cervello, senza "cancellare" il passato ma inglobandolo all'interno di strutture sempre più complesse. Da qui il senso di parlare della "componente rettiliana" nel cervello umano. Il modello del "cervello trino" venne proposto per la prima volta nel 1913 da Paul MacLean ed è arrivato ai giorni nostri sebbene cambiato sotto alcuni aspetti, in particolare nella definizione del sistema limbico. Di seguito un breve riassunto. Il cervello rettiliano, il più vecchio dei tre, controlla le funzioni vitali del corpo come la frequenza cardiaca, la respirazione, la temperatura corporea e l'equilibrio. Il nostro cervello rettiliano comprende le principali strutture presenti nel cervello di un rettile cioè il tronco cerebrale ed il cervelletto. Il cervello rettiliano è affidabile, ma tende ad essere un po' rigida e compulsivo. Il cervello limbico compare nei primi mammiferi. E' in grado di registrare i ricordi di comportamenti che hanno prodotto esperienze piacevoli e spiacevoli, quindi è responsabile di quelle che vengono definite le emozioni degli esseri umani. Le strutture principali del cervello limbico sono l'ippocampo, l'amigdala e l'ipotalamo. Il cervello limbico è la sede dei giudizi di valore che facciamo, spesso inconsciamente, che esercitano una forte influenza del genere sul nostro comportamento. La neocorteccia è, per l'estensione ottenuta, una delle conquiste dei primati che culmina nel cervello umano, con i due grandi emisferi cerebrali e una neocorteccia che rappresenta il 90% di tutta la corteccia. Questi emisferi sono stati responsabili per lo sviluppo del linguaggio umano, il pensiero astratto, l'immaginazione, e la coscienza. La neocorteccia è flessibile e ha capacità di apprendimento quasi infiniti. Senza la neocorteccia non è nemmeno ipotizzabile alcuna forma di pensiero astratto. E' importante distinguere la neocorteccia dalla più generica corteccia (area che riveste ciascun emisfero per circa 3 mm). Quest'ultima può essere distinta in archaeocortex (sviluppatasi insieme al sistema olfattivo e che nei mammiferi comprende il giro dentato e l'ippocampo), la paleocortex (anch'essa associata al sistema olfattivo e comprende la corteccia piriforme e il giro paraippocampale) e infine la neocorteccia (costituita da sei strati distinti di neuroni). Nel corso dell'evoluzione dei primati la corteccia NON si è estesa in profondità ma in superficie, come evidente dalle circonvoluzioni cerebrali. |
Ebbene, ecco allora che l'articolo pubblicato su Ethology, Ecology & Evolution ci mostra qualcosa di inatteso in coccodrilli e alligatori: la capacità di usare bastoncelli e rametti per attirare uccelli alla ricerca di materiale per costruire il loro nido.
(©cnn.com) Vedi ingrandimento qui |
Una scoperta nata per caso nel 2007 quando l'etologo Vladimir Dinets della università del Tennessee notò in uno zoo indiano un coccodrillo che teneva dei ramoscelli in bocca mentre nuotava in prossimità di una colonia di uccelli intenti a contendersi materiale per costruire i loro nidi.
Un comportamento confermato non solo in ambiente naturale ma anche presente nel cugino alligatore della Louisiana. Un comportamento non solo "premeditato" ma adatto alle diverse esigenze stagionali: compare infatti esclusivamente durante il periodo di riproduzione dei volatili.
Come mostrato nella foto sopra, durante l'appostamento Dines fu testimone di un attacco riuscito. Nel riquadro si nota il rettile mentre con fare "innocente" trasporta rametti che attirano gli uccelli.
Riassumendo si tratta di un chiaro utilizzo di oggetti per un fine preciso e in determinati periodi dell'anno. Un dato molto interessante quanto inatteso.
Certamente si sarebbero da fare alcune considerazioni sugli uccelli che vedono il rametto ma non il predatore che lo porge in attesa … un chiaro esempio di selezione evolutiva che cancella i più stolti (e meritevole del noto Darwin award nella categoria volatili)
Articolo successivo in questo blog sul manualità ed evoluzione del linguaggio, qui. Per articoli sul tema evoluzione o antropologia cliccate il tag corrispondente nel pannello a destra.
Fonti
- Crocodilians use tools for hunting
V. Dinets et al, Ethology Ecology & Evolution, novembre 2013
- First Example of Tool Use in Reptiles
Science, dicembre 2013
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