Armi non convenzionali
Per alcuni funzionari del Pentagono, la dimostrazione fatta alla stampa nell'ottobre 2007 di un'arma non letale e con effetti a brevissimo tempo, per di più su un giornalista volontario, era il coronamento di anni di lavoro. Sviluppare un'arma da usare come strumento anti-sommossa, priva degli effetti nocivi che scontentano l'opinione pubblica, e per di più su un giornalista volontario ... non è una cosa che capita frequentemente. Quante volte i militari "democratici" ad ogni latitudine hanno sperato di potersi togliere dai piedi il codazzo di giornalisti curiosi? Ho scritto "democratici" in quanto per tutti gli altri l'opzione più ovvia non rappresenta di certo un problema morale. Cinesi, russi e israeliani (non prendo nemmeno in considerazione gli arabi ...) non hanno mai avuto problemi nell'uso di armi non letali come insegna il fatto che da loro un caso Snowden non è mai esistito (ne potrà mai) … se non per il tempo necessario ad eliminare il problema al primo sentore di fuga di notizie… ovunque si trovi (Alexander Litvinenko ne è un esempio).
L'arma di cui il Pentagono andava orgogliosa consisteva in una "semplice" irradiazione con un fascio di energia sufficiente a generare nel malcapitato una sensazione di calore superficiale tale da farlo scappare a gambe levate.
Nessuno shock termico, nessuna vittima fortuita, effetto di fuga garantito.
Torniamo allora al giorno della dimostrazione, svoltasi a Quantico, in Virginia, del HPM (High-Power Microwave - arma di dissuasione sviluppata dallo US Air Force Denial System), un prototipo basato su un fascio di microonde a 95 gigahertz. A questa frequenza il raggio penetra nella pelle per meno di mezzo millimetro causando una sensazione di intenso bruciore a chiunque si trovi nel suo percorso ma senza effetti a lungo termine. Perfino meno pericoloso di un idrante.
Per alcuni funzionari del Pentagono, la dimostrazione fatta alla stampa nell'ottobre 2007 di un'arma non letale e con effetti a brevissimo tempo, per di più su un giornalista volontario, era il coronamento di anni di lavoro. Sviluppare un'arma da usare come strumento anti-sommossa, priva degli effetti nocivi che scontentano l'opinione pubblica, e per di più su un giornalista volontario ... non è una cosa che capita frequentemente. Quante volte i militari "democratici" ad ogni latitudine hanno sperato di potersi togliere dai piedi il codazzo di giornalisti curiosi? Ho scritto "democratici" in quanto per tutti gli altri l'opzione più ovvia non rappresenta di certo un problema morale. Cinesi, russi e israeliani (non prendo nemmeno in considerazione gli arabi ...) non hanno mai avuto problemi nell'uso di armi non letali come insegna il fatto che da loro un caso Snowden non è mai esistito (ne potrà mai) … se non per il tempo necessario ad eliminare il problema al primo sentore di fuga di notizie… ovunque si trovi (Alexander Litvinenko ne è un esempio).
L'arma di cui il Pentagono andava orgogliosa consisteva in una "semplice" irradiazione con un fascio di energia sufficiente a generare nel malcapitato una sensazione di calore superficiale tale da farlo scappare a gambe levate.
Nessuno shock termico, nessuna vittima fortuita, effetto di fuga garantito.
Torniamo allora al giorno della dimostrazione, svoltasi a Quantico, in Virginia, del HPM (High-Power Microwave - arma di dissuasione sviluppata dallo US Air Force Denial System), un prototipo basato su un fascio di microonde a 95 gigahertz. A questa frequenza il raggio penetra nella pelle per meno di mezzo millimetro causando una sensazione di intenso bruciore a chiunque si trovi nel suo percorso ma senza effetti a lungo termine. Perfino meno pericoloso di un idrante.
HPM (®wikimedia) |
Certamente una azione di dissuasione non particolarmente utile su una folla di dimostranti con intenzioni bellicose.
Va da se che dopo l'imbarazzo provato e avendo pianificato il secondo test in una soleggiata giornata di marzo i risultati furono coerenti con le attese (e meno gradevoli per il volontario).
Ma il danno d'immagine era fatto e il dato fondamentale sulla inaffidabilità del sistema mostrato. Infatti nessun acquirente si mostrò interessato ad una arma la cui efficacia dipendeva dalle previsioni meteo oltre che da una serie di caratteristiche negative come la massa dell'arma, l'energia necessaria per farla funzionare e la complessità tecnica che la rendono inutilizzabile sul terreno.
Per ulteriori informazioni vi consiglio i link a fondo pagina e l'articolo sul sito della rivista Wired, qui, e un video dimostrativo pubblicato dall'esercito americano (qui sotto).
Una situazione non nuova (investimenti folli per risultati approssimativi) questa, nell'ambito di una corsa tecnologica iniziata quasi 50 anni fa e di cui ovviamente conosciamo solo la parte USA. Altri paesi ben difficilmente fanno delle presentazioni aperte ai giornalisti.
"Tanto fumo e specchietti per le allodole ma ben pochi risultati", afferma Peter Zimmerman, un fisico nucleare del King College di Londra e responsabile della Agenzia per il Controllo e il Disarmo con sede a Washington. "Anche se parte di questa ricerca potrebbe avere ricadute imprevedibili sulla tecnologia di uso comune [Ndb Il sistema ARPA e la nascita di internet sono un esempio di tecnologia sviluppata dall'esercito e passata poi in ambito civile] non riesco a immaginare a che cosa saranno serviti tutti i soldi spesi per questa arma"
L'aurora artificiale osservata nel 1962 (® Los Alamos NATL Lab archives/Nature) |
Un test, fortunatamente, unico data l'entrata in vigore nell'agosto 1963 del Partial Test Ban Treaty che proibì ogni test nucleare nell'atmosfera. I test successivi (ivi compresi quelli francesi e sovietici prima, e pakistani o indiani poi) sono stati condotti sotto terra.
Tornando al fenomeno osservato durante l'esplosione ad alta quota, l'idea che sorse immediatamente fu "perchè non usare le radiazioni elettromagnetiche per distruggere il sistema di comunicazioni e ogni dispositivo elettronico del nemico?" Il problema a questo punto era un altro: fare in modo che l'effetto fosse specifico e localizzato. Con il tempo questo problema venne in parte risolto con la creazione di un dispositivo montato su alcuni missili (vedi Advanced Microwave Missile Project - CHAMP) il cui obiettivo era l'eliminazione di bersagli elettronici, come siti di produzione di armi, senza provocare danni agli esseri viventi. Un test parziale è avvenuto nel 2012 (link al sito della Boeing e video riassuntivo).
Uno dei problemi di queste tecnologie è il fatto che una volta entrato in un edificio il fascio di energia comincia a rimbalzare perdendo progressivamente energia e, peggio ancora, non mantenendo la traiettoria. Un sistema di reti di alluminio, come quello presente nei normali forni a microonde potrebbe essere un valido modo per impedire la diffusione del raggio nelle zone critiche.
Nel frattempo si pensò di usare le radiazioni termiche per scopi di ordine pubblico, progetto iniziato nel 1990 dall'Aeronautica Militare sotto il nome di Active Denial System, ma la cui affidabilità è lungi dall'essere provata come abbiamo visto in apertura.
Insomma una quantità di soldi sperperati non indifferente; speriamo almeno che abbiano ricadute pratica su altre tecnologie civili.
Fonti
- Microwave weapons: Wasted energy
Sharon Weinberger, Nature settembre 2012
- Secret weapons
Nature settembre 2012
- An explosively driven high-power microwave pulsed power system
M. A. Elsayed et al, Review of Scientific Instruments, (2012) Volume 83, Issue 2
- Video: I Got Blasted by the Pentagon’s Pain Ray — Twice
Wired, Spencer Ackerman (marzo 2012)
Nature settembre 2012
- An explosively driven high-power microwave pulsed power system
M. A. Elsayed et al, Review of Scientific Instruments, (2012) Volume 83, Issue 2
- Video: I Got Blasted by the Pentagon’s Pain Ray — Twice
Wired, Spencer Ackerman (marzo 2012)
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