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La crescita della popolazione mondiale in un video

Il video che allego è un ottimo spunto di riflessione sulle problematiche legate all'aumento della popolazione.
 
Visualizing How a Population Reaches 7 Billion from NPR on Vimeo.

Potrà forse sembrare un argomento off-topic rispetto ai temi scientifici trattati in questo blog. In realtà è direttamente collegato alla scienza per una serie di motivi:
  1. il miglioramento delle condizioni di vita e la disponibilità di tecnologie sia in ambito medico che agricolo (un processo esploso negli ultimi 100 anni) ha di fatto ridotto i meccanismi intrinseci di controllo normalmente operanti in ogni popolazione naturale.
  2. L'aumento della età media nella popolazione occidentale (e la negazione operata da alcuni come Veronesi della liceità stessa dell'invecchiamento, trattato alla stregua di una malattia da eliminare) ha un forte impatto, come vediamo oggi, sullo stato sociale. Un aumento della vita media che non si riflette in un miglioramento della qualità di vita. Anzi, paradossalmente più a lungo si vive maggiore è la possibilità di sviluppare malattie come la demenza. In Europa si stima che il morbo di Alzheimer rappresenti il 54% del totale delle forme di demenza con una prevalenza (casi totali) nella popolazione over-65 intorno al 4,4%. Un valore che sale fino al 24% per gli over-90. Il che sommato al totale delle forme di demenza fa si che circa 1 persona su 2 di una certa età non sia più in grado di rapportarsi con l'ambiente circostante.
  3. Seppure limitati e a bassa penetrazione, l'azione combinata degli aiuti in cibo e medicine fornito da onlus et al ha portato ad un aumento della popolazione indigente nelle regioni che, per motivi geografici, non possono sopportare un aumento della popolazione. L'effetto paradossale è che un relativamente modesto (per noi) miglioramento nell'accesso alle risorse si è tramutato in un aumento vertiginoso della popolazione in aree non di grado di sostenere tale aumento. Un aumento che ha di fatto causato carestie disastrose sconosciute in quelle aree anche solo 100 anni fa. Una popolazione dedita alla pastorizia o alla agricoltura di sussistenza è compatibile con un ambiente semidesertico dato che è in equilibrio con le risorse locali. Una volta rotto l'equlibrio l'impatto è umanamente tragico.
  4. L'aumento di una qualsiasi popolazione in natura è possibile finchè non viene raggiunto un punto critico nell'utilizzo delle risorse che induce arresto e regressione fino a raggiungere un nuovo equilibrio. In ambito umano un incremento di popolazione per essere sostenibile necessita di produzione alimentare locale adeguata e, cosa spesso trascurata, di bonificare i sottoprodotti della colonizzazione umana. L'assenza di soluzioni adeguate introduce nuove variabili come la rapida diffusione di malattie infettive. A titolo di esempio vale la pena citare le condizioni di affollamento, non supportate da adeguate opere di smaltimento, della Londra tra il '650 e il '900. Oppure le condizioni critiche attuali di megalopoli come quelle indiane.
  5. Non posso non sottolineare inoltre alcune considerazioni prettamente genetiche legate alla natalità risultante da tecniche di inseminazione artificiale. In termini semplici, favorire la trasmissione del patrimonio genetico di individui a fertilità ridotta o assente  equivale ad arricchire nella popolazione la frequenza di alleli deleteri. Una situazione che, a cascata, aumenta il ricorso a tecniche di fertilizzazione.
La soluzione? Ovviamente non possiamo ipotizzare di non aiutare chi ne ha bisogno e/o di favorire il miglioramento delle condizioni di vita. Questo è alla base della nostra umanità.
Sarebbe forse necessario valutare i criteri di intervento e gli effetti a medio termine, prima di attivare campagne il cui effetto finale determina, in ultima analisi un aumento della povertà locale distruggendo le deboli economie locali e creando megalopoli. A meno che lo scopo non sia quello di creare gli enormi agglomerati suburbani osservabili in Kenya.

Implentare operazioni a tappeto di educazione al controllo delle nascite (l'educazione è il vero motore) nelle popolazioni che per una serie di motivi vivono in aree non in grado di garantire l'accesso alle risorse base, è un dovere verso quelle popolazioni. Popolazioni a cui si sono dati gli strumenti minimi per ridurre la tragedia della mortalità infantile senza che questo si traducesse in un miglioramento vero a causa dell'aumentato carico familiare. Insostenibile come vediamo per le comunità locali. Il Bangladesh è un esempio perfetto: una regione estremamente fertile ma con il non trascurabile problema di essere in zona monsonica; l'impatto della stagione delle piogge oggi è umanamente molto più pesante ora data l'elevatissima densità di popolazione rispetto a cent'anni fa quando l'equilibrio fra uomo e risorse disponibili era ottimale.

Il video giunge alla conclusione che il punto critico verrà raggiunto intorno al 2100. Anche ipotizzando la comparsa di sistemi di produzione alimentare innovativi, l'effetto sicuro sarà una devastazione dell'ambiente anche solo per la scomparsa delle aree di biodiversità. E noi facciamo parte della biosfera. L'amazzonia e gli spazi naturali dell'Africa (giusto per fare due esempi) non meritano di fare la fine delle foreste che ricoprivano l'Europa o della perduta flora/flauna della Cina centrale. 
In questo senso, la crescita incontrollata della popolazione è un problema che la scienza dovrà affrontare molto presto.

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