Torniamo ad un tema più volte affrontato in questo blog, la ricerca di pianeti simili alla Terra al di fuori del sistema solare.
Un argomento secondo me molto interessante sia per le tecniche di rilevazione sempre più precise necessarie per tale ricerca che, perchè no, per la pura curiosità umana di guardare oltre; al di la di quelle distanze che probabilmente mai nessun uomo potrà solcare. Almeno fino a che un qualche salto tecnologico ci permetterà di coprire distanze pari ad anni luce in tempi misurabili su scala umana.
I progetti attualmente operativi per la ricerca di esopianeti sono quello della NASA (americano, mediante il satellite Keplero) e quello ESO (europeo, con telescopi terrestri); i due approcci usano, come vedremo poi, metodi diversi e quindi complementari. Ho volutamente tralasciato il programma europeo CoRoT basato sui satelliti a causa dei problemi di funzionamento che di fatto rendono probabile la sua chiusura. Entrambi ovviamente hanno dei limiti operativi dovendo cercare in regioni di spazio non così vicine (la stella più vicina è a 4 anni luce) e non troppo lontane perchè siano studiabili (al momento direi 30 anni luce).
Purtroppo è come se trovandoci in una radura in mezzo ad un bosco sconosciuto e guardando le prime file di alberi dovessimo immaginare tutti gli altri alberi del bosco. Se sei fortunato quello che vedi è un campione rappresentativo del bosco e quindi potrai ipotizzare che tutti gli alberi saranno dello stesso tipo anche se di diversa forma e altezza. Potresti però essere in una giungla con piante completamente diverse tra loro ... .
Detto questo il pianeta da poco scoperto è più interessante rispetto a quelli finora identificati (vedi link a fondo pagina) in quanto il pianeta è ... dietro l'angolo.
Il pianeta identificato è infatti così vicino che E.T. potrebbe chiamare casa in soli quattro anni. Stiamo infatti parlando del sistema stellare di Alpha-Centauri che dista appunto 4 anni luce dalla Terra; una quisquilia in termini galattici che potrebbe un giorno essere raggiunta in decine di anni grazie allo sviluppo di tecnologie propulsive tipo VASIMR (Variable Specific Impulse Magnetoplasma Rocket).
Prima di andare a preparare gli zaini è utile precisare che il pianeta trovato è si simile alla Terra (quindi roccioso) ma sfortunatamente troppo vicino alla stella. Questo non esclude che ve ne siano altri in orbite più "umane" non ancora identificati. Quello che è importante è la sempre maggiore efficienza nelle procedure di identificazione dei pianeti extrasolari.
Alcuni dati importanti da conoscere.
Alpha Centauri è la stella più brillante nella costellazione del Centauro. Si trova all'interno della G-cloud, una nube interstellare verso cui il sistema solare si muove e di cui fanno parte anche Proxima Centauri e Altair.
Sebbene il nome faccia pensare ad una singola stella in realtà Alpha Centauri (AC) è una stella binaria e le singole stelle hanno il suffisso A e B. Di queste AC-A ha massa e luminosità il 10% e il 50% maggiore di quella solare, mentre AC-B è il 10% più piccolo e ha una luminosità pari al 45% quella solare. La loro orbita reciproca li porta a distanze variabili che nel punto più vicino è pari alla distanza Sole-Saturno. Facile comprendere allora come gli unici pianeti che hanno potuto "sopravvivere" alla doppia forza gravitazionale sono quelli più prossimi alla stella.
Riuscire ad identificare pianeti di dimensioni terrestri, vicino ad una stella e per di più all'interno di un sistema binario è stata una sfida, immagino, entusiasmante per gli astronomi coinvolti, fra cui Francesco Pepe della Università di Ginevra e principal investigator di HARPS-N. Una sfida iniziata nel 1995 con lo sviluppo di una tecnica in grado di rilevare dalla Terra anomalie nel movimento stellare potenzialmente dovute dalla presenza di un oggetto orbitante sufficientemente grande. Un approccio diverso rispetto a quello usato dalla NASA che grazie al satellite Keplero rileva minime variazioni di luminosità di una stella dovute al passaggio "frontale" di un pianeta. Un satellite che sembra ora avere problemi di puntamento, condizione imprescindibile per monitorare una stella. Un problema che il progetto europeo non ha (sebbene abbia altri limiti legati alla velocità massima del pianeta in movimento).
Un argomento secondo me molto interessante sia per le tecniche di rilevazione sempre più precise necessarie per tale ricerca che, perchè no, per la pura curiosità umana di guardare oltre; al di la di quelle distanze che probabilmente mai nessun uomo potrà solcare. Almeno fino a che un qualche salto tecnologico ci permetterà di coprire distanze pari ad anni luce in tempi misurabili su scala umana.
I progetti attualmente operativi per la ricerca di esopianeti sono quello della NASA (americano, mediante il satellite Keplero) e quello ESO (europeo, con telescopi terrestri); i due approcci usano, come vedremo poi, metodi diversi e quindi complementari. Ho volutamente tralasciato il programma europeo CoRoT basato sui satelliti a causa dei problemi di funzionamento che di fatto rendono probabile la sua chiusura. Entrambi ovviamente hanno dei limiti operativi dovendo cercare in regioni di spazio non così vicine (la stella più vicina è a 4 anni luce) e non troppo lontane perchè siano studiabili (al momento direi 30 anni luce).
Purtroppo è come se trovandoci in una radura in mezzo ad un bosco sconosciuto e guardando le prime file di alberi dovessimo immaginare tutti gli altri alberi del bosco. Se sei fortunato quello che vedi è un campione rappresentativo del bosco e quindi potrai ipotizzare che tutti gli alberi saranno dello stesso tipo anche se di diversa forma e altezza. Potresti però essere in una giungla con piante completamente diverse tra loro ... .
Detto questo il pianeta da poco scoperto è più interessante rispetto a quelli finora identificati (vedi link a fondo pagina) in quanto il pianeta è ... dietro l'angolo.
Il pianeta identificato è infatti così vicino che E.T. potrebbe chiamare casa in soli quattro anni. Stiamo infatti parlando del sistema stellare di Alpha-Centauri che dista appunto 4 anni luce dalla Terra; una quisquilia in termini galattici che potrebbe un giorno essere raggiunta in decine di anni grazie allo sviluppo di tecnologie propulsive tipo VASIMR (Variable Specific Impulse Magnetoplasma Rocket).
Prima di andare a preparare gli zaini è utile precisare che il pianeta trovato è si simile alla Terra (quindi roccioso) ma sfortunatamente troppo vicino alla stella. Questo non esclude che ve ne siano altri in orbite più "umane" non ancora identificati. Quello che è importante è la sempre maggiore efficienza nelle procedure di identificazione dei pianeti extrasolari.
Alcuni dati importanti da conoscere.
Alpha Centauri è la stella più brillante nella costellazione del Centauro. Si trova all'interno della G-cloud, una nube interstellare verso cui il sistema solare si muove e di cui fanno parte anche Proxima Centauri e Altair.
® NASA (Dr. Paulett Liewer) |
Sebbene il nome faccia pensare ad una singola stella in realtà Alpha Centauri (AC) è una stella binaria e le singole stelle hanno il suffisso A e B. Di queste AC-A ha massa e luminosità il 10% e il 50% maggiore di quella solare, mentre AC-B è il 10% più piccolo e ha una luminosità pari al 45% quella solare. La loro orbita reciproca li porta a distanze variabili che nel punto più vicino è pari alla distanza Sole-Saturno. Facile comprendere allora come gli unici pianeti che hanno potuto "sopravvivere" alla doppia forza gravitazionale sono quelli più prossimi alla stella.
Riuscire ad identificare pianeti di dimensioni terrestri, vicino ad una stella e per di più all'interno di un sistema binario è stata una sfida, immagino, entusiasmante per gli astronomi coinvolti, fra cui Francesco Pepe della Università di Ginevra e principal investigator di HARPS-N. Una sfida iniziata nel 1995 con lo sviluppo di una tecnica in grado di rilevare dalla Terra anomalie nel movimento stellare potenzialmente dovute dalla presenza di un oggetto orbitante sufficientemente grande. Un approccio diverso rispetto a quello usato dalla NASA che grazie al satellite Keplero rileva minime variazioni di luminosità di una stella dovute al passaggio "frontale" di un pianeta. Un satellite che sembra ora avere problemi di puntamento, condizione imprescindibile per monitorare una stella. Un problema che il progetto europeo non ha (sebbene abbia altri limiti legati alla velocità massima del pianeta in movimento).
I progressi nella rilevazione di esopianeti: da soli pianeti giganti si è ora in grado di captare la presenza di pianeti grandi come la Terra (®exoplanet.eu) |
Il pianeta identificato orbita intorno a AC-B ad una distanza inferiore a quella di Mercurio attorno al Sole. Ora sebbene AC-B sia meno luminoso e massiccio del Sole tale distanza è troppo ravvicinata perchè non si venga abbrustoliti all'istante. Tuttavia altri pianeti potrebbero essere presenti, e ancora non rilevati, intorno a AC-B; date le caratteristiche stellari la distanza "abitabile" corrisponde a quella che nel nostro sistema solare è sita fra Mercurio e Venere (sufficiemente lontana per non essere cotti e sufficientemente prossimale da avere un orbita stabile non alterata da AC-A).
Di seguito un video riassuntivo del sempre ottimo sito dell'Istituto Nazionale di Astrofisica
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- Una lista dei pianeti di tipo terrestre finora individuati qui
- Osservatorio spaziale europeo e progetto HARPS-N (High Accuracy Radial velocity Planet Searcher for the Northern emisphere)
- NASA-Programma Keplero
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