Sempre più spesso tocca ascoltare persone che usano le statistiche epidemiologiche in modo alquanto ... leggero ... per veicolare il messaggio che la vaccinazione non serve poi a molto visto che (a loro dire) le persone in sala di rianimazione sono per la maggior parte vaccinate.
Al netto che, numeri alla mano, è falso in quanto il 74% delle persone in ICU è non vaccinato, conviene riportare qualche grafico semplificato ma sufficientemente dettagliato.
Il primo confronto lo abbiamo mettendo in uno stesso grafico due semestri chiave (il secondo del 2020 vs. il secondo del 2021) che, data l'attuale copertura vaccinale, sono adatti a confrontare gli effetti del covid19 prima e dopo il vaccino.
I decessi ci danno l'immagine immediata della protezione, in quanto i trattamenti farmacologici non sono granché cambiati e inoltre stiamo confrontando due periodi in cui non si era nella fase di crisi dovuta alla saturazione delle ICU (come invece nel primo semestre 2020)
Il numero di positivi ci fornisce una informazione ben nota tra gli addetti ai lavori. Il vaccino ti protegge dalla infezione fino ad un certo punto. Confrontando questo grafico con il precedente e il successivo il messaggio è che un vaccinato può reinfettarsi con una certa frequenza (molte variabili tra cui il tempo passato dalla seconda dose, varianti o patologie concomitanti che inducono un calo di protezione) MA ti proteggono dal rischio che una volta che sei infettato tu possa sviluppare sintomi gravi da necessitare l'ospedalizzazione. Si tratta come detto di un problema associato alla scarsa (temporalmente) immunità indotta dai coronavirus e dal fatto che l'immunità (naturale o vaccinica) è sistemica e ben poco mucosale (tradotto, vengono generate poche sIgA). Di questo ne ho scritto in un precedente articolo.
Le persone che necessitano di terapia intensiva.
Vi serve un grafico più diretto? Ecco il numero di nuovi casi per ogni 100 mila persone tra il gruppo di vaccinati e non vaccinati.
Nota: L’incidenza viene calcolata come rapporto tra numero di vaccinati o non (almeno parzialmente) vaccinati (report Iss) e la popolazione di riferimento intesa come numero cumulato di vaccinati o non vaccinati da inizio campagna vaccinale fino a una data di riferimento. Tale data viene fatta coincidere con la fine dell’intervallo di calcolo delle diverse voci: casi, ricoveri, terapie intensive e decessi. In tal modo si catturano nell’analisi sia i vaccinati di lunga data che quelli più recenti. Per quanto la popolazione di riferimento sia in costante cambiamento, rendendo così meno significativo il confronto tra i valori della stessa categoria in periodi diversi, tale distorsione è comune a entrambe le categorie sotto esame per cui il loro confronto mantiene significatività.
Ancora qualche numero.
Tasso di ospedalizzazione tra vaccinati e non vaccinati nella popolazione generale e raggruppata per età (quindi con fattori di rischio simili)
Image Credits per questa immagine e successive: skytg24 |
L'impatto della variante Omicron è ancora "fuori dai radar" dato che ad oggi la variante Delta è ancora la dominante assoluta tra i nuovi casi (circa lo 0,4% dei genomi virali sequenziati nell'ultimo mese è Omicron.
I dati sono reperibili sui siti dell'Istituto Superiore di Sanità, del ECDC e (in forma digerita) sull'ottimo portale lab24.ilsole24ore
Nessun commento:
Posta un commento