Una benda intelligente che evita l'utilizzo di antimicrobici se non strettamente necessario.
Sarà capitato a tanti di noi, dopo cadute anche rovinose durante escursioni o anche solo durante un tranquillo giro in bicicletta (le rotaie del tram sono le mie ... favorite), trovarsi nelle condizioni di medicare le abrasioni apparentemente non così profonde da necessitare una visita al pronto soccorso.
Il punto di partenza è l'impossibilità di dire attraverso la semplice osservazione se una ferita guarirà senza problemi con una semplice medicazione oppure se i batteri penetreranno nel tessuto ferito, infettandola e attivando così il processo infiammatorio.
In passato la regola aurea era cospargere la ferita con la polvere antibiotica e tinture varie... giusto per sicurezza. Una attitudine non limitata alle automedicazioni ma anche a quelle "professionali" che ha contribuito, oltre che allo spreco di medicinali, alla diffusione della resistenza agli antibiotici.
La soluzione potrebbe venire da bende smart che "decidono" autonomamente di rilasciare il disinfettante solo se rilevano segni di una infezione in atto (tecnica allo studio da tempo per il rilascio controllato di farmaci).
Questo è in effetti il campo di ricerca di un team della svizzera EMPA (istituto svizzero attivo nello sviluppo di tecnologie dei materiali) impegnato nello studio di fibre polimeriche che si ammorbidiscono non appena l'ambiente si riscalda a causa di un'infezione, rilasciando così farmaci antimicrobici.
Image credit: F. Pan et al ACS Appl. Bio Mater (2021) |
Per portare in essere tale idea è necessario che la benda contenga già al suo interno i farmaci da rilasciare e che abbia sensori adatti alla rilevazione del segnale di "pericolo".
Il polimero dermocompatibile adatto allo scopo è stato trovato nel polimetilmetacrilato (PMMA), in uso oggi sia nella produzione di lenti per gli occhiali che nell'industria tessile, associato al Eudragit, una miscela polimerica biocompatibile usata per rivestire le pillole.
La miscela è stata assemblata a formare una sottile membrana fatta di nanofibre a cui poi è stato aggiunto la octenidina, un disinfettante cutaneo. Il tutto assemblato in rapporti tali che la temperatura di transizione vetrosa (la temperatura alla quale un polimero passa da una consistenza solida a uno stato gommoso e indurito) è nell'intervallo di 37 gradi.
In presenza di infiammazione la pelle si riscalda, passando dalla sua temperatura classica di 32-34 gradi, in cui il polimero è solido, a valori superiori ai 37 gradi, ammorbidendosi, permettendo il rilascio del farmaco. Il processo è reversibile, per cui quando l'infiammazione scema anche il farmaco non viene rilasciato; un ciclo ripetibile fino a cinque volte.
I ricercatori sono ora al lavoro per rendere minore l'intervallo di temperature tra la fase "solo benda" e quella "benda a rilascio controllato".
Fonti
- Bioresponsive Hybrid Nanofibers Enable Controlled Drug Delivery through Glass Transition Switching at Physiological Temperature
F. Pan et al ACS Appl. Bio Mater (2021)
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