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La stampa 3D per la creazione di protesi oculari

Il primo paziente dotato di un occhio artificiale, stampato in 3D, apre la via allo studio clinico volto a dimostrarne sicurezza ed efficacia.
Image credit: UCL

Varie possono essere le cause che portano alla rimozione di un occhio e alto è di conseguenza il numero di potenziali fruitori di questa innovazione. Finora le protesi disponibili peccavano di realismo e, cosa ancora più importante, di adattabilità.
Fin dagli albori della stampa 3D si contava di sfruttare questa tecnologia non solo per la produzione di oggettistica ma soprattutto per creare pezzi di ricambio da remoto identici in tutto e per tutto al pezzo originale. Chiaramente quando si passa a materiale biologico il tutto assume livelli di complessità (e di problemi annessi) inusitati che prevedono l’utilizzo di cellule staminali. Ad un livello inferiore c’è la produzione di protesi che devono “solo” avere forma e caratteristiche chimico-fisiche adatte (es. resistenza e non allergiche o tossiche) senza espletare alcuna funzioni fisiologiche se non, nel caso delle protesi degli arti, quelle legato al movimento.
La stampa 3D ha ora il suo banco di prova per una protesi oculare a cui si chiede di essere realistica e adatta alla cavità orbitale in cui dovrà essere posizionata. Uno dei vantaggi di questo approccio rispetto alle protesi create con i metodi tradizionali, è che il prototipo può essere realizzato basandosi su scansioni digitali dell'occhio invece di passare attraverso la creazione di uno stampo (procedimento invasivo che nei bambini richiede un'anestesia generale).

Con il nuovo metodo (frutto della collaborazione tra UCL e una azienda tedesca) si eseguirà una scansione 3D anche dell’occhio buono in modo da creare massima corrispondenza e il file inviato in Germania. Una volta “stampato” l’occhio verrà mandato alla UCL dove gli oculisti eseguiranno le procedure di rifinitura e lucidatura. Tempo di attesa complessiva, meno di 20 giorni.


Se a questo si aggiunge un miglior risultato estetico e un tempo di preparazione molto più veloce (2,5 ore rispetto alle settimane dell’occhio acrilico), è facile capire l’interesse suscitato sia dal risultato "test" che dall'imminente studio clinico volto a testare queste protesi oculari "su misura".
Lo studio sarà condotto su 40 pazienti e valuterà parametri come motilità, aspetto, vestibilità e funzionalità, comfort, secrezione mucosa e benefici generali dell'uso nella vita quotidiana, tutti aspetti testati indossando ciascuna protesi per 4 mesi. Le protesi oggi in uso vengono sostituite ogni 5 anni.


Fonte
- First patient fitted with 3D printed eye
UCL, news

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