Se uno scrittore di fantascienza avesse descritto in uno dei suoi racconti, pianeti grandi come Giove ma con massa molto inferiore a quella terrestre sarebbe stato etichettato come autore fantasioso, magari anche apprezzabile per le sue storie, ma di sicuro più appartenente al reame fantasy che al consesso della hard SF, cioè la fantascienza rigorosamente tecnologica e in cui il possibile è sempre declinato in termini scientifici (tra gli autori cito come esempio Vernor Vinge, Greg Egan, Arthur C. Clarke, etc).
Una prevenzione ideologica andata via via sbiadendo dopo la partenza dei progetti volti alla ricerca degli esopianeti (ad esempio Exoplanet Exploration Program) e l'arricchimento del catalogo a disposizione.
Nel momento in cui scrivo sono 4104 gli esopianeti confermati --> exoplanetarchive - Caltech) con caratteristiche anche molto lontane dalle previsioni, cioè dal nostro unico metro di paragone che è il sistema solare.
Nel momento in cui scrivo sono 4104 gli esopianeti confermati --> exoplanetarchive - Caltech) con caratteristiche anche molto lontane dalle previsioni, cioè dal nostro unico metro di paragone che è il sistema solare.
I recenti dati forniti dalla miniera senza fine che si chiama telescopio Hubble, hanno infatti evidenziato l'esistenza di pianeti "gioviani" come dimensioni ma con massa 1/5 di quella terrestre e una atmosfera che si espande quasi come un respiro ed è stata paragona a bambagia o zucchero filato per la sua consistenza.
Una delle stelle che ospita questi curiosi pianeti è Kepler-51 che dista da noi 2600 anni luce.
Pianeti "solari" vs. pianeti di Kepler 51 (credit: NASA, ESA, and L. Hustak and J. Olmsted) |
Una delle ipotesi è che si tratti di protopianeti, quindi ancora in fase di formazione, previsione coerente con la giovane età della stella (500 milioni di anni).
La prova la si avrebbe dalla osservazione diretta, impossibile data la distanza, che dovrebbe mostrare un'orbita ancora "sporca" di detriti (uno dei requisiti di un pianeta propriamente detto e "maturo" è la "pulizia" dell'orbita.Ad ora è possibile solo inferire forma e composizione grazie a simulazioni al computer che spiegherebbe una atmosfera siffatta come composta da idrogeno ed elio in lenta diffusione verso lo spazio. Alla fine del processo, non prima di diverse centinaia di milioni di anni, rimarrà un pianeta roccioso a metà strada tra i pianeti interni del nostro sistema e Nettuno.
Lo scorso dicembre è stato infine lanciato un nuovo telescopio spaziale (CHEOPS) il cui scopo è diverso da quelli in uso: non più trovare nuovi esopianeti, ma studiare quelli già scoperti.
Fonte
- 'Cotton Candy' Planet Mysteries Unravel in New Hubble Observations
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