La scoperta della cura con cui i nostri antenati preparavano i loro giacigli è di qualche tempo fa; l'avevo letta e "immagazzinata" nella soffitta della mia memoria dove è poi rimasta "a prendere polvere".
Questo fino a quando una delle tipiche domande "da 1 milione di euro" fattami da un giovane durante una ritrovo di famiglia mi fece tornare in mente che qualcosa avevo letto a riguardo. La discussione inizialmente centrata sull'evoluzione dei sapiens era poi approdata alla saga immaginifica e chiaramente poco reale dei Flintstones, con la domanda su dove dormissero e in che condizioni.
Già dalla preistoria l'essere umano ha cercato di creare un ambiente dove dormire in modo sicuro e confortevole. E fin qui in realtà nulla di nuovo dato che moltissime altre specie animali lavorano alacremente per costruire il nido e/o consolidare il proprio rifugio, specialmente in funzione di un luogo protetto per l'allevamento della prole.
Gli esseri umani (e qui il discorso comprende anche i cugini dei sapiens, ad esempio i neandertal) sono andati oltre creando delle zone attrezzate per un riposo soddisfacente in funzione generale e non solo come "nido" temporaneo.
Come i loro discendenti, cioè noi, i "Flintstones" hanno lasciato molte tracce dei luoghi in cui vissero, spesso sotto forma di spazzatura. Dall'analisi di queste aree è emersa la loro crescente attenzione a quello che oggi chiameremmo design d'interni funzionale.
A volte ci hanno perfino lasciato dei disegni sulle pareti anche se più spesso di queste abitazioni abbiamo solo i resti derivanti dall'averci vissuto per secoli, generazione dopo generazione, accumulando così uno sopra l'altro sedimenti e i manufatti.
Questa sedimentazione ha lasciato tracce sufficienti affinché gli antropologi riuscissero a ricostruire con buona precisione la tipologia dei giacigli usati. Uno studio come quello compiuto da Lyn Wadley e descritto sulla rivista Science, che ha permesso di ricostruire i "letti e lenzuola" del "filintstoniano" che abitava presso i rifugi rocciosi siti a Sibudu, Sud Africa.
Questo fino a quando una delle tipiche domande "da 1 milione di euro" fattami da un giovane durante una ritrovo di famiglia mi fece tornare in mente che qualcosa avevo letto a riguardo. La discussione inizialmente centrata sull'evoluzione dei sapiens era poi approdata alla saga immaginifica e chiaramente poco reale dei Flintstones, con la domanda su dove dormissero e in che condizioni.
Già dalla preistoria l'essere umano ha cercato di creare un ambiente dove dormire in modo sicuro e confortevole. E fin qui in realtà nulla di nuovo dato che moltissime altre specie animali lavorano alacremente per costruire il nido e/o consolidare il proprio rifugio, specialmente in funzione di un luogo protetto per l'allevamento della prole.
Lo stile "Flintstones" (cartoonbrew.com) |
Come i loro discendenti, cioè noi, i "Flintstones" hanno lasciato molte tracce dei luoghi in cui vissero, spesso sotto forma di spazzatura. Dall'analisi di queste aree è emersa la loro crescente attenzione a quello che oggi chiameremmo design d'interni funzionale.
A volte ci hanno perfino lasciato dei disegni sulle pareti anche se più spesso di queste abitazioni abbiamo solo i resti derivanti dall'averci vissuto per secoli, generazione dopo generazione, accumulando così uno sopra l'altro sedimenti e i manufatti.
Questa sedimentazione ha lasciato tracce sufficienti affinché gli antropologi riuscissero a ricostruire con buona precisione la tipologia dei giacigli usati. Uno studio come quello compiuto da Lyn Wadley e descritto sulla rivista Science, che ha permesso di ricostruire i "letti e lenzuola" del "filintstoniano" che abitava presso i rifugi rocciosi siti a Sibudu, Sud Africa.
Ma attenzione, sebbene io abbia usato un virgolettato, si tratta di vere e proprie lenzuola e materassi, sebbene primitivi, risalenti ad un periodo compreso fra 77 mila e 38 mila anni fa (tardo pleistocene), costituiti da piante e foglie scelte (questo termine è l'elemento chiave) in modo non casuale.
L'area dei ritrovamenti |
Le piante selezionate, appartenenti al del genere Carice e oggi note per le loro proprietà terapeutiche, erano poi coperte con altre piante aromatiche naturalmente ricche di sostanze ad azione insetticida e larvicida. Il tutto assemblato per formare una struttura passabilmente confortevole e calda, ma soprattutto "autopulente".
Non solo. Si è anche scoperto che i materassini venivano periodicamente bruciati, almeno a partire da 73 mila anni, fa ad indicare una manutenzione costante dei letti. Inoltre il numero di tali strutture mostra una crescita sostanziale a partire da 58 mila anni fa: evento questo facilmente associabile ad un aumento costante della popolazione locale, indice a sua volta di aggregazioni sociali stabili.
I nostri antenati sapevano che dormire bene in un posto comodo e pulito era necessario tanto quanto sapere cacciare stare in gruppi coesi.
Non mi sembra poco.
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Fonte
- Middle Stone Age Bedding Construction and Settlement Patterns at Sibudu, South Africa
Lyn Wadley et al, Science Vol. 334 no. 6061 pp. 1388-1391
Mai avrebbe immaginato Fred che oggi vendono perfino
i suoi vestiti per Carnevale! Fred Flinstone Costume |
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