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Essere un pipistrello carnivoro non è evolutivamente semplice

Paura? E perché mai? Si
nutre solo di fiori (wikipedia
&
J. Patrick Fischer)
Nonostante la moda imperante dei vampiri succhiasangue i pipistrelli non ci pensano proprio ad adeguarsi agli stereotipi. 
Del resto perché dovrebbero? Solo un numero meno che piccolo delle 1300 specie dei chirotteri è ematofaga e per di più si tratta dei "cugini" sudamericani con cui le altre specie ben poco condividono come gusti alimentari. La maggior parte dei pipistrelli è infatti "fruttariana" o insettivora come ben sanno gli abitanti di Milano quando tempo fa venne lanciata l'idea di sfruttare i pipistrelli come arma biologica contro le zanzare.

Nei loro 52 milioni di anni di storia evolutiva questi mammiferi volanti si sono tuttavia adattati a diverse diete tra cui anche quella carnivora, con predilezione per i piccoli vertebrati, ivi compresi altri pipistrelli. Una transizione in realtà non semplice per questa tipologia di mammiferi sui cui passaggi hanno lavorato a lungo i biologi della University of Washington.
Dall'alto i teschi di pipistrelli
insettivori, carnivori e piscivori

(credit: Sharlene Santana)
Dal loro studio, pubblicato su Proceedings of Royal Society B, è emerso che il primo passaggio per adattarsi ad una dieta carnivora è stato modificare cranio e mandibola così da fornire adeguati punti di attacco ai muscoli e aumentare sia la potenza del morso che l'apertura della mascella (entrambi elementi "poco importanti" per un insettivoro). 
Particolarmente interessante la scoperta che il "cambio di dieta" (da insetti a vertebrati) è avvenuto almeno 6 volte nella storia evolutiva dei pipistrelli. Il dato è emerso dall'analisi ad alta risoluzione dei crani di 140 pipistrelli appartenenti alle 35 specie che raggruppano tutte le abitudini alimentari dei pipistrelli.

I pipistrelli carnivori presentano come detto caratteristiche uniche che riflettono gli adattamenti sviluppati. Se in linea generale gli animali più grandi (insettivori o carnivori che fossero) presentano musi allungati, sono i carnivori quelli con il cranio di maggiori dimensioni. Una eccezione riguarda i pipistrelli che si nutrono di pesci, in cui non è l'apertura mascellare l'elemento selezionato ma la potenza del morso e della masticazione. Vale la pena ricordare che essendo i pipistrelli privi dell'apparato dentale tipico di altri mammiferi carnivori che consente di strappare brandelli di carne, sono costretti a masticare tutto il corpo della preda (ossa comprese) fino a ridurlo a dimensioni adatte per essere ingoiato.
Lo studio è interessante in quanto completa la visione dicotomica tra erbivori e carnivori, centrata finora sul fatto che tale differenziazione è avvenuta nelle prime fasi della speciazione dei mammiferi tanto che i carnivori sono "obbligati" a tale tipo di dieta (checchè ne pensino i folli che cercano di fare diventare vegetariano il proprio gatto ... facendolo così ammalare) mancando degli elementi fisiologici base per digerire il materiale vegetale.


Fonte
- Go big or go fish: morphological specializations in carnivorous bats
Sharlene E. Santana, Elena Cheung (2016) Proc. R. Soc. B 2016 283 20160615

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