Colgo lo spunto del bell'editoriale apparso su Nature pochi giorni fa, dopo i folli (ancor più che tragici) avvenimenti di Parigi, per l'articolo odierno. Dato che sottoscrivo in toto quanto scritto, quello che ho fatto è stato di mantenere l'architrave logico dell'articolo di riferimento cambiandolo solo quel tanto che basta per essere in linea con gli argomenti di cui spesso tratto (ad esempio la stigmatizzazione di decisioni ed atti che vanno contro ogni logica scientifica).
Ovviamente il credito va all'estensore dell'articolo originale
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Gli attacchi terroristici a Parigi sono un attacco ai valori fondamentali delle società libere e democratiche. Ricercatori e umoristi, devono combattere l'oscurantismo, ovunque.
Jean-François Lefebvre è noto suo malgrado per essere stata l'ultima persona condannata a morte in Francia per blasfemia. Era il 1766 e nessuno poteva allora immaginare la rivoluzione che sarebbe seguita pochi decenni dopo. Il suo crimine? Essersi rifiutato di togliersi il cappello al passaggio di una processione religiosa.
"Ultima" vittima fino al gennaio 2015, anche se a dire il vero bisognerebbe annoverare tra i caduti, limitandosi a quelli dell'Europa che nasce dalla tradizione illuminista, i traduttori dei Versetti Satanici (che accusare di blasfemia è tutto fuorché vero o sensato).
Ma non è così.
La tirannia religiosa e politica (troppo spesso intrinsecamente legate) ha sempre soffocato il libero pensiero in tutte le sue manifestazioni, dall'arte alla scienza. La nostra eredità culturale, di cui dobbiamo essere fieri, è fondata sui valori dell'illuminismo che a loro volta indissolubilmente legati alla satira.
Gli strumenti che sono stati utilizzati nel XVIII secolo per combattere questa deriva sono valide ancora oggi. La satira e la conoscenza sono gli strumenti per scardinare il potere ammuffito e sono, non a caso, tuttora osteggiati non solo dai tiranni (dichiarati o de facto) ma anche da chi pone dei distinguo e dei limiti dimenticando che satira e scienza, pur concettualmente agli opposti, sono i paladini del libero pensiero.
L'Illuminismo culminò nella Rivoluzione francese, e nella troppo spessa dimenticata Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino (1789) che in maniera esplicita tutelano la libertà di parola, compreso il diritto di criticare liberamente opinioni religiose indipendentemente dal loro grado di diffusione.
Philippe Val, il precedente editore di Charlie Hebdo, ha spesso paragonato la satira alla scienza, dicendo che entrambe sono strumenti per estrarre la verità dai dogmi. Non si vuole qui fare paragoni impropri. Charlie Hebdo NON è Voltaire ma la frase di Val contiene un punto essenziale: satira, arguzia e anche lo scherno sono (all'interno dei luoghi deputati a tali espressioni) metodi estremamente efficaci per per denunciare che "il Re è nudo" ed evidenziare l'assurdità, l'ipocrisia, l'ingiustizia e l'oppressione di regimi autoritari e dell'oscurantismo religioso.
Indipendentemente dai risultati ottenuti (troppo spesso usati da chi di fatto è favorevole alla satira ma … solo a senso unico), la satira ha svolto un ruolo essenziale anche durante le recenti manifestazioni della cosiddetta Primavera Araba. Stessa cosa dicasi per le le vignette ciclostilate che circolavano all'interno dell'URSS o durante il ventennio fascista in Italia.
La Tunisia, l'unico paese ad avere avuto la forza di respingere al mittente l'offensiva oscurantista ne è un esempio, grazie proprio alla assimilazione dei concetti base della cultura laica e del meglio della tradizione araba e francese per smascherare sia i lupi dichiarati che i molto più pericolosi lupi sotto mentite spoglie di pecorelle.
Che libertà di espressione e di scienza siano strettamente correlate anche ai giorni nostri è ben descritto in un documento scritto studiosi arabi nel 2003 ("Arab Human Development Report"), patrocinato dal Programma di sviluppo delle Nazioni Unite, dove si identifica chiaramente nell'autoritarismo e nell'assenza di pensiero libero, il principale ostacolo allo sviluppo sociale e scientifico.
Libertà e scienza lavorano in sinergia per costruire società libere e creative.
Le uccisioni di Parigi travalicano l'evento delittuoso in se (aberrante) e assurgono al ruolo di un gigantesco Post-It che ci ricorda che le libertà conquistate attraverso i secoli non devono mai essere date per scontate ma devono essere difese assiduamente.
La libertà di fare ricerca e, nel caso, di criticare o le scelte del governo (vedi il bando alla ricerca sulle staminali embrionali) sono spesso date per scontate: in moltissimi paesi (anche tra quelli "quasi-europei" che ipocritamente hanno inviato rappresentati alla marcia di Parigi) questo è un fatto per nulla scontato.
L'eredità culturale di Voltaire e dell'Illuminismo spiega perché i francesi hanno reagito molto più massicciamente di quanto hanno fatto altri paesi per episodi parzialmente simili, e la stessa Francia per episodi di anche maggiore violenza del passato. Il punto centrale in questo caso era l'attacco alla libertà di stampa e di espressione che è il nucleo centrale della Francia moderna.
Criticare e prendere in giro è ben diverso da quanto fanno coloro che, sfruttando le maglie della libertà, incitano all'odio religioso o razziale (che è spesso bidirezionale checché ne pensino tante anime belle folgorate sulla via del buonismo).
Non riuscire a capire la differenza tra satira, sberleffo e critica con altre attività come diffamazione o il sempre più in voga negazionismo (prodromici del pensiero unico e intollerante) vuol dire porsi al di fuori dei cardini su cui è fondata la frase "Liberté, Égalité, Fraternité'".
Il vero senso dell'insultare o del provocare azioni di violenza vuol dire andare ad esempio andare in un luogo di culto e imbrattarlo, NON scrivere su un giornale (dedito in modo esplicito al fare satira a 360 gradi) e che per essere letto deve essere acquistato. Chiunque non capisca una differenza così basilare è lo stesso che pretenderà di entrare nella tua camera da letto per capire se siano o meno lecite le posizioni usate e se siano, per chi controlla, da considerarsi offensive e da perseguire.
Non è un caso se le 4 milioni di persone che hanno marciato a Parigi e in Francia sono numericamente molto maggiori di quanti salutarono nel '44 la liberazione della città dal giogo nazista. Chi ha cercato di mettere in dubbio queste conquiste con idee di annichilimento della libertà ha sentito un chiaro "NO" il cui eco ha fatto il giro del mondo. Sappiamo altrettanto bene che basteranno pochi giorni perché comincino a ricomparire coloro che fanno distinguo e che sebbene si dichiarino moderati, perseguono di fatto una logica di controllo di ogni forma di espressione o di campo di studio, a loro insindacabile giudizio, ritenuto "contrario ai canoni della morale".
Articolo di riferimento
- Science and Satire
Nature, 13 January 2015
François-Jean Lefebvre de La Barre (©wikipedia) |
"Ultima" vittima fino al gennaio 2015, anche se a dire il vero bisognerebbe annoverare tra i caduti, limitandosi a quelli dell'Europa che nasce dalla tradizione illuminista, i traduttori dei Versetti Satanici (che accusare di blasfemia è tutto fuorché vero o sensato).
La Francia del XVIII secolo è stata una delle prime nazioni a ribellarsi contro la tirannia fondata o anche solo "legittimata" dalla religione, spesso strumento di chi perseguiva i propri fini.Un problema che in occidente pensavamo di esserci lasciati alle spalle o di averlo ristretto alla sfera privata.
Attenzione però a non cadere nel tranello di chi vuole farvi credere che gli atti criminali compiuti in nome della religione sono solo il frutto di elementi deviati che non capiscono i dettami pacifici della religione. Il germe dell'intolleranza è intrinsecamente legato ad ogni credo monoteista. Altrimenti, per definizione, non sarebbero chiamate religioni monoteiste.
Due sono gli elementi che spiegano la potenziale deriva violenta anche nella più pacifica delle religioni: da una parte il non sanzionamento di chi, credente, decide di imporre le proprie idee al resto del "creato"; in secondo luogo l'importanza della maturità intellettuale dei teologi, strumento cardine per filtrare concetti formulati nel migliore dei casi 1000 anni fa.
Ma non è così.
La tirannia religiosa e politica (troppo spesso intrinsecamente legate) ha sempre soffocato il libero pensiero in tutte le sue manifestazioni, dall'arte alla scienza. La nostra eredità culturale, di cui dobbiamo essere fieri, è fondata sui valori dell'illuminismo che a loro volta indissolubilmente legati alla satira.
Chi fa distinguo evidentemente non ha mai visto le vignette che circolavano nell'età dei lumi e ignora l'impatto dirompente sull'aristocrazia e apparato religioso dell'epoca. Senza andare troppo a scavare, andate a rileggervi i libelli di Jonathan Swift e sobbalzerete quando vi accorgerete che a scrivere quei caustici pamphlet satirici era si un canonico ... ma prima di tutto uno spirito libero.Proprio la difesa di questa eredità culturale è la ragione che ha spinto milioni di persone a marciare in segno di risposta alla strage di settimana scorsa. I terroristi che hanno ucciso 17 persone, tra cui 8 lavoratori del settimanale satirico francese Charlie Hebdo, erano profondamente convinti di agire in nome di una religione, in quanto tale unica portatrice di verità e di giustizia. Tutto il contrario. Questi hanno agito solo come strumenti di un oscurantismo che come tale soffoca la libertà in primis e le Ars a seguire (scienza, arti, ...); non solo nell'area geografica e cultura a cui fanno riferimento ma anche altrove. Ovunque sia.
Gli strumenti che sono stati utilizzati nel XVIII secolo per combattere questa deriva sono valide ancora oggi. La satira e la conoscenza sono gli strumenti per scardinare il potere ammuffito e sono, non a caso, tuttora osteggiati non solo dai tiranni (dichiarati o de facto) ma anche da chi pone dei distinguo e dei limiti dimenticando che satira e scienza, pur concettualmente agli opposti, sono i paladini del libero pensiero.
- La satira si colloca in un alveo del tutto particolare dove non è il fare informazione il fulcro della sua azione ma la critica al potere o al pensiero dominante (la frase attribuita a Bakunin, un anarchico di fine 800 ne è una degna figlia "La fantasia distruggerà il potere e una risata vi seppellirà").
- La scienza non può esistere se decide di seguire regole altre rispetto al pensare "libero" seppur entro canoni rigorosi come la validazione delle ipotesi. Pensate alla rivoluzione galileiana, a Darwin, a Mendel (tutti devoti ma nello stesso tempo liberi di guardare oltre e di superare le barriere ideologiche) per arrivare alla grande Barbara McClintock dileggiata e presa per matta quando propose l'idea dei trasposoni.
L'Illuminismo culminò nella Rivoluzione francese, e nella troppo spessa dimenticata Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino (1789) che in maniera esplicita tutelano la libertà di parola, compreso il diritto di criticare liberamente opinioni religiose indipendentemente dal loro grado di diffusione.
Philippe Val, il precedente editore di Charlie Hebdo, ha spesso paragonato la satira alla scienza, dicendo che entrambe sono strumenti per estrarre la verità dai dogmi. Non si vuole qui fare paragoni impropri. Charlie Hebdo NON è Voltaire ma la frase di Val contiene un punto essenziale: satira, arguzia e anche lo scherno sono (all'interno dei luoghi deputati a tali espressioni) metodi estremamente efficaci per per denunciare che "il Re è nudo" ed evidenziare l'assurdità, l'ipocrisia, l'ingiustizia e l'oppressione di regimi autoritari e dell'oscurantismo religioso.
Indipendentemente dai risultati ottenuti (troppo spesso usati da chi di fatto è favorevole alla satira ma … solo a senso unico), la satira ha svolto un ruolo essenziale anche durante le recenti manifestazioni della cosiddetta Primavera Araba. Stessa cosa dicasi per le le vignette ciclostilate che circolavano all'interno dell'URSS o durante il ventennio fascista in Italia.
La Tunisia, l'unico paese ad avere avuto la forza di respingere al mittente l'offensiva oscurantista ne è un esempio, grazie proprio alla assimilazione dei concetti base della cultura laica e del meglio della tradizione araba e francese per smascherare sia i lupi dichiarati che i molto più pericolosi lupi sotto mentite spoglie di pecorelle.
Che libertà di espressione e di scienza siano strettamente correlate anche ai giorni nostri è ben descritto in un documento scritto studiosi arabi nel 2003 ("Arab Human Development Report"), patrocinato dal Programma di sviluppo delle Nazioni Unite, dove si identifica chiaramente nell'autoritarismo e nell'assenza di pensiero libero, il principale ostacolo allo sviluppo sociale e scientifico.
Libertà e scienza lavorano in sinergia per costruire società libere e creative.
Le uccisioni di Parigi travalicano l'evento delittuoso in se (aberrante) e assurgono al ruolo di un gigantesco Post-It che ci ricorda che le libertà conquistate attraverso i secoli non devono mai essere date per scontate ma devono essere difese assiduamente.
La libertà di fare ricerca e, nel caso, di criticare o le scelte del governo (vedi il bando alla ricerca sulle staminali embrionali) sono spesso date per scontate: in moltissimi paesi (anche tra quelli "quasi-europei" che ipocritamente hanno inviato rappresentati alla marcia di Parigi) questo è un fatto per nulla scontato.
L'eredità culturale di Voltaire e dell'Illuminismo spiega perché i francesi hanno reagito molto più massicciamente di quanto hanno fatto altri paesi per episodi parzialmente simili, e la stessa Francia per episodi di anche maggiore violenza del passato. Il punto centrale in questo caso era l'attacco alla libertà di stampa e di espressione che è il nucleo centrale della Francia moderna.
Criticare e prendere in giro è ben diverso da quanto fanno coloro che, sfruttando le maglie della libertà, incitano all'odio religioso o razziale (che è spesso bidirezionale checché ne pensino tante anime belle folgorate sulla via del buonismo).
Non riuscire a capire la differenza tra satira, sberleffo e critica con altre attività come diffamazione o il sempre più in voga negazionismo (prodromici del pensiero unico e intollerante) vuol dire porsi al di fuori dei cardini su cui è fondata la frase "Liberté, Égalité, Fraternité'".
Il vero senso dell'insultare o del provocare azioni di violenza vuol dire andare ad esempio andare in un luogo di culto e imbrattarlo, NON scrivere su un giornale (dedito in modo esplicito al fare satira a 360 gradi) e che per essere letto deve essere acquistato. Chiunque non capisca una differenza così basilare è lo stesso che pretenderà di entrare nella tua camera da letto per capire se siano o meno lecite le posizioni usate e se siano, per chi controlla, da considerarsi offensive e da perseguire.
Non è un caso se le 4 milioni di persone che hanno marciato a Parigi e in Francia sono numericamente molto maggiori di quanti salutarono nel '44 la liberazione della città dal giogo nazista. Chi ha cercato di mettere in dubbio queste conquiste con idee di annichilimento della libertà ha sentito un chiaro "NO" il cui eco ha fatto il giro del mondo. Sappiamo altrettanto bene che basteranno pochi giorni perché comincino a ricomparire coloro che fanno distinguo e che sebbene si dichiarino moderati, perseguono di fatto una logica di controllo di ogni forma di espressione o di campo di studio, a loro insindacabile giudizio, ritenuto "contrario ai canoni della morale".
Articolo di riferimento
- Science and Satire
Nature, 13 January 2015
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