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Sangue artificiale prodotto da staminali. Il test su Uomo non è più un miraggio

Qualche mese fa ho scritto in questo blog riguardo ai massicci investimenti fatti in Scozia allo scopo di dare un impulso decisivo alla creazione del sangue artificiale (-->Produrre il Sangue Con Le Staminali). 
Torno sul tema per alcuni aggiornamenti.

Il consorzio guidato dallo Scottish National Blood Transfusion Service (SNBTS) ha vinto il premio Strategic Award, consistente in ben 5 milioni di sterline, una cifra in grado di fornire, al di la di un attestato di benemerenza, un concreto supporto allo studio di come derivare globuli rossi dalle cellule staminali. 
Anzi per essere più precisi, come ottenere i globuli rossi in modo efficiente, sicuro ed economicamente sostenibile, dato che da un punto di vista teorico e pratico, tale processo di differenziamento è noto da alcuni anni ed è fattibile in laboratorio

Del consorzio fanno parte le università di Glasgow, Edimburgo, Cambridge, Bristol e quella di Loughborough, il NHS Blood and Transplant, l'Irish Blood Transfusion Service e due biotech (la Roslin Cells Ltd - uno spin-off dell'istituto omonimo - e la Cell Therapy Catapult).
Parte centrale del progetto consortile è come utilizzare al meglio per lo scopo suddetto, le cellule staminali pluripotenti, vale a dire le cellule in grado di formare qualsiasi altra cellula del corpo (tranne quelle extra-embrionali tipo la placenta).

Il ricercatori sperano di iniziare la sperimentazione volta a testare la sicurezza in essere umano (nota come "First In Man") entro la fine del 2016. Questa analisi verrà condotta su poche decine di persone (tutti volontari sani) e avrà come scopo principale identificare ogni tipo di reazioni inattese e/o l'intensità degli effetti collaterali (se presenti) successiva alla trasfusione di quantitativi ridotti di sangue artificiale. Solo una volta che questo studio abbia dato esito favorevole, potranno cominciare i test veri e propri volti a determinare dosaggi ed efficacia.

Che questo sia un argomento fondamentale di salute pubblica è abbastanza ovvio. Ogni giorno ci sono in tutto il mondo circa 90 milioni di trasfusioni, rese possibile dalla donazione di sangue. L'autosufficienza in questo campo è fondamentale per tre motivi: economico (costo legato al comprare il sangue dall'estero); sicurezza (controllo assoluto su cosa si maneggia); etici (senza una riserva adeguata di sangue, molte operazioni chirurgiche semplicemente non possono avvenire).
C'è da dire che l'Italia in questo senso è messa abbastanza bene e la qualità dei controlli è molto elevata. Un ruolo importante che gioca a favore della sicurezza è la assoluta gratuita della donazione; si evita in tal modo il fenomeno comune in altri paesi dello scambio denaro vs sangue, una transazione che di fatto incentiva alla donazione non tanto il volontario eticamente consapevole della propria azione quanto la persona che non ha altri mezzi economici (e di solito queste persone sono a maggior rischio di malattie). 
Narrativa sul tema
(Yu Hua, Einaudi, 1999)
Anche ipotizzando di essere in una situazione ottimale in cui vi fosse un numero di donatori superiore al fabbisogno nazionale, che i donatori fossero tutti volontari e che i controlli fossero ad errore zero, rimarrebbe sempre un rischio operativo legato non solo al rischio infezioni ma anche a errori connessi alla incompatibilità del sangue e alle epatopatie potenziali conseguenti al sovradosaggio di ferro, un rischio per chi è costretto a frequenti trasfusioni. A questi, aggiungiamo anche la ridotta efficienza trasfusionale connessa alla usura dei globuli rossi trasfusi. Un problema non secondario dato che la emivita di un eritrocita è di circa 120 giorni, quindi "l'aspettativa di vita" di una cellula trasfusa sarà chiaramente inferiore essendo un mix di cellule di età diversa.
Tutti questi elementi concorrono nel fare capire per quale motivo il sangue artificiale rappresenti la soluzione ideale per minizzare i rischi. I globuli rossi coltivati in laboratorio sarebbero privi di ogni agente patogeno, la loro età sarebbe praticamente identica e il grado di usura facilmente monitorabile.

Marc Turner, uno dei senior del team di ricerca, spiega "sviluppare una terapia cellulare che possa contare su volumi, qualità e livelli di sicurezza adeguati a quanto prevedono le sperimentazioni cliniche è una sfida molto importante. Se riuscissimo ad avere successo in questo primo studio preliminare, questo sarebbe un importante passo avanti per consentire alle popolazioni di tutto il mondo di beneficiare di trasfusioni di sangue di qualità omogenea". 
Ted Bianco, direttore del Technology Transfer presso il Wellcome Trust, chiosa: "Riuscire a sfruttare la potenza intrinseca nella biologia delle cellule staminali, a fini terapeutici è una delle sfide più interessanti dei prossimi anni".
Nessuna persona seria può aspettarsi che il sangue artificiale sia destinato a diventare realtà in tempi brevissimi. C'è da ricordare che ogni singola unità di sangue contiene miliardi di cellule; numero non impossibile da preparare industrialmente ma che impone una seria pianificazione sia strutturale che di valutazione economica perchè il sogno possa tradursi in realtà.
Questo è un primo passo ma importante.

Fonte
- First volunteers to receive blood cultured from stem cells in 2016
Wellcome-trust UK, news

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