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Il caso Stamina ed il rispetto delle norme scientifiche

 Di seguito riporto uno stralcio dell'articolo pubblicato sul CDS di oggi e scritto da Paolo Bianco, direttore del laboratorio cellule staminali presso l'Università "Sapienza" di Roma.
Un articolo chiaro e necessario, come fu l'intervento di Carlo Croce all'epoca in cui impazzava sui media la cura Di Bella (di cui solo ora Enrico Mentana in una recente intervista si dice rammaricato per avervi dato troppa copertura ...). L'intervento di Croce, ora direttore dello Human Cancer Genetics Program alla Ohio State University, fu sintetico e drastico "solo in Italia si può dare risalto ad un argomento basato sul nulla".
Con Stamina il discorso è solo apparentemente diverso. Apparentemente in quanto potrebbe, se a decidere fossero i giudici ed il pubblico e non i ricercatori e gli enti preposti, aprire le porte all'utilizzo di terapie non validate per gli scopi più disparati. Nei casi limite, assenza totale di cure alternative, il ricorso a cure non validate (ma sempre e solo basate su evidenze reali) dovrebbe avvenire sotto stretto controllo affinchè i dati ottenuti siano utili (siano essi positivi o negativi) per una valutazione scientifico/statistica dell'approccio.
Lascio ora la parola all'articolo di Bianco, il cui testo completo (che vi invito a leggere) è sul sito del CdS nel link a fondo pagina.

Paolo Bianco (®CdS)
Il Parlamento sta discutendo la regolamentazione delle cosiddette «terapie avanzate» a base di cellule staminali. (...)  Di cura compassionevole scrive il Corriere, decretano i ministri, legifera d’urgenza il Parlamento. Se si debba o no praticare la cura definita trapianto di cellule staminali è divenuto materia di giurisprudenza e non di medicina; perché che davvero di cura si tratti è dato assurdamente per scontato. (...)  Scienziati e medici hanno invitato a chiarezza e prudenza, invocato che si cercasse di evitare incidenti gravi, che si dicesse in che cosa consiste la «cura», che si specificasse chi rispondeva di che cosa. Che si verificasse se la cura era davvero tale, che la si rendesse chiara e riproducibile, e perciò utilizzabile anche a beneficio dei bambini di tutto il mondo. Apriti cielo: scienziati e medici farabutti al soldo delle multinazionali. Quel che la «cura» propone è che un’infusione di cellule ossee (staminali mesenchimali) curi tanti malanni diversi, a prescindere dalla natura del malanno (...) a prescindere dalla necessità di verificare che sia così. Ma la «cura» coincide con quello che molti nuovi soggetti commerciali propongono. Alcuni di essi emergono dallo stesso mondo scientifico. Il fondatore (e detentore di royalties) della più grande company nata in Nord America per lo sfruttamento commerciale delle mesenchimali sostiene, (...) che, infuse in vena, queste cellule curino autismo, incontinenza urinaria, paraplegia, Parkinson e altre malattie neurodegenerative, colite, infarto, ictus, artrite e altre 13 malattie. Nessuno di questi usi è riconosciuto o approvato come terapia. (...)  i soggetti commerciali in questione premono per indurre i governi ad allentare i meccanismi regolatori e autorizzare il commercio di terapie cellulari senza che sia prescritto di verificarne l’efficacia attraverso trial clinici.(...) Privati che propongono direttamene ai pazienti cure miracolose con staminali esistono in tutto l’Oriente «emergente». Casi ci sono stati anche in Germania e Usa. Ma proprio perché Fda e Ema esistono, questi casi si sono conclusi con la interruzione d’autorità delle pratiche non autorizzate, e, in un caso, con l’arresto del proponente, fuggito in Messico. (...) Ma deregolare il mercato è invece interesse di una costellazione di imprese di nuovo tipo, determinate a creare un mercato nuovo, centrato su malattie senza cura, per le quali sia dunque socialmente accettabile anche una cura inefficace. (...) I governi di tutto ilmondo ricevono dagli stessi soggetti commerciali sollecitazioni a consentire, in nome dell’innovazione, la commercializzazione dei prodotti staminali, senza necessità di trial che ne provino l’efficacia. Sono proprio casi come il caso Stamina a rappresentare l’occasione utile. La vigilanza che passa attraverso norme e organismi di controllo (Aifa) non impedisce di sperimentare terapie improbabili o usarle, se innocue, in modo compassionevole. Ma senza quella vigilanza, si potrebbero vendere cure senza obbligo di provarne l’efficacia. (...) Se domani il caso Stamina scomparisse dalla scena, non scomparirebbe questa realtà globale. Anzi. In assenza di norme adeguate, assisteremmo all’ingresso sulmercato di altri prodotti commerciali forse adeguatamente fabbricati, ma inefficaci e forse pericolosi. Che il Servizio sanitario sarebbe costretto ad acquistare, a furor di popolo. L’Italia sarebbe il primo Paese delmondo occidentale a diventare meta del «turismo staminale» oggi fiorente altrove, e il Servizio sanitario in bancarotta. Si capirà anche l’inanità dei «dibattiti» sulle «staminali» con esperti e showmen
Tenere la barra dritta, anche etimologicamente, vuol dire solo governare.

 C'è da aggiungere altro?


Fonte
CdS, 11 aprile 2013 (link)

Post precedente sul blog sui venditori di speranze, qui

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