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prossimo IgNobel ?

Come è oramai arcinoto gli IgNobel premiano le ricerche scientifiche più improbabili. 
Con questo non si vuole dire che tali ricerche non siano condotte con tutti i sacri crismi della Scienza. Semplicemente trattano di argomenti così peculiari o improbabili da fare esclamare al lettore "perchè vi è venuto in mente di affrontare questo argomento?!". 
Questi premi, conferiti presso il Sanders Theater - Università di Harvard - rappresentano un momento di sana ilarità scientifica.

Stamane mentre leggevo un articolo su di una ricerca in svolgimento presso l'università di Southampton (UK) ho subito pensato agli autori come a dei validi candidati per l'edizione 2013 del premio. 
Cosa hanno fatto di così curioso? Niente di irragionevole se non cercare di capire se la percezione del dolore nelle persone con i capelli rossi è diversa rispetto alle persone con capelli di altro tipo (bruno, castano piuttosto che biondo).
© wikimedia.org
Un quesito certamente interessante considerando che in UK i "reds" puri (cioe' coloro che hanno anche una carnagione molto chiara e con efelidi), costituenti il 3 % della popolazione, potrebbero essere svantaggiati quando necessitassero di terapie anti-dolorifiche e/o di trattamento anestetico. Trattamenti il cui dosaggio dipende dall'indice di massa corporea (sebbene l'etnia sia importante in quanto potenzialmente associata a polimorfismi e quindi a diverso metabolismo del farmaco) senza valutare il paziente per il suo pel di carota
Importante precisare che evidenze in tal senso si ebbero già nel 2002 con uno studio americano che mostrò, sebbene in modo non chiarissimo, come le donne con i capelli rossi necessitassero per i farmaci anti-dolorifici di dosaggi superiori del 19% rispetto al dosaggio necessario per donne con capelli scuri. Un altro studio danese del 2009 evidenziò invece una diversa sensibilità cutanea alle iniezioni.
Per fugare ogni dubbio i ricercatori (fra cui una "rossa") hanno predisposto un trial clinico in cui volontari con capelli rossi e "non-rossi", di età superiore a 30 anni, sono sottoposti, in modalità blind, a piccole scosse elettriche sulla coscia. La percezione dolorosa viene valutata dal tester su scale sensoriali idonee. Lo scopo è chiaramente quello di valutare se esistano delle differenze statisticamente significative nella percezione del dolore, neutralizzando il più possibile fattori di disturbo come il sesso. Sebbene non sia indicato nell'articolo mi aspetto che venga considerato nell'ambito del gruppo femminile la fase del ciclo mestruale. Un dato questo assolutamente essenziale visto che è noto come livelli di estrogeno diversi siano associati ad una differente sensibilità al dolore.

La chiusura della fase sperimentale è attesa per il mese di settembre quando, si ipotizza, un numero sufficiente di casi sarà stato esaminato.

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