Mese che passa, dieta che trovi.
Alcune delle quali molto fantasiose (articolo precedente su --> dieta del gruppo sanguigno), altre oramai consolidate, pur se con tutti i limiti legati al buonsenso e alla necessità per i non addetti ai lavori di farsi seguire da personale qualificato.
Tra gli alimenti pro-dieta il pompelmo ha sempre ricoperto un ruolo centrale vuoi per il suo sapore asprognolo, a chi piace, che per la pubblicità indiretta fornita dalle riviste di gossip a cui ogni tanto "sfugge" la notizia di una star hollywoodiane invaghita di questo frutto per le sue (presunte) proprietà dietetiche.
Niente da ridire dato che anche io amo usarlo come spuntino di mezzo pomeriggio.
(wikipedia) |
Il pompelmo, o meglio alcuni dei suoi componenti appartenenti alla classe delle furanocumarine, ha infatti la caratteristica di inibire enzimi chiave del sistema di detossificazione cellulare, il sistema che modifica le molecole assorbite dall'organismo rendendole più facilmente eliminabili dal rene (per dettagli vedi articolo precedente ---> qui).
Se non prendete alcun farmaco non vi dovete preoccupare di nulla dato che il frutto (a dosi ragionevoli) non presenta controindicazioni, fatta salva l'eventuale intolleranza personale. Se il medico vi prescrive un farmaco, o ne acquistate uno da banco in farmacia, fatelo presente o controllate sul foglietto illustrativo che il farmaco in questione non sia tra quelli "a rischio". L'inibizione del citocromo P450 3A4 è infatti irreversibile e ci vogliono dai 3 ai 7 giorni, dall'ultimo pompelmo ingerito, perché le cellule ne risintetizzino in quantità sufficiente (Clin Pharmacol Ther. 2000 Oct;68(4):384-90). In assenza di farmaci questo non è un problema dato che il sistema di detossificazione è ridondante ma nel caso di assunzione di farmaci, la carenza del sistema può portare ad un sovradosaggio o a un sottodosaggio funzionale, a seconda della farmacocinetica.
Dopo questa precisazione, possiamo tornare al legame pompelmo-dieta, effetto finora aneddotico in quanto gli studi condotti erano o incompleti o statisticamente insufficienti per capire se l'effetto dimagrante fosse reale o una suggestione (chiaramente in associazione ad una dieta equilibrata). Un articolo pubblicato qualche mese fa sulla rivista PLoS ONE ha fornito evidenze in favore di un suo effetto pro-dimagrante.
Lo studio è stato condotto da un team della University of California a Berkeley, e si è avvalso di topi nutriti con una dieta ricca di grassi a cui è stato dato da bere succo di pompelmo diluito (senza polpa) o acqua (vedi sotto per i dettagli sperimentali). I topi che avevano bevuto succo di pompelmo erano meno ingrassati (il 18 per cento in meno) rispetto ai controlli. Non solo, l'effetto benefico "protettivo" era evidente anche dall'analisi dei livelli ematici di glucosio, insulina e trigliceridi; in tutti i casi i valori registrati erano nettamente migliori rispetto ai controlli.
Alcune precisazioni:
- si parla qui di minor guadagno di peso durante una dieta ad alto contenuto di grassi (ma con uguali calorie rispetto al controllo) e non di un dimagrimento tout-court. Il pompelmo non ha infatti proprietà anoresizzanti.
- L'effetto del pompelmo sul peso e sui parametri ematici è stato osservato SOLO nei gruppi alimentati con dieta ad alto contenuto di grassi. O meglio, negli altri topi gli effetti sono molto più sottili e si limitano ad una riduzione del colesterolo "cattivo". Questo ci dice due cose. In primis l'effetto appare come una riduzione dell'aumento di peso e non di una riduzione di peso in senso generale. Secondo, l'effetto sui topi con dieta bilanciata potrebbe necessitare di troppo tempo (per la vita media di un topo) per potere essere rilevato
- Un dubbio legittimo nasce dal fatto che parte dello studio è stato finanziato da una cooperativa di produttori californiani di pompelmo. Sebbene non vi siano dubbi circa la bontà scientifica dello studio, il dubbio che è lecito porsi è se si sarebbe data uguale attenzione a risultati di segno opposto. A questo proposito i ricercatori hanno sottolineato di non avere mai subito condizionamenti o influenze sul come "disegnare" lo studio.
C'è però un problema di fondo (generale e non legato al caso specifico) che nasce dalla oggettiva rarità di trovare articoli contenenti risultati negativi, dove per negativo si intende "assenza di effetto rispetto all'ipotesi da provare". Il che ha un senso in quanto lo scopo della ricerca è sempre stato dimostrare qualcosa e non dimostrare l'infondatezza di ipotesi astruse. Un problema non secondario soprattutto nella ricerca clinica dove fino a poco tempo fa gli studi falliti finivano semplicemente nel dimenticatoio rendendo impossibile agli altri ricercatori imparare dagli errori (spesso totalmente inattesi) altrui.
I dati presentati in questo lavoro, giusto per essere chiari, sono passati attraverso il filtro della revisione di altri ricercatori del campo. Si può quindi ragionevolmente affermare che l'effetto "anti-ingrassante" del pompelmo è stato dimostrato. Nessuna evidenza invece riguardo a proprietà dimagranti.
Alcuni dettagli su come è stato condotto lo studio.
I topi, divisi in sei gruppi, sono stati alimentati per 100 giorni con una dieta diversa per contenuto di grassi (il 10 o il 60% del totale ma isocalorica) e con una bevanda a base di pompelmo (10-50% in volume) o acqua nel caso del gruppo di controllo. Il pompelmo, a causa della sua natura acidula e amarognola e per questo poco attraente per molti animali, è stato diluito in diverse concentrazioni e dolcificato con saccarina. L'acqua del gruppo di controllo è stata modificata in modo analogo sia mediante glucosio (presente naturalmente nella frutta) che con dolcificanti in modo da renderli comparabili sia a livello calorico che per contenuto di saccarina. I topi che hanno ricevuto pompelmo hanno mostrato una riduzione del 13-17 per cento dei livelli di glucosio nel sangue e una diminuzione di tre volte dell'insulina, dato che evidenzia una maggiore sensibilità all'insulina dei tessuti periferici.
I topi, divisi in sei gruppi, sono stati alimentati per 100 giorni con una dieta diversa per contenuto di grassi (il 10 o il 60% del totale ma isocalorica) e con una bevanda a base di pompelmo (10-50% in volume) o acqua nel caso del gruppo di controllo. Il pompelmo, a causa della sua natura acidula e amarognola e per questo poco attraente per molti animali, è stato diluito in diverse concentrazioni e dolcificato con saccarina. L'acqua del gruppo di controllo è stata modificata in modo analogo sia mediante glucosio (presente naturalmente nella frutta) che con dolcificanti in modo da renderli comparabili sia a livello calorico che per contenuto di saccarina. I topi che hanno ricevuto pompelmo hanno mostrato una riduzione del 13-17 per cento dei livelli di glucosio nel sangue e una diminuzione di tre volte dell'insulina, dato che evidenzia una maggiore sensibilità all'insulina dei tessuti periferici.
La riduzione dell'insulina è un elemento particolarmente importante dato che nei soggetti con diabete di tipo 2, il pancreas è costretto a produrre più insulina proprio per compensare la maggiore resistenza all'ormone.
Come ulteriore verifica i ricercatori hanno somministrato a gruppi diversi di topi la naringina, il composto bioattivo presente nel succo di pompelmo indiziato come un agente chiave della perdita di peso, oppure la metformina, un farmaco ipoglicemizzante spesso prescritto alle persone con diabete di tipo 2.
Anche qui i risultati sono coerenti:
- il succo di pompelmo abbassa il glucosio nel sangue con la stessa efficienza della metformina, ad indicare che una bevanda a base di questo frutto ha la stessa efficiacia nel normalizzare la glicemia di un farmaco di prescrizione.
- I topi alimentati con dieta ad alto contenuto di grassi e naringina avevano livelli di glucosio nel sangue più bassi rispetto al gruppo di controllo, ma non c'era alcun effetto sul peso, il che suggerisce che la naringina è necessaria ma non sufficiente per l'effetto benefico del pompelmo.
Passaggio successivo sarà quindi identificare quale/i tra i molti composti attivi nel succo di pompelmo, alcuni con funzionalità ignota, gioca un ruolo chiave. Una volta identificati tutti gli elementi chiave del pompelmo, la conseguenza immediata sarà sviluppare degli integratori derivati dal pompelmo ma privi degli effetti inibitori a carico del citocromo
(Sul pompelmo e i suoi effetti vedi anche "Pompelmo e farmaci: quasi due ex-nemici")
Fonte e link utili
- Consumption of Clarified Grapefruit Juice Ameliorates High-Fat Diet Induced Insulin Resistance and Weight Gain in Mice
Rostislav Chudnovskiy et al, (2014) PLOS ONE, October 08, 2014
- alcune informazioni sui valori nutrizionali del pompelmo rosa, qui
- alcune informazioni sui valori nutrizionali del pompelmo rosa, qui
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