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Il "nuovo" Virus Langya

In un periodo storico di massima allerta verso nuove minacce pandemiche e con un occhio puntato ai crescenti casi di vaiolo delle scimmie, l'allerta di un nuovo (nel senso di mai rilevato come agente patogeno in umani) virus nel calderone cinese è sempre meritevole di attenzione

L'allarme viene dalla identificazione in due province orientali della Cina di 35 persone infettate negli ultimi 3 anni dal virus Langya (LayV), risultato di una trasmissione zoonotica.

LayV appartiene al genere di virus noto come henipavirus (virus a RNA-), presenti nei pipistrelli della frutta (di nuovo. Vedi Ebola e SarsCoV). Il genere comprende altri virus come il virus Hendra (identificato in Australia nel 1994 e noto per infettare umani e cavalli) e il virus Nipah (scoperto nel 1999 in Malesia). Come in molti casi di zoonosi virale, le infezioni sono gravi negli umani (alto tasso di mortalità) mentre sono leggere o anche asintomatiche nei loro ospiti naturali.
Il probabile serbatoio naturale del LayV
(image credit: Washington Post)

Da un punto di vista genetico LayV sembra più correlato al henipavirus del Mojiang, collegato nel 2012 all'insorgenza di una polmonite mortale in tre persone che stavano lavorando in una miniera abbandonata.
Nel caso di LayV le persone infette sono nella gran parte agricoltori.

I sintomi principali sono la febbre, seguita da affaticamento, tosse e dolori muscolari. In misura minore (ma sempre in almeno 1 persona su 3) vi è anche nausea e mal di testa. Leucocitopenia e  trombocitopenia sono altri due marcatori clinici comuni; le alterazioni a carico della funzionalità renale sono presente e più comuni di quelle epatiche.

Alla ricerca del serbatoio naturale del virus, i ricercatori hanno analizzato 25 specie di piccoli animali selvatici. Il toporagno è risultato positivo in più di un quarto dei 262 animali testati.
Per quanto riguarda gli animali domestici il virus è stato trovato nel  5% dei cani e nel 2% delle capre (locali) analizzate.

Ad oggi non vi sono evidenze di alcuna trasmissione inter-umana sebbene la dimensione del campione sia troppo piccola per avere certezze. Un dato che però viene rafforzato dal fatto che non è mai stata rilevato un contagio inter-umano nel caso degli henipavirus (il contagio da virus Nipah è un'eccezione ma perché ciò avvenga è necessario un contatto molto stretto, inadatto per qualunque dinamica pandemica).


Fonte
- A Zoonotic Henipavirus in Febrile Patients in China
 Xiao-Ai Zhang et al, (2022) NEJM

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