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Anche gli umani riescono a percepire la direzione del campo magnetico terrestre?

Ben nota la capacità di molti animali, non solo quelli migratori, di seguire una rotta prestabilita lunga anche migliaia di chilometri con un margine di errore da fare invidia al moderno sistema satellitare. Le modalità di funzionamento di questi sistemi di controllo non sono ben compresi anche perché non univoci. Se ad esempio gli scarabei stercorari paiono capaci di usare la Via Lattea come punto di riferimento (studio che ha vinto l'IgNobel 2013), altri animali come gli uccelli (migratori e non) e i salmoni sembrano leggere il campo magnetico terrestre come avessero una bussola.
Qualche sospetto che anche i mammiferi abbiano sistemi simili viene dal più "umanizzato" degli animali cioè il cane di cui sono noti percorsi di centinaia di km per tornare a casa, la capacità di scovare nuove scorciatoie e perfino il posizionamento corporeo quando si tratta di fare i bisogni.
Che questo sistema sia presente negli umani è sempre parso improbabile data l’abbondanza di persone (giovani e sane) capaci di perdersi nel parco sotto casa. A sorpresa quindi la scoperta di un lavoro del 2019 (pubblicato su eNeuro) in cui si rileva la capacità degli esseri umani (magari non proprio tutti) di percepire il campo magnetico terrestre. 
Il lavoro non è uno dei tanti ma ha l’imprimatur della Caltech (Sheldon Cooper docet) sotto il nome del professor Joe Kirschvink a capo del Magnetic Lab della Caltech.
Interessante l’approccio metodologico usato basato su una gabbia di Faraday allo scopo di schermare la persona in essa contenuta dalle interferenze elettromagnetiche. Lungo la parete della gabbia bobine dal cui passaggio della corrente elettrica si produceva il campo magnetico artificiale di intensità paragonabile a quello terrestre.

Ai volontari (34) che presero parte alla sperimentazione fu chiesto di sedersi sulla sedia al centro, direzionata verso nord, mentre venivano misurato loro l'encefalogramma al procedere dei test. Test che in realtà non implicava alcuna azione da parte dei partecipanti ma solo la risposta del loro sistema neurale al variare (artificiale) della direzione del campo magnetico.
Image credit: C. Bickel via eNeuro

Il risultato ottenuto è che in un numero statisticamente significativo di persone la variazione del campo magnetico (in particolare quando il campo orientato inizialmente a nord veniva spostato in altre direzioni) si traduceva nel calo del cosiddetto ritmo alfa che è tipico di un soggetto rilassato e senza pensieri; quindi un calo è equiparabile ad una sottostante attivazione del sistema eleborativo.
Un dato che indica che gli umani sono in grado inconsciamente di rilevare il polo nord magnetico e  ogni variazione da questo stato. Come questo sia meccanisticamente possibile non è chiaro ma potrebbe, come visto in altri animali, essere mediato dalla presenza di molecole contententi ferro in particolari cellule nervose; la variazione dell’orientamento di tali molecole altererebbe lo stato di canali ionici e con esso il potenziale di membrana.
Quanto questo sia funzionalmente rilevante negli umani (in particolare nelle rimanenti comunità primitive dove i sensi non sono stati anestetizzati dalla tecnica) non è chiaro.

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