La sonda Cassini–Huygens ha fornito nel corso dei 20 anni della sua missione molte informazioni su Giove, Saturno e le loro lune, disvelando però altrettanti interrogativi che potranno essere risolti solo rielaborando i dati ottenuti, in attesa di nuove missioni.
Tra le curiosità irrisolte la cella esagonale sul polo di Saturno.
In altri tempi una tale osservazione avrebbe indotto ipotesi ed illazioni in puro stile SciFi ma è chiaro che siamo in presenza di un fenomeno naturale seppure non di semplice decodifica.
"L'esagono di Saturno"', una conformazione nuvolosa tipica del polo nord di Saturno (® JPL/NASA) |
In altri tempi una tale osservazione avrebbe indotto ipotesi ed illazioni in puro stile SciFi ma è chiaro che siamo in presenza di un fenomeno naturale seppure non di semplice decodifica.
E' di pochi giorni fa un lavoro pubblicato sulla rivista Nature Communications che fornisce alcuni dettagli sulle caratteristiche del cosiddetto Saturn's Hexagon.
La struttura è un vortice perenne (relativamente a tutte le osservazioni finora fatte) localizzato sul polo nord del pianeta. Potremmo rappresentarlo come una nuvola fatta di molteplici strati di "nebbie" come fosse un sandwich turbinante.
La prima osservazione dell'esagono risale al 1981 con il passaggio di Voyager 2 ma fu necessario attendere i ben più sofisticati mezzi di Cassini (rimasto in orbita dal 2004 al 2017) per ottenere immagini dettagliate
Il polo nord visto da Voyager 2 (1981) e da Cassini (2009) Credit:NASA |
Nel nuovo studio gli scienziati hanno confrontato le immagini prese nel 2015 da Cassini e dal telescopio spaziale Hubble, a pochi giorni di distanza tra loro, scoprendo che l'esagono polare è qualcosa di più di una apparente, strana e fortuita geometria.
Non che la presenza di strati di nebbie sia unica di Saturno. Altri mondi freddi, come la luna Titano di Saturno o il pianeta nano Plutone, le possiedono, ma non in tale numeri né distanziati con la stessa regolarità.
I ricercatori pensano che a causa delle rigide temperature atmosferiche (tra -120 e -180 °C) siano presenti nelle "nuvole" microcristalli congelati fatti di butano, acetilene e forse propano.
L'azione della notevole gravità del gigante gassoso associata alla velocità di rotazione (10h il giorno saturniano) e la posizione polare sarebbero alla base delle oscillazioni della densità e delle temperature locali, capaci di generare i gradienti che spiegherebbero la forma e il movimento di questa zona dell'atmosfera. Qualcosa di simile è presente anche sulla Terra con le shear-gravity waves nelle nubi note come cirri (vedi anche "onde di gravità atmosferiche").
Non si può dire che la genesi dell'esagono saturniano sia stata del tutto compresa ma sono stati aggiunti alcuni tasselli con cui creare modelli teorici applicabili, in prospettiva, anche per la comprensione di fenomeni atmosferici terrestri.
credit: NASA/JPL-Caltech/Space Science Institute |
Nei paragrafi successivi userò il termine italiano "nebbie" come traduzione dell'originale inglese "haze" che indica qualcosa di più del semplice vapore che forma una nuvola, per la presenza di particolato "contaminante". Proprio come la nebbia che non è solo una nuvola di vapor acqueo. Per ulteriori dettagli sul significato di haze in ambito planetario vi rimando al sito planetary.org.L'esagono polare è un sistema costituito da almeno sette strati di nebbie che si estendono dalla cima delle nuvole di Saturno per altri 300 km, con ciascun strato avente uno spessore tra 7 e 18 km.
credit: UPV/EHU via space.com |
Non che la presenza di strati di nebbie sia unica di Saturno. Altri mondi freddi, come la luna Titano di Saturno o il pianeta nano Plutone, le possiedono, ma non in tale numeri né distanziati con la stessa regolarità.
I ricercatori pensano che a causa delle rigide temperature atmosferiche (tra -120 e -180 °C) siano presenti nelle "nuvole" microcristalli congelati fatti di butano, acetilene e forse propano.
L'azione della notevole gravità del gigante gassoso associata alla velocità di rotazione (10h il giorno saturniano) e la posizione polare sarebbero alla base delle oscillazioni della densità e delle temperature locali, capaci di generare i gradienti che spiegherebbero la forma e il movimento di questa zona dell'atmosfera. Qualcosa di simile è presente anche sulla Terra con le shear-gravity waves nelle nubi note come cirri (vedi anche "onde di gravità atmosferiche").
Non si può dire che la genesi dell'esagono saturniano sia stata del tutto compresa ma sono stati aggiunti alcuni tasselli con cui creare modelli teorici applicabili, in prospettiva, anche per la comprensione di fenomeni atmosferici terrestri.
Per un riepilogo della missione Cassini fino al suo inabissarsi finale dentro Saturno vi rimando ad un articolo precedente -->"Cassini. In attesa del gran finale"
Fonte
- Multilayer hazes over Saturn’s hexagon from Cassini ISS limb images
A. Sánchez-Lavega et al. (2020) Nature Communications, 11, 2281
Sulle lune di Saturno potrebbe interessarvi il seguente video
zzz
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