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Squali che brillano nelle profondità oceaniche

Alcuni squali non hanno bisogno di glittering per le loro serata dance.
Scyliorhinus retifer (credit: David Gruber)
A parte le battute, mi sono recentemente imbattuto nella notizia sulla scoperta di una particolare specie di squalo, imparentata con il classico gattuccio (Scyliorhinus retifer), dotata di biofluorescenza.
La sua pelle assorbe la luce blu dall'oceano (vale a dire l'unica lunghezza d'onda nel visibile proveniente dal Sole, capace di penetrare per qualche decina di metri l'acqua) e riemette luce ad una lunghezza d'onda maggiore (quindi energia inferiore), generando sulla cute dei pattern luminosi visibili solo da altri squali.
L'oceano ci appare blu perché quella lunghezza d'onda della luce è l'unica ad essere assorbita (arriva fino a 200m)

 I ricercatori hanno scoperto che tale proprietà dipende da una classe di metaboliti precedentemente ignota presente nelle minuscole squame, simili a denti, che compongono la pelle degli squali. 
Ingrandimento delle squame al "naturale" e in fluorescenza
(credit: James Weaver via sciencealert.com)

Oltre a probabili funzioni di comunicazione (ancora da esplorare) si ipotizza che queste molecole fluorescenti possano anche avere funzioni nella risposta immunitaria; ipotesi derivante da esperimenti che hanno dimostrato proprietà antimicrobiche.
Scoperta interessante sia da un punto di vista naturalistico e (forse) etologico che nella perenne ricerca di molecole sinergizzanti i classici antibiotici.

Fonti
- Bright Green Biofluorescence in Sharks Derives from Bromo-Kynurenine Metabolism
 HB Park et al. (2019) iScience

-  These Sharks Produce an Eerie Glow Through a Mechanism Previously Unknown to Science
sciencealert.com (2019)

- Biofluorescence in Catsharks (Scyliorhinidae): Fundamental Description and Relevance for Elasmobranch Visual Ecology
David Gruber et al, Scientific Reports volume 6, Article number: 24751 (2016)






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