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La "voce" del campo magnetico terrestre al contatto con il Sole

In ogni singolo istante la Terra è bersagliata da sciami di particelle solari e cosmiche, alcune delle quali (i neutrini ad esempio) sono così resilienti alle interazioni da passare il pianeta da parte a parte senza alcun contatto. Altre vengono invece fermate negli strati più alti dell'atmosfera o deflessi dal campo magnetico terrestre.
Rappresentazione del campo magnetico terrestre e del suo funzionare da scudo contro il vento solare (credit: ESA)

Intercettare tutte queste particelle è il primo ed essenziale passaggio per poterle studiare; a tal scopo sono stati creati appositi rilevatori che vanno da "semplici" rilevatori sulla superficie a enormi vasche piene di acqua e circondate da sensori posti all'interno di montagne come il Gran Sasso in Italia (da poco spostato oltreoceano al FermiLab)  o nel caso del Super-Kamiokande giapponese, in una miniera.

Alcuni rilevatori sono stati invece montati su satelliti orbitali e grazie a questi è stata ricostruita la "voce" solare. Niente di metafisico per carità, ma una conversione delle variazioni indotte localmente sul campo magnetico locale quando viene bersagliato dagli sciami di particelle prodotti da una tempesta solare. 
L'analisi condotta è sui dati ricavati dai database prodotti dal lavoro dei quattro satelliti della missione Cluster, iniziata nel 2000 dall'Agenzia Spaziale Europea (Esa) con il fine di monitorare l'attività solare. Il periodo coperto da questo analisi è il primo quinquennio durante il quale si sono verificate 6 tempeste solari. 
Ottenuti i dati si è proceduto a trasformare le frequenze delle onde da impatto in segnali percepibili, ottenendo così una sorta di canto misterioso.
Il suono e video relativo alle due attività in figura sono disponibili 

Grazie ad un sistema di analisi noto come Vlasiator i ricercatori hanno evidenziato non solo una marcata differenza tra l'andamento del ritmo quando il Sole è in quiete e durante una tempesta, ma un pattern più complesso del previsto.

Un esempio di come sia possibile non solo ottenere effetti curiosi da dati fisici ma ricavare nuove informazioni da dati archiviati da più di un decennio

Fonte
- Earth’s magnetic song recorded for the first time during a solar storm
ESA news (11/2019)



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